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Ghilardotti Fiorella - 28 settembre 1994
MEP*MPE - Ghilardotti (PSE)

Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il risultato della Conferenza del Cairo, date le premesse iniziali, sembra davvero positivo. Le ragioni delle donne assieme a quelle di uno sviluppo sostenibile e umano hanno prevalso sulle guerre di religione. Al Cairo si è superato un tabù di molti paesi del Terzo mondo, di affrontare cioè in una sede dell'ONU il tema della propria crescita demografica. E quel tabù è stato superato grazie all'impostazione complessiva del programma d'azione, che mette in evidenza il nesso inscindibile tra povertà, iniqua distribuzione delle risorse e dei livelli di consumo, crescita della popolazione, pressione sugli ecosistemi e posizione della donna nella società. Rimane isolata dopo il Cairo la prospettiva di coloro - e sono numerosi anche nel mio paese - che considerano il problema della sovrapopolazione un falso problema. Al cuore del programma d'azione del Cairo c'è la donna e c'è soprattutto l'uguaglianza fra l'uomo e la donna. Le donne del Sud del mondo continuano ad

occupare l'ultimo posto nelle statistiche sull'istruzione, l'alimentazione, la sanità, l'occupazione e il reddito. Le politiche suggerite nel documento per promuovere l'accesso delle donne al mercato del lavoro, la loro piena partecipazione alla vita civile e politica, trattamenti sanitari ed educativi paritari, la legislazione contro la violenza sessuale, queste politiche costituiscono per molte donne del Sud del mondo un concreto strumento di emancipazione e di potere. La polemica sull'aborto ha oscurato, forse non casualmente, il grande significato innovativo della Conferenza del Cairo.

Al cuore della trappola demografica c'è il ruolo sociale, economico e simbolico riconosciuto alle donne dalla società. Oggi però dopo molti giorni spesi attorno al significato di alcune parole, comincia il dopo Cairo ed il successo della Conferenza si misurerà della capacità di passare dalle parole ai fatti. Occorre quindi un impegno preciso, un concreto sostegno economico da parte dei paesi ricchi per rendere operativo il programma e a questo riguardo l'Unione europea può e deve giocare un ruolo importante e fondamentale.

 
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