Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare la Presidenza per avere portato così tempestivamente davanti a questo Parlamento i risultati della Conferenza del Cairo sullo sviluppo e la popolazione, con le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione.
Non si può tuttavia fare a meno, di cogliere occasione per commentare negativamente il fatto che nessun commissario era presenta alla Conferenza e che per quanto riguarda il Parlamento, non si sia provveduto per tempo a preparare una Delegazione formale nel rispetto delle pari opportunità fra uomo e donna e in grado di svolgere un ruolo di raccordo fra la Conferenza e questo Parlamento che rappresenta i popoli di 12 Paesi del nostro continente.
Si è trattato di una sottovalutazione dell'evento - che spero trovi spiegazione nel recente rinnovo elettorale - che non dovrà più ripetersi, dico questo in vista della Conferenza di Pechino sulle donne.
Una sottovalutazione che continua da parte di coloro i quali cercano di diffondere la tesi secondo la quale l'intero dibattito e lo stesso documento finale - il Piano d'Azione - approvato per consenso nella seduta finale della Conferenza, non sarebbero che un cumulo di parole variamente interpretabili e senza valore vincolante. I sostenitori di questa tesi coincidono normalmente con coloro i quali in ogni Paese - ed è doloroso dover ricordare che capofila di questa operazione reazionaria è stato il Capo della Chiesa Cattolica e dello Stato Vaticano - hanno diffuso informazioni negative e distorte sul documento di base preparato dalle N.U. e hanno cercato con ogni mezzo di boicottare la Conferenza strumentalizzandola al tempo stesso a scopi di politica interna - penso al Ministro dell'ambiente del mio Paese il quale restando in minoranza nella maggioranza di cui fa parte, e secondo sondaggi giornalistici, nell'opinione pubblica del paese, ha tentato di cogliere l'occasione per mettere in discussione la legge
italiana sull'interruzione della gravidanza, legge confermata da un referendum popolare con una maggioranza schiacciante, percentualmente assai più alta di quella con la quale era stata approvata in Parlamento.
Va invece affermato con forza che la Conferenza del Cairo e il Piano d'Azione, approvato al termine dei lavori della Conferenza, hanno segnato una svolta epocale, per quanto attiene al riconoscimento del diritto e del potere delle donne di determinare non soltanto il proprio personale destino ma il destino del proprio Paese e dell'intera umanità mediante il controllo della fecondità del quale era stata privata per secoli - e in molti Paesi lo è tuttora - cosicché la sua grande e straordinaria ricchezza e potenzialità, quella di essere madre, era stata trasformata nella causa stessa dell'emarginazione, della discriminazione e delle immense sofferenze ed umiliazioni subite da milioni di esseri umani di sesso femminile in ogni tempo e in ogni parte del mondo.
Allo stesso tempo va considerato un evento epocale il fatto che a livello planetario e per consenso una vasta platea, formata dai governi degli Stati di tutto il mondo, abbia riconosciuto ed affermato l'esigenza di elaborare programmi di pianificazione delle nascite basati sull'informazione e la conoscenza e dunque sul coinvolgimento responsabile delle donne e degli uomini di ciascun Paese.
A queste rivoluzionarie risoluzioni della Conferenza del Cairo va dato seguito da parte dei governi degli Stati applicando le indicazioni del Piano d'Azione. Lo stesso dicasi per l'UE, che conformandosi alle indicazioni di questo Parlamento e della Commissione esecutiva, dovrà stimolare, appoggiare e sostenere anche finanziariamente le loro iniziative sia per quanto riguarda l'informazione sui metodi capaci di prevenire le gravidanze mediante la pratica contraccezionale, sia per quanto riguarda il sostegno economico alle donne e alle famiglie che desiderano e non possono permettersi il primo figlio e o un figlio in più.
Questo è l'impegno che va assunto da questa Assemblea, impegno che richiede periodiche ed attente verifiche, se non vogliamo che coloro i quali avevano tentato di boicottare la Conferenza possano conseguire gli scopi perseguiti, dopo lo scacco subito al Cairo, di fatto e a causa della negligenza dei governi.