Signora Presidente, sono chiamato a illustrare la posizione del mio gruppo sulla necessità di porre fine al traffico di materiale nucleare.
Già agli inizi del '93 nell'opinione pubblica e nella stampa nordamericana e da alcuni mesi anche in Europa, si è acuita l'attenzione e la consapevolezza della gravità del fenomeno, fenomeno accelerato alla scoperta, specie nel territorio tedesco, di traffici di plutonio e di uranio.
Desidero soltanto elencare alcuni punti che evidenziano la complessità e la gravità della questione. Innanzitutto il trasporto di materiale nucleare senza controllo rappresenta un gravissimo pericolo. In secondo luogo, il traffico di materiale nucleare si intreccia con quello di armi e l'uno e l'altro con altri traffici illeciti, quello della droga in primo luogo.
In terzo luogo, tali traffici si avvantaggiano delle vicende che hanno contraddistinto la fine del blocco sovietico e della sua frantumazione.
In quarto luogo, chi controlla il traffico illecito di materiale nucleare assume posizione di vertice nella mafia e nella criminalità organizzata in genere. Oggi il materiale nucleare ha preso il posto della droga quale fondamento di primato e di potere criminale.
Ancora, infine, l'interlocuzione dei criminali, trafficanti di materiali nucleari, avviene tanto con gruppi eversivi quanto con governi ufficiali. Questa interlocuzione è un salto di qualità del crimine organizzato, una sorta di assunzione di potere politico, di condizionamento e ricatto internazionale.
Desidero a questo punto sottolineare alcune proposte operative e alcune richieste. La prima è che il reato in oggetto venga considerato tra le forme gravi di criminalità internazionale di competenza dell'Europol. La seconda, che l'EURATOM sia scisso, e in proposito faccio riferimento alle posizioni già depositate.