Signora Presidente, onorevoli colleghi, il ministro degli esteri italiano, Antonio Martino e il Presidente del Consiglio italiano hanno già criticato il documento proposto dalla CDU/CSU che prefigura un'Europa a due velocità, basata eminentemente sull'integrazione monetaria che esclude per il momento l'Italia. Il signor Alain Jupé ha aggiunto successivamente che Italia e Spagna dovrebbero comunque far parte di un eventuale nucleo forte.
Considerato chiuso l'aspetto diplomatico, la proposta della CDU ha avuto comunque un grande merito, quello di rilanciare il dibattito sulle Istituzioni dell'Unione in vista della Conferenza intergovernativa del 1996, in particolare sui temi dell'ampliamento e dell'approfondimento dell'Unione. Se si considera il cammino percorso dall'Europa dall'originario nucleo di sei Stati fondatori ad oggi, attraverso i successivi ampliamenti, l'obiettivo condiviso da tutti i paesi è stato di costruire l'Europa in un quadro di solidarietà e di sviluppo socialmente e territorialmente equilibrato, con spirito di apertura verso le regioni geograficamente più vicine e verso tutte le aree del mondo. Per questo motivo non ci sembra che si debba isolare un solo aspetto della realtà comunitaria, concentrarsi sul mercato interno senza preoccuparsi di altri temi pure urgenti per l'ampliamento e l'approfondimento. Tra questi temi metterei almeno la creazione di un potere di decisione politica comune efficace, la delimitazione delle
competenze comunitarie rispetto a Stati, città, regioni, comunità locali, e la revisione delle attuali regole di ponderazione dei voti in senso più aderente alla dimensione demografica.
Sembrerebbe opportuno rilanciare assieme al "volet" economico e monetario, altri "volets", sui quali numerosi Stati membri possono successivamente coinvolgere anche gli altri partner, neutralizzando così eventuali forze centrifughe. Quanto ai "volets" che a me sembrano più promettenti e prioritari, indicherei la politica estera di sicurezza comune, trasporti transeuropei, le telecomunicazioni e la società delle informazioni, l'agricoltura biologica e l'ambiente.
Un'Europa a geometria variabile? Forse! Ma non un'Europa elitaria, nella quale alcuni sarebbero più uguali di altri, né un'Europa à la carte, dove ciascuno prenderebbe solo ciò che più gli aggrada, fino a che non ci sarebbe più Unione.
Per quanto riguarda l'Italia, consentitemi di sottolineare oltre alla sua vocazione sinceramente europeista, gli sforzi e i risultati positivi degli ultimi tempi, nella lotta alla criminalità organizzata, nel graduale risanamento finanziario, nel rilancio dell'economia. Mi si consenta infine una nota personale: vorrei dire che come astronauta che ha volato nello spazio e con i colori italiani ed europei, testimone della collaborazione tecnologica e scientifica in questo settore, vorrei esprimere l'augurio che questa cultura della collaborazione si allarghi in Europa ad ogni nostra realtà anche la più quotidiana. La proposta di risoluzione comune in discussione ottiene la nostra approvazione.