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Santini Giacomo - 26 settembre 1994
MEP*MPE - Santini (FE).

- Signora Presidente, ci sono alcune date che preoccupano decisamente nelle premesse di questa risoluzione che è stata così ben illustrata dal presidente della commissione per i trasporti e il turismo, Petrus Cornelissen. Una risoluzione sulla quale, lo diciamo subito, il Gruppo Forza Europa concorda pienamente nei contenuti e nelle prospettive.

La prima data preoccupante riguarda il capitolo II, comma b, dato che il sistema di controllo aereo negli spazi europei si basa ancora su principi stabiliti alla fine degli anni '40. La seconda data è il 1980, anno in cui iniziarono a susseguirsi proposte di risoluzione per la realizzazione di un sistema coordinato europeo per il controllo del traffico aereo. Nessun risultato. Così come non ha trovato attuazione la risoluzione, approvata dal Parlamento europeo il 18 settembre 1992, sulla saturazione dello spazio aereo europeo e sul controllo del traffico. Ma la data che ci preoccupa di più signora Presidente è quella del 2010, quando, secondo attendibili previsioni, il traffico aereo subirà un incremento che si valuta superiore al 30 percento rispetto a quello attuale. Quindi cosa fare? Quali i passi più urgenti da intraprendere? Secondo noi, soltanto l'omogeneizzazione, l'integrazione dei sistemi nazionali possono portare alla realizzazione di un sistema davvero unico di controllo da affidare ad un'unica au

torità capace di armonizzare esigenze tecniche con criteri di sicurezza, di economia, di scorrevolezza e di salvaguardia anche del territorio. Però, prima di affrontare questa pista, occorre chiederci con onestà e con realismo che cosa tutti noi, nelle nostre realtà nazionali, stiamo facendo per portare il nostro ipotetico mattone alla costruzione di questo ideale hangar europeo. L'Italia ritiene che un ruolo importante possa svolgerlo Eurocontrol, e fin dal 1986 ha avanzato richiesta di adesione a questo importante organismo riconosciuto ufficialmente dopo la riunione dei ministri dei trasporti nel 1990. Nel cielo italiano incrociano però problemi burocratici ed economici che rallentano il volo verso un inserimento operativo. Il pesante pedaggio, circa 40 miliardi di lire all'anno, come dire 20 milioni di ecu per diventare membri effettivi, ha frenato negli ultimi anni l'iter del disegno di legge che ora è pronto per l'approvazione.

L'Italia in questi anni ha comunque partecipato, pur non avendo diritto di voto, ai lavori dell'Eurocontrol, anche per non perdere il passo con la ricerca tecnologica sostenuta nel nostro paese da un'autentica galassia di piccole e medie industrie di altissimo livello. Anzi per scoraggiare qualsiasi tentativo di intonare ancora una volta il ritornello delle diverse velocità, l'Italia in questo campo a conferma dell'impegno che intende portare avanti ha fatto sì che la scienza battesse la burocrazia. Il nostro paese ha portato a stadi già molto avanzati le sperimentazioni su mezzi e sistemi di controllo di tipo satellitare, destinati a soppiantare gli attuali sistemi basati su impianti al suolo. Questa innovazione costituisce una rivoluzione non solo tecnologica ma direi quasi filosofica. L'uomo non è più titolare del dialogo ma gestore di un sistema computerizzato che decide per lui, anche se alcuni Stati partner avendo sostenuto recentemente pesanti oneri per il rinnovo di mezzi a terra, non condividono que

sta innovazione, noi sosteniamo la validità dei risultati dei nostri esperimenti effettuati con il partner tecnico Alénia, nel Mediterraneo meridionale con i sistemi ADS Automatic Dependent Surveillance e GNSS Global Navigation Satellite System. Abbiamo effettuato scambi importantissimi di esperienze con la Francia, con la Svizzera, paesi confinanti. Siamo pronti a collaborare con tutti coloro che vorranno volare finalmente con noi in un cielo sicuro, in maniera rapida e perché no al prezzo giusto.

 
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