AMICI E NEMICI POLITICI
a cura di Tamara Jadrejcic e Silvja Manzi
SOMMARIO: Vengono qui analizzati i rapporti ed i loro sviluppi di Slobodan Milosevic con alcuni dei personaggi chiave del mondo politico e militare serbo e dell'ex Jugoslavia: Radovan Karadzic, presidente dell'autoproclamata repubblica serba di Bosnia, Milan Babic, presidente dell'autoproclamata repubblica serba di Krajina, di Vjekoslav Seselj, presidente del partito radicale serbo, Hadzic, del capo-banda Zeljko Raznjatovic Arkan, del presidente croato Franjo Tudjman, di Ratko Mladic, generale capo dell'esercito serbo-bosniaco, di Vuk Draskovic, presidente del Partito del Rinovamento serbo.
a) Radovan Karadzic
- 5 dicembre 1990 - dalla dichiarazione di Karadzic durante il party organizzato dopo le elezioni a Sarajevo:
in nome dei serbi di Bosnia Karadzic ha espresso la gratitudine anche alla "Repubblica di Serbia e ai suoi dirigenti per la preoccupazione che hanno mostrato verso i serbi della Bosnia-Erzegovina ed inoltre per i cambiamenti nella Serbia senza i quali non ci sarebbe nemmeno il nostro recupero. (...) I serbi di Bosnia-Erzegovina non vogliono più nascondere il loro legame con la Serbia, (...) anche per questo abbiamo organizzato questo party".
(dal quotidiano Borba di Belgrado, 5 dicembre 1990, numero 340, pag. 3, autore D.Pusonjic)
inizio ottobre 1991 - si parla dei piano RAM (cornice, ndt); parte di un colloquio tra Milosevic e Karadzic pubblicato dal settimanale indipendente di Belgrado Vreme:
MILOSEVIC: ... Mettiti in contatto con Uzelac, lui ti dirà tutto. Là dove hai problemi, chiama.
KARADZIC: Ho problemi con Kupres. Lì una parte dei serbi è un po' disubbidiente...
M.: Avrai tutto, non ti preoccupare. Siamo i più forti...
K.: Sì, sì.
M.: Non ti preoccupare. Finché c'è l'esercito, nessuno può farci niente.
K.: La questione dell'Erzegovina...
M.: Non ti preoccupare per l'Erzegovina. Momir (Bulatovic, il presidente del Montenegro, ndt) ha detto alla gente: 'Chi non è pronto a morire per la Bosnia, faccia cinque passi in avanti.' Nessuno li ha fatti...
K.: Bene... e con quei bombardamenti...
M.: Oggi non è un giorno per l'aviazione, c'è la seduta della Comunità europea...
(le registrazioni delle telefonate erano in possesso dei servizi governativi jugoslavi)
(dal libro di Stipe Mesic "Kako je srusena Jugoslavija", pag. 236)
I due parlano del cosiddetto piano RAM, il piano che è stato preparato già da anni, piano per attaccare la Bosnia ed Erzegovina:
MILOSEVIC: Prima, questo devi capire bene, non posso spiegarti tutto.
KARADZIC: Va bene.
M.: E' di massima importanza per il futuro piano RAM, sai cos'è RAM?
K.: Sì, sì so tutto.
M.: E' importante che il gruppo di Banja Luka sia pronto e mobile.
K.: Va bene.
M.: Per questo devi: 1) fare di tutto perché esso sia pronto e mobile e che non ci sia nessun problema; 2) tra un'ora fatti vivo a SDS con un invito per una riunione al più alto livello.
K.: Va bene.
M.: Perché tutti gli uomini che tu decidi resteranno a difendere le case, i territori, e faranno in modo che siano bloccate tutte le vie, e così via...
- 23 gennaio 1992 - dalla dichiarazione di Karadzic durante una conferenza stampa dei serbo-bosniaci:
"un'alleanza tra la repubblica serba e tutte le altre regioni autonome serbe (...) per contrastare la volontà della Comunità economica europea di dividere il popolo serbo"
(dall'ANSA 1992, 23 gennaio 1992)
- 27 febbraio 1992 - dala dichiarazione di Karadzic durante la conferenza stampa dopo le riunioni con la CE:
"non vogliono aggiungere alcun territorio di questa Repubblica alla Serbia" ma intendono "partecipare a un'eventuale associazione tra i serbi di tutta la Jugoslavia" (v.c.t.)
(dall'ANSA 1992, 27 febbraio 1992)
- 14 maggio 1992 - Karadzic durante una conferenza stampa a Belgrado:
la presidenza collegiale federale "ha già chiarito che essa non può far ritirare i militari nati nella Bosnia-Erzegovina"
un ritiro degli uomini "equivarrebbe a un suicidio per i serbi"
si è detto "favorevole a una smilitarizzazione della Bosnia-Erzegovina" perseguita nell'ambito di trattative "giuste e globali"
per giungere a una smilitarizzazione "che è necessaria se non vogliamo trasformare i Balcani nel teatro di una grande tragedia, ci vorranno garanzie internazionali"
definisce "l'Europa una comunità di interessi"
critica la CE per la mancata ripresa dei colloqui inter-etnici e che se viene fatta dipendere dalla cessazione del fuoco "state certi che Izetbegovic continuerà a far sparare"
accusa l'Europa di aver riconosciuto la Bosnia-Erzegovina "prima che si siano concluse le trattative sul futuro della Repubblica"
(dall'ANSA 1992, 14 maggio 1992)
- 19 agosto 1992 - lettera di Radovan Karadzic al "The Times" prima della Conferenza di Londra:
(tradurre) "... ignore that is to miss the only opportunity to bring peace, and peace will not come through military intervention. (...) One of the problem is that neither Britain nor the EC, now under Britain's presidency, has any Balkan policy. The Balkans is the last place on earth in which to try to prove that the EC is sophisticated enough to become a second global superpower... (...) The role in this process of Slobodan Milosevic, president of Serbia, is non-existent, and to persue his attendance in London as though it werw a critical factor is mistaken. Claims that he is involved in the day-to-day, or even the long-term, situation in Bosnia and Hercegovina are pure fantasy. Ignoring the fact that the position of Serbia and Montenegro is now rapresented by the 'new Yugoslavia' misses the point that all responsability for foreign policy has been removed from Milosevic. He no longer has the authority to attend international talks; he only had it temporarly, due the last year's collapse of the federal sys
tem. (...) Any retort by Foreign Office that to invite Yugoslavia, which they 'do not recognise', would legitimise their status, ignores the fact that the British, Franch, Germans, Italians, Greeks, Spanish, Portuguese and others all have functioning embassies in Belgrade, with reciprocal arrangements and fully accredited diplomats. (...) To try to convince ourselves that one side is wrong and the others are right does not square with the reality of this inter-religious conflict.
(dai Materiali vari)
- 27 agosto 1992 - dalla dichiarazione di Karadzic, durante la Conferenza di Londra sull'ex Jugoslavia (con l'approvazione della dichiarazione di cessazione di ogni violenza in Bosnia):
"Siamo pronti a restituire fino al 20 % dei territori conquistati, a chiudere unilateralmente i campi di detenzione e a raggruppare tutta l'artiglieria pesante intorno alle più importanti città, tra cui Sarajevo, per facilitarne l'ispezione da parte degli osservatori dell'ONU"
Karadzic in conferenza stampa "Abbiamo deciso di chiudere tutti i nostri campi per prigionieri di guerra anche se gli altri non lo faranno"
sulla pulizia etnica Karadzic dice "questa non è mai stata la nostra politica. (...) Se spostamenti vi sono stati sono soltanto dovuti a motivi di guerra: dopo la fine del conflitto rientreranno tutti dov'erano"
(dall'ANSA 1992, 27 agosto 1992)
- 28 agosto 1992 - dall'intervista di Karadzic alla BBC:
egli si definisce "soddisfatto" per i lavori della conferenza e ritiene che la pace "è a portata di mano, se i musulmani la vorranno"
(dall'ANSA 1992, 28 agosto 1992)
- 23 settembre 1992 - dalla conferenza stampa di Karadzic a Belgrado sull'espulsione della federazione jugoslava dall'ONU: l'ONU si è lasciata condizionare "da una parte della comunità. (...) Siamo al tramonto dell'ONU"
i musulmani stanno compiendo "una guerra di religione"
(dall'ANSA 1992, 23 settembre 1992)
- 28 luglio 1993 - Karadzic dopo gli incontri a Ginevra
rimane da fare "del lavoro, ancora del lavoro"
sugli attacchi ai Caschi blu dice "I serbi non attaccheranno mai le forze dell'ONU"
(dall'ANSA 1993, 28 luglio 1993)
(data?) Anche i materiali che seguono sono stati presentati dal Ministero dell'Informazione della Bosnia ed Erzegovina a una delle conferenze stampa, e sono stati trasmessi da Radio Sarajevo. I materiali sono stati trovati nell'ufficio del Capo dello Stato Maggiore dell'ex esercito federale, il generale Milutin Kukanjac. Colloquio tra Radovan Karadzic e Dobrica Cosic.
KARADZIC: Io dico sempre a questi miei, qui, loro sono già abituati, che noi non possiamo seguire un'altra politica da quella che stiamo seguendo: la politica dello sviluppo naturale del popolo serbo, per lo sviluppo delle tendenze naturali, secondo me questa è l'unica posizione non ideologica e deve dare risultati.
COSIC: La vostra è una politica esistenziale, con voi finisce un processo storico.
K.: Sì, sì.
C.: Il processo ha due contenuti: l'unificazione degli slavi del sud e l'unificazione dei serbi. L'unificazione degli slavi del sud è storicamente fallita, ma l'unificazione dei serbi no. In fin dei conti questo va avanti da Karadjordje fino ad oggi.
K.: Sì, sì.
C.: La vostra tattica, la vostra strategia, non lo so, non so cosa succederebbe se non ci foste voi.
K.: ... sì, grazie, grazie.
C.: Io lo dico anche come scrittore, non solo come patriota.
K.: Grazie, grazie. Vede, tutto il popolo serbo è con noi, e il nostro partito è veramente unito.
- 1 luglio 1994 - dichiarazione di Karadzic:
"Abbiamo vinto la guerra, siamo persino pronti a restituire una parte dei territori in cambio della pace ma nessuno ci costringerà a umiliarci"
(da La Stampa)
- 2 luglio 1994 - dichiarazione di Karadzic:
Le mappe messe a punto sono "inaccettabili ed umilianti, (...) così come sono non possono che portare alla prosecuzione della guerra. (...) Il contrattacco è la specialità serba, l'ora si avvicina: quando sarà giunta distruggeremo l'esercito musulmano. (...) Se le mappe non saranno corrette rifiuteremo di collaborare ancora con la mafia internazionale, ed impediremo a chicchessia di decidere i confini del nostro Stato. (...) L'Europa cristiana non può operare sulla stessa lunghezza d'onda di Teheran".
(da La Stampa)
- 8 luglio 1994 - Karadzic chiede "aggiustamenti" al piano ma aggiunge "piacerebbe a Izetbegovic che dicessi di no, tanto per semplificargli le cose".
(da Il Corriere della Sera)
- 17 dicembre 1994 - nell'edizione speciale di "Studio B", la radio indipendente di Belgrado, Karadzic dichiara:
"Bihac è un problema grande per tutti i serbi, ma anche per l'esistenza dei serbi. (...) I croati li teniamo d'occhio. Abbiamo fatto sapere loro di smetterla con l'offensiva (a Livno, ndt.) o non ci sarà la pace. Noi possiamo colpirli dove vogliamo... La Croazia non è ancora pronta per una soluzione globale delle relazioni con i serbi perché non ci vogliono dare i territori. (...) devono dare qualcosa ai serbi, trattare con loro, altrimenti i serbi resteranno su ogni pezzo di terra che ora occupano."
(da Slobodna Dalmacija del 18 dicembre 1994)
b) Milan Babic
- 8 gennaio 1992 - in una lettera indirizzata a Milan Babic, Milosevic lo accusa di rifiutare l'interruzione della guerra definendo il suo comportamento "estremamente irresponsabile", sottolinea che la presenza dei Caschi blu sarebbe una "garanzia" di pace ed esprime la sua "profonda indignazione" davanti alla "scelta della guerra" fatta "in un momento in cui ogni motivo di proseguire la guerra non ha ragione di esistere". Esprime la "speranza" che la popolazione della Krajina non "appoggerà" tale politica. Osserva che "il fatto che la Serbia fornisca alla Krajina un aiuto globale e disinteressato" non significa che Babic "abbia il diritto di decidere della vita dei suoi cittadini", "di giocare con la vita della gioventù serba".
(dall'ANSA 1992, 8 gennaio 1992, notizia ripresa dall'agenzia TANJUG di Belgrado)
c) Vjekoslav Seselj
SESELJ - Vojislav, è deputato del parlamento serbo e rappresentante del Partito radicale serbo, che fa seguito al gruppo dei "Cetnici", esistente prima della II guerra mondiale (noto per la sua politica monarchica di estrema destra). Durante le elezioni del 1994 a Belgrado, Seselj e Milosevic hanno pubblicamente lasciato intendere di essere a conoscenza dei crimini di guerra. Questo è stato riferito dai mezzi di comunicazione della Repubblica Federale di Jugoslavia nell'ottobre 1993. E stato inoltre riferito che Milosevic aveva ordinato che una quarantina di membri di Seselj fossero perseguiti penalmente per lo stupro e altri crimini di guerra.
(dal rapporto Bassiouni)
- 25 febbraio 1992 - dichiarazione di Seselj:
"L'iniziativa del Partito democratico per le elezioni straordinarie e per le dimissioni del Presidente Milosevic è una sciocchezza politica, iniziata dai mass media stranieri per creare il caos in Serbia durante la tregua, ma anche per lasciare i serbi dei 'paesi serbi occidentali' senza protezione"
(dal quotidiano "Vjesnik" di Zagreb, 25 febbraio 1992)
- marzo 1992 - dichiarazione di Milosevic su Seselj:
"Più di tutti apprezzo Seselj, perché ritengo che lui e il suo partito sono in termini finanziari indipendenti dall'estero ed anche perché è coerente nell'espressione delle sue posizioni politiche. Lui non cambia opinione come alcuni colleghi dell'opposizione, che oggi dicono una cosa e domani un'altra."
(dal settimanale Vreme di Belgrado, 4 ottobre 1993, numero 154, pag. 16 e 17, autore Nenad Lj. Stefanovic)
- 23 dicembre 1992 - dall'intervista di Seselj sul quotidiano Politika di Belgrado:
"Panic vuole una elezione ogni domenica, fino a quando non riuscirà a vincere. (...) Le elezioni sono state regolari e hanno avuto il risultato che era prevedibile. Personalmente sono contento della vittoria che Milosevic ha conseguito al primo turno, perché significa che le forze patriottiche hanno decisamente prevalso"
(dall'ANSA 1992, 23 dicembre 1992)
- 24 dicembre 1992 - il messaggio di congratulazioni di Seselj a Milosevic sul risultato delle elezioni:
"La Serbia ha mostrato che la politica serba non si decide e non si deciderà mai fuori dai confini del nostro paese"
assicura il suo "fermo sostegno" a Milosevic
(dall'ANSA 1992, 24 dicembre 1992)
- 28 dicembre 1992 - dall'intervista di Seselj sul quotidiano Politika di Belgrado, su Panic:
"dovrebbe finire in prigione, (...) è un traditore" ha "sottratto alle casse dello Stato 150mila dollari per un viaggio negli Usa"
(dall'ANSA 1992, 28 dicembre 1992)
- 17 maggio 1993 - dichiarazione di Seselj a Pale:
se vi sarà un attacco egli e i suoi uomini "ai quali si potrebbero aggiungere volontari russi" attaccherebbero Sarajevo e "la conquisteremmo in tre giorni"
(dall'ANSA 1993, 17 maggio 1993)
- 29 settembre 1993 - comunicato del SPS dopo la mozione di sfiducia presentata da Seselj:
"Con la sua condotta politica, Seselj esprime uno sciovinismo estremamente primitivo. Egli ha contribuito all'isolamento della Serbia dal mondo"
(dall'ANSA 1993, 29 settembre 1993)
- 30 settembre 1993 - Seselj replica alle accuse dei socialisti:
"Hanno perso il controllo dei nervi, ora perderanno anche il potere"
(dall'ANSA 1993, 30 settembre 1993)
- 21 ottobre 1993 - Milosevic su Seselj:
"profittatore e criminale di guerra"
(dall'ANSA 1993, 21 ottobre 1993)
- 21 ottobre 1993 - Seselj su Milosevic:
"Ha perso la testa, perderà anche il potere"
(dall'ANSA 1993, 21 ottobre 1993)
- 11 novembre 1993 - Seselj su Milosevic durante una conferenza stampa elettorale:
dice di Milosevic che è "il principale mafioso della Serbia" sull'accusa di essere un criminale di guerra e di essere condotto dinanzi alla corte di giustizia dice "non vedo come potrei andarci io e non Milosevic"
(dall'ANSA 1993, 11 novembre 1993)
- 25 novembre 1993 - Seselj a Milosevic, Bulatovic e Karadzic su colloqui di pace a Ginevra:
"Non è serio andare a discutere con gli occidentali, il cui unico scopo è quello di spezzettare la nazione serba"
a Karadzic chiede di "non accettare le pressioni di Milosevic"
(dall'ANSA 1993, 25 novembre 1993)
Colloquio telefonico tra Vjekoslav Seselj, il leader del partito radicale serbo, cioè dei cetnici serbi, l'estrema destra, e sua sorella Dragica. Il colloquio si è tenuto subito dopo un massacro eseguito dai cetnici nelle vicinanze di Trebinje che si trova nella Erzegovina orientale.
DS - Vojo, mi ha chiamato qualche giorno fa la piccola Marija di Trebinje.
VS - Sì.
DS - Dice che qualche giorno fa i montenegrini hanno sgozzato alcune persone e che Jovo è scappato.
VS - Montenegrini?
DS - Sì.
VS - Cosa? Non distinguevano i serbi dai croati?
DS - No, niente. Dice che erano ubriachi, lei non sa cosa fare, Jovo ce l'ha fatta appena. Adesso ha paura per Dubrovnik.
VS - Chi hanno sgozzato?
DS - Non lo so, vecchi.
VS - Chi?
DS - Vecchi.
VS - Chi?
DS - Alcuni vecchi.
VS - Quali?
DS - Nove di loro, penso che erano croati.
VS - Tutti croati?
DS - Sì...
VS - Allora va bene, meglio loro che noi.
DS - Vojo, dice che adesso ci sarà la vendetta a Dubrovnik.
VS - ... devo andare a sgozzare a Dubrovnik?
DS - ... prenderanno le tue zie, che stanno a Dubrovnik.
d) Hadzic (Blagoje ?)
- 23 dicembre 1992 - il messaggio di congratulazioni di Hadzic a Milosevic sul risultato delle elezioni:
ringrazia Milosevic "per tutto quanto da lui fatto per il popolo serbo", è fiducioso nella "vittoria della politica di pace e di verità sulla strada della creazione di una alleanza di tutti gli Stati serbi"
(dall'ANSA 1992, 23 dicembre 1992)
e) Zeljko Raznjatovic Arkan
ARKAN - il vero nome è Zeljko Raznjatovic. L'INTERPOL ha numerosi mandati d'arresto a suo carico in molti paesi d'Europa, per una serie di rapine, e sono in corso indagini relative ad assassini politici. Nel 1992 è stato eletto nel parlamento serbo nelle circoscrizioni del Kosovo, come candidato indipendente.
- 25 febbraio 1992 - dichiarazione di Zeljko Raznjatovic Arkan:
"I croati potrebbero svegliarsi dalla profonda ipnosi di Tudjman soltanto dopo una sconfitta militare e un'entrata dei serbi a Zagreb"
(dal quotidiano "Vjesnik" di Zagreb, 25 febbraio 1992)
f) Franjo Tudjman
- 13 novembre 1993 - dichiarazione di Tudjman su Milosevic, sulla Bosnia e sull'ex Jugoslavia:
all'apertura del ponte di pontoni di Maslenica "i serbi rispettano l'accordo, (...) Milosevic non è colpevole per tutto quanto è avvenuto nella ex Jugoslavia. (...) Se avessimo desiderato conservare una Bosnia unitaria, avremmo conservato anche una Jugoslavia unitaria"
(da "Internazionale" del 13 novembre 1993, articolo tratto da "Oslobodjenje")
- 2 luglio 1994 - Milosevic chiede un incontro con Tudjman per superare "errate reciproche prese di posizioni estremistiche"
(da Il Corriere della Sera)
g) Ratko Mladic
- 17 maggio 1993 - dichiarazione di Ratko Mladic ai giornalisti inglesi
"Londra potrebbe essere bombardata, (...) molti serbi vivono a Londra e a Washington"
(dall'ANSA 1993, 17 maggio 1993)
Il materiale è reso pubblico dallo Stato maggiore delle forze bosniache ed è stato anche presentato ai giornalisti durante una delle conferenze stampa.
La seconda parte è il colloquio tra Ratko Mladic, il generale che guida le forze dell'ex esercito federale a Sarajevo con i suoi ufficiali, abbiamo colto proprio il momento mentre il generale Mladic dava gli ordini per attaccare la città.
Nei materiali sentirete anche dei nomi come Velusici, Pofalici, questi sono tutti i villaggi che fanno parte della periferia di Sarajevo, Bascarsija è la via principale che si trova nel centro storico della città.
(2a voce - il tenente Mirko Vukasinovic)
(3a voce - il generale Ratko Mladic)
1a voce - Pronto, parlo in nome del generale Mladic, chi è?
2a voce - Tenente Vukasinovic.
1a - Vukasinovic chi, Ratko?
MV - No, no, Mirko.
1a - Come vanno le cose da voi, avete munizioni?
MV - Tutto va bene.
1a - Cosa hai pronto, quale gruppo?
MV - Ho quelli di Kresa.
1a - Cosa puoi colpire da lì?
MV - Posso ... tutto fino alla caserma.
1a - No, no, adesso lascia la caserma, puoi colpire Belusici?
MV - Sì, posso.
1a - Hai delle armi già direzionate?
MV - Sì.
1a - Sì o no.
MV - Sì, sì.
1a - Quando puoi cominciare?
MV - Tra dieci, quindici minuti.
1a - Dimmi, puoi colpire Bascarsija?
MV - Posso.
1a - Sì o no.
MV - Sì.
1a - Allora comincia a colpire Bascarsija.
MV - Va bene.
1a - Mirko, mi senti?
MV - Sì.
1a - Forse è arrivato il momento di colpire il Parlamento.
MV - Va bene.
1a - Subito!
MV - Sì.
1a - Aspetta, aspetta un momento.
3a voce - Qui il generale Mladic.
MV - Dica, compagno generale.
RM - Senza panico, dimmi prima chi sei.
MV - Vukasinovic.
RM - Vukasinovic tenente?
MV - Sì.
RM - Tenete sotto il fuoco il Parlamento e la Presidenza, colpite ad intervalli finché io non dico basta.
MV - Va bene, salve.
RM - Salve.
RM - Qui Mladic.
MV - Dica.
RM - Qual'è la tua posizione migliore.
MV - Da Kresa.
RM - Lì la situazione è la migliore?
MV - Sì.
RM - Cosa mi proponi di colpire.
MV - Io ho già dato ordini per quello che lei ha detto prima.
RM - Va bene, va bene. Ma quali obiettivi mi proponi adesso.
MV - ... io non colpirei più questi obiettivi, ma passerei a Pofalici.
RM - Ma perché, a cosa ci serve Pofalici?
MV - E' perché lì abbiamo colpito poco.
RM - Velusice, devi colpire Velusice.
MV - Va bene.
RM - Colpisci Velusice e Pofalice, lì non ci sono molti serbi. Colpisci intorno a Hunke e Djuro Djakovic, hai capito?
MV - Sì.
RM - Non li lasceremo dormire. Dobbiamo cercare di colpire il loro cervello, colpisci ancora un po' sulla presidenza.
MV - Va bene.
h) Vuk Draskovic
- 10 giugno 1993 - dichiarazione di Milosevic su arresto di Draskovic:
la situazione di Draskovic "esce dal terreno della politica e riguarda il settore giudiziario (...) la legge deve essere applicata"
(dall'ANSA 1993, 10 giugno 1993)