Signor Presidente, dagli interventi precedenti si è capito chiaramente che c'è tensione tra Grecia e Albania, tra i greci e gli albanesi oggi. Sulla base dell'opinione che ho potuto formarmi, posso affermare con certezza che ci sono torti da entrambe le parti, non solo torti ma torti e ragioni. Le autorità albanesi spesso sembrano fare di tutto per alienarsi degli amici, anche lo stesso Parlamento europeo, e noi non amiamo certo i processi politici, né a Tirana né altrove, ma non possiamo qui celebrare il processo d'appello e scrivere qui sentenze di appello sui processi che laggiù sono stati celebrati.
Credo che il Parlamento europeo sia oggi davanti a questa scelta: o soffiare sul fuoco e quindi sicuramente incoraggiare e aggravare il conflitto, o viceversa adoperarsi ai fini di una conciliazione e una migliore comprensione reciproca. Finché ci limiteremo ad ascoltare una parte, difficilmente potremo contribuire alla comprensione. E a mio giudizio il cosiddetto compromesso che è stato concordato da molti colleghi, soprattutto greci, in realtà è una risoluzione che soffia davvero sul fuoco. Devo dire che personalmente sarei disposto a ritirare la nostra mozione se il compromesso venisse ritirato a favore, per esempio, di una mozione come quella presentata dal gruppo RDE, con i colleghi Daskalati e Kaklamanis, primi firmatari, o in favore della risoluzione Avgerinos, che sono molto più ragionevoli del compromesso. Ma approvare questo compromesso contro il quale saremmo obbligati a pronunciarci, questo vuol dire soffiare sul fuoco. Chiedo pertanto ai colleghi che hanno firmato il cosiddetto compromesso, che
facciano ancora un gesto, che ritirino il cosiddetto compromesso, che ci si accordi su una delle risoluzioni moderate ma greche, e che ci si fermi e non si vada oltre, o in alternativa, che votino a favore della risoluzione presentata da noi che si ispira a uno spirito di conciliazione e di equità.