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Muscardini Cristiana - 28 settembre 1994
MEP*MPE - Muscardini (NI)

Signora Presidente, il dibattito odierno si potrebbe intitolare: "Déjà vu". Negli anni '70, Willy Brandt aveva già proposto l'Europa a due velocità, e tutti sappiamo com'è finita. Poi è stato il tempo di Giscard d'Estaing che portò il concetto di geometria variabile, con buona pace di Euclide, e alla fine del 1994 siamo ancora allo stesso punto. Quante velocità ha l'Europa? Al momento nessuna, visto che siamo ancora fermi a come tentare di attuare e modificare Maastricht e siamo a uno zero totale per quanto riguarda l'Unione politica e la politica estera, mentre la Conferenza intergovernativa del 1996 incombe. A solo un anno e mezzo di distanza non sappiamo ancora che avverrà dei cittadini europei e se potranno chiamarsi tali. Quante velocità dovremmo avere? Una soltanto! Magari lenta, ma certamente inesorabile nel portarci alla stazione d'arrivo. Per quanto concerne Alleanza nazionale è l'Unione politica europea! Come si permettono poi certi personaggi, più o meno autorevoli, di individuare i criteri per i

quali alcuni paesi dovrebbero giocare in serie B o in serie A? Questi stessi personaggi, negli anni passati, hanno avallato l'azione e cooperato politicamente con quei governi che si sono resi responsabili dei ritardi attuali: perciò li invitiamo a recitare il mea culpa e a smettere di pontificare. E' vero che vi sono il Belgio o altri Stati, come la Svezia, come in certa misura anche l'Italia, nei quali il debito è superiore a quello che sarebbe auspicabile, ma è anche vero che nei Trattati non vi è traccia di discriminazione, per cause economiche, tra un paese e l'altro nella costruzione europea.

"Una ridefinizione del patto" dice il presidente Pasty. Certamente! Noi ne siamo consapevoli e siamo solidali con le affermazioni da lui fatte in quest'Aula perché il patto deve essere ridefinito avendo come base l'Europa sociale: uguali diritti, uguali doveri, solidarietà e sicurezza, cioè organizzazione per la politica estera e per la difesa. L'Europa dei trattati, l'Europa dei padri fondatori è quella della coesione sociale, della solidarietà, del superamento delle frontiere, dove tutte le navi del convoglio navigano insieme per il raggiungimento degli obiettivi comuni che sono il vero interesse di tutti i cittadini europei.

 
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