---Pubblichiamo qui il preambolo al rapporto adottato dalla Commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo insieme ad alcuni estratti significativi delle raccomandazioni fatte in conclusione a questo stesso rapporto.
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PREAMBOLO
Il potere delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di droga registra un'espansione preoccupante. Esso ha effetti sempre piu' gravi sulla società e sulle istituzioni politiche degli Stati membri, scalza le basi dell'economia legale e minaccia la stabilità degli Stati della Comunità. I profitti finanziari resi possibili dal traffico di droga consentono alle organizzazioni criminali che lo gestiscono di contaminare e corrompere le strutture degli Stati a tutti i livelli.
Il costo assai elevato delle droghe sul mercato è causa di delinquenza, di insicurezza, di disordine e di discriminazione sociale e razziale. La salute dei consumatori di droghe proibite soffre non solo per gli effetti delle sostanze consumate ma anche per la situazione di illegalità nella quale il mercato si sviluppa.
In alcuni paesi la diffusione della criminalità organizzata, la sua potenza finanziaria, la sua capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e di orientare il consenso elettorale le attribuiscono un potere di condizionamento e di ricatto che incide sulle decisioni politiche. Piu' volte, come dimostra lo scandalo della BCCI, sono emerse chiaramente collusioni tra gruppi criminali, da un lato, e servizi segreti e altri poteri dello Stato, dall'altro, in attività eversive o di riciclaggio, di finanziamento occulto, di sfruttamento delle stesse istituzioni finanziarie. Tutto cio' indebolisce la volontà politica di colpire le principali centrali del traffico internazionale della droga.
Di fronte a questa situazione, il PE propone una serie di raccomandazioni volte a migliorare l'efficacia della repressione, conformemente al contenuto della Convenzione di Vienna del 1988. Le presenti raccomandazioni si ispirano ai seguenti criteri.
Le forze di polizia, di dogana e il sistema giudiziario devono concentrare le proprie attività in primo luogo sulla repressione del traffico e del reato di riciclaggio, garantendo allo stesso tempo il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell'individuo.
I vari servizi e strutture comunitari, nazionali e regionali preposti alla repressione devono essere soggetti al controllo parlamentare. Le politiche finora attuate non hanno conseguito l'obiettivo prefissato: bloccare o quanto meno ridurre la penetrazione del traffico di droga nella CE. Finora la repressione ha avuto un'incidenza valutata tra il 5 e il 15% sul traffico di stupefacenti e sul derivante traffico di capitali. Occorre quindi valutare se, ammettendo che sia possibile, un incremento determinante dell'efficacia della repressione possa colpire in misura significativa, se non definitiva, il traffico oppure se non sia opportuno ipotizzare altre strade.
La Commissione chiede quindi di procedere ad una valutazione dei costi e dei benefici della politica attuale in materia di droga tenendo conto dei seguenti indicatori: condizione di vita dei consumatori di droghe illegali, diffusione dell'AIDS e dei rischi di overdose tra i tossicomani, ruolo dell'economia della droga nelle regioni meno sviluppate, influenza del traffico di droga e penetrazione della criminalità nel sistema politico e nell'amministrazione pubblica, numero e tipologia dei reati violenti nelle città, percentuale dei processi per reati legati alle leggi sulla droga rispetto alla globalità dell'attività giudiziaria e della popolazione carceraria. Deve essere prevista l'elaborazione di politiche nuove.
RACCOMANDAZIONI
La commissione è profondamente convinta del fatto che, oltre al fenomeno del traffico di stupefacenti, sia anche necessario studiare le conseguenze della lotta contro la droga e in particolare le ripercussioni di tale lotta sulla democrazia e sulla sicurezza e libertà dei cittadini, (...);
il consumo e l'abuso di droga dovrebbero essere considerati in primo luogo un problema sanitario e di assistenza e non da reprimere e da giudicare. Il possesso di stupefacenti in piccole quantità per uso personale non dovrebbe essere considerato un reato penale.
Le leggi sugli stupefacenti devono creare una distanza tra il consumatore e il mondo criminale, ed evitare di trasformare il tossicodipendente in delinquente compromettendo cosi' qualsiasi possibilità di reintegrazione nella società.
L'assistenza ai tossicodipendenti non deve essere piu' ostacolata dalle leggi penali.(...);
la lotta contro la tossicodipendenza esclusivamente mediante le leggi penali che prescrivono l'obbligo di astinenza e mediante aiuti pubblici per l'astinenza dagli stupefacenti è fallita.(...);
In tale contesto gli Stati membri devono garantire un trattamento gratuito, siringhe gratuite, nonché la somministrazione di medicinali (temalgesic, metadone) da parte di cliniche autorizzate; (...);
il modo in cui si affronta il problema della droga nella nella Comunità europea non da alcun risultato sostanziale. Ogni anno cresce il numero dei consumatori, le morti causate dalla droga si molteplicano, nuovi tipi di stupefacenti piu' potenti e piu' dannosi prendono piede, la produzione aumenta. Il riciclaggio dei capitali illegali ottenuti con il traffico di stupefacenti non riesce ad essere contrastato nonostante tutti gli sforzi profusi.(...).
La lotta contro gli stupefacenti non deve concentrarsi sui consumatori e sulla parte bassa della scala gerarchica degli spacciatori, ma sul traffico organizzato internazionale e sugli spacciatori ad alto livello.(...).
Occorre adottare un atteggiamento pragmatico di riduzione dei rischi (harm reduction) connessi al consumo e all'abuso di droga prendendosi carico sia dal punto di vista sanitario che sociale dei tossicodipendenti; tale atteggiamento deve essere volto a garantire e organizzare la disponibilità di stupefacenti non adulterati e giustamente dosati allo scopo di consentire la riduzione dei decessi e dei problemi sanitari (in particolare la contaminazione con il virus HIV) oltre alla diminuzione della criminalità indotta. (...)
Dato che il riciclaggio risponde alla necessità, per i trafficanti, di inserire nell'economia legale gli enormi profitti resi possibili dal carattere illecito del commercio della droga, occorre, al di là del necessario controllo del circuito economico e finanziario, studiare i mezzi atti ad impedire l'accumulo di tali profitti tramite la regolamentazione del commercio delle sostanze oggi proibite.(...).