SOMMARIO: Nella sua dichiarazione di voto dove annuncia che il suo gruppo, l'Alleanza Radicale Europea (ARE), voterà contro la fiducia alla Commissione, il deputato riformatore Dell'Alba sottolinea come il programma presentato dal presidente Santer sia carente "dell'essenziale, cioè della politica". (Strasburgo, 18 gennaio 19959.
Signor Presidente,
Signor Presidente designato della Commissione,
Cari Colleghi, innanzitutto ringrazio il mio gruppo che ha voluto designarmi portavoce in questa occasione.
E cosi, tra pochi minuti, questo Parlamento si appresta a chiudere tristemente la procedura di costituzione della nuova Commissione iniziata il 15 luglio scorso, dando a Lei ed ai suoi colleghi un voto di approvazione che, come avrà capito dal tono degli interventi, non va ad onore ne suo ne del Parlamento.
Un voto rassegnato, scontato, di ennesima dimostrazione di realpolitik di un Parlamento conscio che i motivi avanzati in questi giorni per criticare le sue scelte, le sue non risposte, la sua mancanza di volontà di dialogo vero con noi non costituiscono una ragione sufficiente per giustificare all'opinione pubblica che era giusto e doveroso sanzionare la Commissione Santer, usando del nostro diritto a ricusarvi aprendo cosi una crisi istituzionale. Un voto pero' che non fa onore alla Commissione che avrebbe potuto trarre da un'attenzione maggiore alla lettera e sopratutto allo spirito del Trattato di Maastricht motivo per impegnarsi di più a rinsaldare il vincolo indispensabile fra Parlamento e Commissione.
Lei, Presidente Santer, oggi avrà forse vinto, certo non ci ha convinto. Non ci ha convinto non tanto e non solo per avuto un approccio formalista ai nuovi poteri conferiti dal Trattato al Parlamento europeo. Lei ci parla infatti, del rapporto Froment Meurice dicendoci che si, ci sono molte donne nella nuova Commissione, ma non credo che sia andato a cercarle Lei, in Francia, in Danimarca, in Svezia, in Germania, in Italia; che ha proceduto alla ripartizione dei portafogli entro il primo novembre a costo di coinvolgere il candidato commissario di un paese che poi ha rifiutato di far parte dell'Unione; di avere accettato il principio delle audizioni, senza volere poi trarne le conseguenze, se non avocando a se il coordinamento di tutto ciò che il Parlamento metteva in discussione.
Io non so se Lei sia superman, certo le capiterà di occuparsi molto, ma rischia di sfuggirle l'essenziale.
Il Parlamento ha ascoltato il programma della Commissione che Lei ci ha presentato.
L'ha ascoltato, io l'ho letto e riletto: c'è di tutto, tranne l'essenziale, e cioè, la politica, Presidente Santer, quella che muove le cose, quella per cui noi dobbiamo convincere i cittadini europei che è giusto credere nell'Unione, nell'avvenire dell'integrazione europea.
Il suo programma è un mero catalogo contemplativo dell'esistente, senza un'idea forte, un progetto politico che ci conduca per i cinque anni che passeremo insieme, al XXI secolo.
I nostri padri ci hanno mandato qui spinti da un grande sogno, come ci ha ricordato con la sua umanità François Mitterrand: mai più la guerra fra di noi. Di questo grande sogno rischia di restare solo il mito della crescita economica. Manca il nostro sogno, quello di un'Europa libera, democratica, federalista, attenta ai bisogni generali, determinata ad assumere le responsabilità politiche che la sua potenza economica le impone. Un'Europa presente sulla scena internazionale, un'Europa che sappia dire oggi, non solo mai più la guerra fra di noi, ma mai più Bosnia, mai più Rwanda, mai più Cecenia.
Un'Europa che sappia e voglia pagare i costi della PACE, che non crede alla pace a tutti i costi, in particolare quando i costi li pagano gli altri, ma che sappia far valere il diritto, la regola, la legge per tutti.
Se noi, non abbiamo questo sogno e questo impegno per le generazioni future, è automatico che ci autoconfiniamo ai tecnicismi, a piccole beghe interne, alla contemplazione appunto.
E' vero che anche il P.E. non l'ha aiutata in questo, tutto introvertito, tutto teso a fare le bucce ai nuovi commissari su competenze specifiche senza innalzare il livello delle audizioni e dello stesso dibattito d'Aula alla politica, con la P maiuscola.
Per amore di questo sogno europeo, per amore del primato della politica, anche e soprattutto per far trionfare i valori del nostro stare insieme, per un ultimo avvertimento il gruppo dell'Alleanza Radicale Europea voterà contro il suo programma e il suo collegio.
Il nostro gruppo ritiene che la grande maggioranza dei membri della commissione siano competenti ed i membri del gruppo italiano in particolare sono fieri ed onorati del fatto che una persona che divide con loro le speranze, gli ideali ed i valori che ho cercato di esprimere sieda fra i membri della nuova commissione.
Ed è cosi vero che solo l'emozione, il sogno e il cuore mobilitano che questa Assemblea in piedi ha applaudito il testamento politico europeo di François Mitterrand.
Questo sogno, sono sicuro, ha commosso ed emozionato anche Lei. Non lo dimentichi, Presidente. Ne faccia buon uso.
Solo cosi troverà il sostegno e l'appoggio convinto non solo nostro, ma dei cittadini europei.