- Signor Presidente, è con attenzione e con soddisfazione che abbiamo seguito l'iter dell'istituzione di un comitato aziendale europeo e della creazione di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese comunitarie. Infatti, il diritto all'informazione dei lavoratori, da garantire a livello comunitario, evidenzia che in una questione relativa ad un'azienda esso non riguarda soltanto il datore di lavoro ma bensì riguarda anche il lavoratore.

E' una nostra vecchia impostazione quella della collaborazione dei corpi sociali - addirittura noi parliamo di cogestione dei corpi sociali - che molto spesso ci ha visti soli e talvolta in atroce polemica con la sinistra che propugnava la lotta di classe, la separazione e la conflittualità fra i vari gruppi sociali.

La partecipazione degli imprenditori e dei lavoratori alla vita dell'azienda è, dunque, indispensabile per qualificare qualsiasi lavoro, non inteso soltanto come salario - cioè come sopravvivenza - ma come momento attivo della vita dell'individuo, come realizzazione delle proprie aspirazioni nell'ambito di una sua famiglia più ampia, che è la società nella quale opera.

Non possiamo, pertanto, non apprezzare, anzi, plaudiamo a quest'iniziativa di costituzione del comitato aziendale europeo perché, prima ancora che un'iniziativa di regolamentazione tecnica, riteniamo abbia la nobiltà di un'importante impostazione politica e culturale. Auspichiamo, anzi, che quest'iniziativa possa valere in futuro non soltanto per le aziende transeuropee - cioè per quelle aziende che hanno una sede o più filiali nella Comunità - ma anche per quelle imprese che hanno una sede unica senza filiali, ovviamente purché queste aziende operino nella Comunità stessa.