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Caccavalle Ernesto - 29 settembre 1994
MEP*MPE - Caccavale (FE).

Signor Presidente, il Gruppo di Forza Europa si associa alla protesta nei confronti delle persistenti violazioni dei diritti dell'uomo in Birmania e in Nigeria, ed è sulla Nigeria che mi soffermerò, dato che il paese è attualmente teatro di una profonda crisi politica culminata l'anno scorso con l'instaurazione di un regime dittatoriale che si è imposto dopo aver annullato i risultati delle elezioni presidenziali del giugno '93. Un legittimo risultato è stato cancellato con la violenza. Le autorità militari hanno imprigionato il vincitore Mossod Abiola che è tuttora in carcere in condizioni precarie. Da allora l'azione repressiva dei diritti civili e politici è continuata a ritmi incalzanti. Centinaia di sostenitori dell'opposizione democratica, sindacalisti e difensori dei diritti dell'uomo sono detenuti senza capi d'accusa fondati. L'adozione di speciali leggi repressive ha portato alla soppressione degli organi di informazione, alla chiusura dei giornali indipendenti, allo scioglimento degli organi esecut

ivi dei sindacati. E' stata così abrogata la legislazione che prevedeva un processo di transizione verso un regime civile e democratico. Alcuni organizzazioni non governative, come Amnesty International, segnalano anche le condizioni di prigionie estremamente dure e i trattamenti spesso crudeli, disumani e degradanti inflitti a parecchi prigionieri o condannati con processi illegali da tribunali eccezionali. Amnesty International in particolare ha esortato a più riprese il regime a liberare coloro i quali si battono decisamente per la democrazia, fra cui uomini e donne, giornalisti e sindacalisti, politici e gente comune. La grave situazione di questo paese, governato da un regime militare di chiara natura dittatoriale, suscita grandi preoccupazioni nell'Unione europea, alla luce dei rapporti di politica estera e di cooperazione che esistono con la Nigeria. Il rispetto, la promozione e la salvaguardia dei diritti dell'uomo non può che rappresentare un fattore essenziale delle relazioni internazionali dell'Un

ione europea, e la pietra angolare della cooperazione europea verso i paesi in via di sviluppo. E' quindi inaccettabile che una situazione così grave si verifichi proprio in un paese membro della Quarta Convenzione di Lomé, della quale è parte integrante il rispetto dei diritti dell'uomo requisito, che dovrebbe sempre funzionare come clausola di condizionalità per ogni tipo di cooperazione con i paesi ACP.

Il Parlamento europeo che nell'ambito comunitario, è l'istituzione democratica per eccellenza, ha sempre affermato con vigore il legame tra democrazia e diritti dell'uomo. Pertanto in questo momento così difficile nella storia dell'indipendenza della Nigeria, il Parlamento europeo nell'ambito dell'Assemblea paritetica ACP-UE, dovrebbe reagire ancora una volta e con maggiore determinazione nel condannare severamente la prolungata repressione dei diritti civili, politici e della libertà di stampa. E' quindi quanto mai urgente la richiesta di interventi efficaci affinché venga restaurato al più presto in Nigeria, come in tutti i paesi in via di sviluppo, un sistema democratico con un governo civile liberamente eletto dal popolo, come si sottolinea nelle proposte di risoluzione votate durante questa sessione.

In particolare, con l'entrata in vigore del trattato di Maastricht, la promozione della democrazia e la tutela dei diritti dell'uomo devono essere strettamente connessi con l'aiuto allo sviluppo. Intendo sottolineare infatti che l'azione dell'Unione prevede una politica di cooperazione allo sviluppo che "contribuisca allo sviluppo e al consolidamento della democrazia e dello stato di diritto, nonché al rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali".

Si deve inoltre considerare che la politica estera dei Dodici verso la Nigeria dovrebbe essere condotta sempre in conformità dei principi della Carta delle Nazioni Unite, come espresso all'articolo J.1. del trattato. Dunque, sul piano della politica estera dell'Unione europea gioca un ruolo centrale il riferimento ai principi della democrazia rappresentativa dello stato di diritto e ritengo quindi della massima urgenza l'adozione di iniziative rapide ed efficaci per porre termine alla violenza perpetrata in Nigeria e per liberare così Mossod Abiola, legittimo presidente e paladino di una civile democrazia.

 
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