- Signor Presidente, credo che parole di profonda saggezza ce le abbia dette il nostro collega, John Hume, che ha svolto un ruolo così importante in questo Parlamento e anche così riconosciuto in questa pacificazione quando ha detto che convivere tra diversi non è una menomazione, anzi, è un vantaggio. Convivere tra diversi per lingua, per cultura, per religione, per tradizione, può essere un arricchimento. Può essere un arricchimento della democrazia, purché questa convivenza tra diversi la si sappia organizzare, purché la si affronti come valore.
In questo senso, noi vediamo con grande sollievo il processo di pace che si è aperto oggi in Irlanda - e lo posso dire anche come cittadino che viene da una regione, il Sud Tirolo o l'Alto Adige - in cui convivono persone di diversa lingua, di diversa cultura, che si sono fatte la guerra, che hanno avuto i loro morti, i loro imprigionati, i loro torturati e che oggi sono, credo, un esempio di convivenza europea.
Penso che la nostra Unione europea dovrà puntare sempre di più a fare di regioni come il Sud Tirolo, come il paese basco, come l'Irlanda del Nord, come l'Alsazia, come la Svizzera che è europea, nessuno lo può mettere in dubbio, delle regioni pilota, perché a questo si dovrà arrivare, anche nel Baltico, a questo si dovrà arrivare a Cipro, a questo si dovrà arrivare nella Bosnia-Erzegovina, nella Voivodina, tra isrlaeliani e palestinesi, per parlare del nostro ambito più allargato.
Credo che noi dobbiamo sottolineare una opzione di fondo che oggi ci tocca compiere: si può tentare di affrontare la situazione della convivenza tra diversi con l'idea che è meglio separarsi, è meglio non vedersi in faccia. Questa idea delle separazioni, purtroppo, oggi va per la maggiore. Assistiamo ad una recrudescenza di nazionalismo, d'intolleranza, di xenofobia, di quanti pensano che se ognuno ha il suo paese e il suo cantone etnico, sta per conto proprio, nessuno lo disturba, può fare quel che vuole e l'omogeneità trionfa.
L'altra idea è quella della convivenza tra diversi, organizzando territori e stabilendo ordinamenti in cui la diversità abbia posto. Se mi permettete, c'è una piccola ricetta segreta che viene dalla mia regione: per promuovere questo processo non c'è niente di meglio di qualche gruppo misto che accolga già in sé la diversità. Gruppo politico, gruppo culturale. E' quanto oggi vorrei augurare ai nostri amici dell'Irlanda del Nord.