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Caligaris Luigi - 14 settembre 1994
MEP*MPE - Caligaris (FE).

- Signor Presidente, il caso del Ruanda è solo l'ultimo in ordine di tempo a mostrare l'incapacità dell'Europa a intervenire in situazioni di crisi umanitaria e in condizioni di rischio. E' comprensibile, quindi, che si ingeneri nel Parlamento europeo un sentimento di colpevolezza e frustrazione. E' anche vero, però, che questo sentimento è sterile se non dà corso a un programma d'azione. A tal fine sono molti in questa sede a proporre interventi di vario tipo. Tuttavia, si deve prima riconoscere che mancano all'Europa le condizioni politiche e organizzative per reagire credibilmente alle crisi: occorrerebbero, infatti, una comune politica estera e di sicurezza, un monitoraggio delle aree di crisi, una comune gestione politico-organizzativa della missione, strutture e forze.

L'Europa non ha ancora nulla di tutto ciò e se si vuole evitare di conoscere ancora altre delusioni si deve prenderne atto. La PES, la politica estera di sicurezza, è ancora un traguardo, non è tuttora un fatto. Tutto il resto non è stato finora neppure un'ipotesi.

Condivido la proposta dell'onorevole Kouchner di costituire un centro di monitoraggio come osservatorio. Auspico inoltre che fra esso e organismi consimili, sia dell'ONU che della NATO, si instauri quella collaborazione che consenta possibili sinergie.

Condivido anche la creazione di forze incaricate di missioni umanitarie purché abbiano capacità di autodifesa, anche se questa nozione risulta impopolare, come è risultato nell'ultimo intervento: Somalia, Bosnia e Ruanda insegnano che missioni umanitarie disarmate sono facili preda delle milizie locali. Tuttavia, fra l'osservatorio e le forze che sono state proposte e di cui si auspica la creazione, vi è un enorme vuoto politico-organizzativo e di struttura. Se non si colmerà tale vuoto qualsiasi missione umanitaria a rischio non sarà credibile e, quindi, non fattibile.

In attesa che con l'instaurazione della PES si attivi anche in questo settore il necessario processo, il Parlamento europeo potrà fin d'ora stimolare l'impegno fra singoli Stati creando a loro uso quella struttura di cui l'Europa tuttora non dispone.

A questo fine, la sede appropriata per valutare la fattibilità dell'ipotesi è solo l'Unione europea occidentale. Si propone, quindi, di attivare fra essa e il Parlamento europeo quella collaborazione continuativa che tuttora inspiegabilmente, manca.

 
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