TRANSNATIONAL FAX N·24 - SPECIALE 'ABOLIZIONE DELLA LEVA'
Bollettino di informazione e di azione sulle campagne del Partito radicale transnazionale
Numero 24 del 8 Settembre 1998 - - Speciale 'Abolizione della leva'
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* Redazione: Mihai Romanciuc - Marco Perduca, Via di Torre Argentina 76, 00186 Roma (IT)
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* Impaginazione e Distribuzione: Alberto Novi (B)
* Pubblicato in: inglese, italiano, francese, russo e spagnolo.
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Mentre continuano le mobilitazioni per la richiesta di incriminazione da parte del Tribunale dell'Aia di Milosevic per crimini contro l'umanità e genocidio, e l'appello perché le Nazioni Unite mettano all'ordine del giorno la questione di una moratoria di esecuzioni capitali entro la fine dell'anno (i testi sono reperibili all'URL www.radicalparty.org) da alcune settimane il Partito Radicale transnazionale ha avviato, insieme al Comitato "Né giusta, né utile" la campagna "Leva la leva" per l'abolizione dell'obbligatorietà della leva militare e civile.
L'iniziativa è stata presentata il 20 di agosto con una conferenza stampa nella sede radicale di Roma dal Segretario del PR Olivier Dupuis - protagonista storico delle battaglie radicali per l'affermazione di coscienza, incarcerato in Belgio per un anno nell'85 per avere rifiutato di prestare tanto il servizio militare quanto il servizio civile "nazionale" - e da Valentina Piattelli, coordinatrice del Comitato "Né Giusta Né Utile".
Nel corso della conferenza stampa è stato diffuso il testo della petizione popolare, che troverete in questo Transfax, su cui si stanno raccogliendo adesioni. Inoltre sono state rese note alcune cifre esemplificative dell'ennesimo scandalo di regime: i partiti della partitocrazia, per il solo servizio civile alternativo, regalano alle burocrazie statali e parastatali e ai professionisti del volontariato più di 1.100 miliardi l'anno, e insieme mantengono in vita un servizio militare obbligatorio tanto inefficiente quanto costoso.
Tutto questo, mentre il Parlamento, con le "nuove" norme di "riforma" della leva, si appresta a consolidare e estendere l'attuale assetto burocratico e assistenziale del servizio civile.
Come al solito abbiamo bisogno del vostro aiuto e della vostra partecipazione, vi chiediamo di sostenere le nostre petizioni, ma anche di farle circolare e di pubblicizzare il nostro sito internet www.radicalparty.org in cui è possibile firmarla online. Grazie
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ALCUNI DATI DELLE PRINCIPALI DISFUNZIONI DEL SISTEMA ATTUALE GESTITO DAL MINISTERO DELLA DIFESA.
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Il sistema attuale è in contraddizione con vari articoli della Costituzione, nonché con le principali convenzioni sulla protezione dei diritti umani, in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e, in particolare, il diritto di adesione volontaria alle associazioni (articolo 3 della Costituzione).
Il sistema attuale, sia nella sua versione militare che civile, non è o non è più rispondente ai compiti di sicurezza e di difesa ai quali si richiama.
Per quanto riguarda il servizio civile questo è diventato una ulteriore forma di assistenzialismo e di statalizzazione dell'associazionismo e del cosiddetto volontariato. Ha inoltre determinato serie alterazioni del mercato del lavoro garantendo a enti e associazioni decine di migliaia di lavoratori a costo zero e al di fuori delle legislazioni in materia di lavoro consentendo peraltro a questi enti di porsi sul mercato dei beni e dei servizi in una posizione di palese privilegio rispetto a qualunque concorrente.
Alcune cifre: nel 1997 i giovani che hanno svolto servizio civile sono stati 54.867. Quanto avrebbero dovuto spendere gli enti e le associazioni attualmente convenzionati con il Ministero della Difesa se non si fossero potuti avvalere dell'opera coatta e gratuita prestata dagli obiettori? La risposta è semplicissima. Abbiamo preso a esempio il caso di un giovane di 28 anni che lavora in un'azienda romana con un contratto di formazione di 5· livello per un ruolo esecutivo nel settore del commercio. Questo contratto determina per l'azienda un costo mensile lordo di lire 2.099.748: applicando a 54.867 persone per dieci mesi si ottiene una spesa complessiva di lire 1.152.068.735.160. Dunque ogni anno con il solo servizio civile i partiti della partitocrazia regalano forza lavoro alle burocrazie statali, parastatali e parapartitiche e ai professionisti del volontariato per un valore superiore ai 1.100 miliardi di lire.
Per quanto riguarda il servizio militare, si tratta ormai di un sistema tanto costoso quanto inefficiente rispetto alle attuali e per lo più nuove esigenze di una politica di sicurezza e di difesa. In particolare, come dimostrato in occasione dei conflitti avvenuti successivamente alla caduta della Cortina di Ferro, una politica di sicurezza non può che essere concepita in chiave quanto meno europea e deve essere organizzata per poter svolgere azione di mantenimento o di ristabilimento della pace. Impostazione che richiede una forte professionalizzazione che l'attuale esercito di leva non è in grado di garantire.
Le proposte di "riforma" che il Parlamento si appresta a discutere e a votare hanno come principale obiettivo non quello di assicurare alle Forze Armate una maggiore efficienza ma quello di consolidare ed estendere l'attuale assetto parassitario e burocratizzato del servizio civile.
Se le proposte in discussione dovessero essere approvate, l'"esercito" della manodopera coatta sarà esteso fino a raggiungere le 100.000 o, peggio, le 150.000 unità.... E, in questo caso, il regalo di regime finirà addirittura per sfondare la soglia dei 2.000 o dei 3.000 miliardi di lire.
Le prossime tappe della campagna:
- raccolta di almeno 100.000 firme di cittadini italiani sulla petizione rivolta alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo;
- presentazione di una mozione al Senato e alla Camera;
- elaborazione di studi sui costi del sistema attuale sia del servizio militare che del servizio civile;
- campagna di denuncie presso le autorità giudiziarie ivi compreso la Corte europea dei Diritti umani e la Corte di Lussemburgo di casi di palese violazione delle leggi in materia di lavoro e di concorrenza.
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ABOLIZIONE DELLA OBBLIGATORIETA' DELLA LEVA MILITARE E CIVILE
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TESTO DELLA PETIZIONE PETIZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, AL SENATO DELLA REPUBBLICA E AL PARLAMENTO EUROPEO
Considerando:
a. i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che sanciscono il diritto all'uguaglianza senza distinzioni di razza, nazionalità, sesso, di opinione politica o religiosa;
b. che in seguito all'unificazione europea, alla caduta della "cortina di ferro" e all'allargamento dell'"area atlantica" sono venute meno la maggior parte delle minacce che potevano giustificare l'esistenza in Italia di una politica di difesa fondata sulla leva obbligatoria;
c. che sui temi della difesa e della sicurezza le autorità... politiche italiane non hanno ancora tratto le conseguenze derivanti dalla partecipazione dell'Italia ai vari processi di integrazione sovranazionale e, in particolare, a quello dell'Unione europea;
d. che gli enormi sviluppi tecnologici avvenuti anche nel settore dei sistemi d'arma rendono necessaria la selezione e professionalizzazione del personale militare, e comportano il superamento dei modelli di difesa tradizionali - tanto costosi quanto inefficienti - basati sull'esercito di leva;
e. che in molti paesi membri dell'UE le Forze Armate sono interamente costituite da personale volontario, senza alcun pregiudizio o pericolo per le istituzioni politiche democratiche;
f. che le minacce alla sicurezza mondiale sono in primo luogo costituite dalle perduranti situazioni di miseria e di sottosviluppo e dall'assenza di democrazia in grande parte del mondo;
g. che queste situazioni producono sempre più numerosi conflitti nei quali i principali bersagli sono costituiti dalle popolazioni civili, rendendo sempre più spesso necessari interventi sia umanitari sia politico-militari, che richiedono la partecipazione di personale altamente qualificato;
h. che l'Europa potrebbe esercitare una più effettiva responsabilità e un ruolo più efficace nelle operazioni di mantenimento e di ristabilimento della pace e in quelle umanitarie, istituendo un corpo europeo militare e civile, a base volontaria, posto direttamente sotto il controllo delle istituzioni dell'Unione Europea;
i. che il servizio civile, da istituto nato per attuare una conquista politica e civile, si è trasformato da un lato in uno strumento di statalizzazione, di burocratizzazione e di finanziamento dell'associazionismo, del cosiddetto "privato sociale" e dei soggetti economici "non profit", dall'altro in una forma di manodopera coatta, perdendo ogni relazione con le esigenze di difesa che potevano giustificare la leva;
l. che i cittadini che svolgono servizio civile alternativo possono essere precettati presso enti e associazioni di cui non condividono finalità e metodi in violazione dell'articolo 20, comma 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;
m. che oggi gli obiettori costituiscono una forza lavoro a costo zero posta al servizio di enti pubblici e privati - senza diritti sindacali e al di là e al di fuori delle garanzie economiche e normative previste dalla attuale legislazione in materia di lavoro - e sono spesso impiegati in mansioni non corrispondenti a quanto previsto dalla legge sul servizio civile;
n. che l'uso degli obiettori consente agli enti pubblici e privati che li impiegano di porsi sul mercato dei beni e dei servizi in una posizione di assoluto privilegio rispetto a qualunque altro competitore, in palese violazione dello spirito e della lettera della normativa nazionale ed europea in materia di concorrenza;
o. che l'obbligatorietà... del servizio di leva, militare o civile, comporta gravi e inutili ingerenze nella vita dei cittadini limitandone la libertà... e imponendo costi umani e sociali non pi- necessari alla difesa nazionale;
tutto ciò considerato
noi sottoscritti,
1. chiediamo l'abolizione totale, in tempo di pace, del servizio di leva sia militare che civile;
2. proponiamo la creazione di un corpo europeo, militare e civile, su base volontaria, per le operazioni di mantenimento e di ristabilimento della pace e per quelle umanitarie, posto direttamente sotto la autorità e il controllo delle istituzioni dell'Unione europea.
NOME :
COGNOME :
INDIRIZZO :
ASSOCIAZIONE :
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