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Malerba Franco - 30 settembre 1994
MEP*MPE - Malerba (FE).

Signora Presidente, onorevoli deputati, la telefonia vocale rientra nel tema delle grandi reti e infrastrutture dell'Europa e rappresenta un mercato interno di grande impatto economico, tecnologico e sociale, un'occasione di sviluppo di nuovi prodotti e servizi con effetti positivi in termini di nuove professioni ed opportunità di lavoro ed in termini di una migliore efficacia e competitività del sistema economico dell'Unione europea. Ci sembra quindi normale che il Parlamento europeo abbia voluto esercitare pienamente il principio di codecisione per un elemento di legislazione in un settore così importante.

D'altronde, se la Open Network Provision può essere considerata come un primo tentativo di regolamentazione dell'accesso alla rete di trasporto fonico da parte di utenti e fornitori di servizi o a valore aggiunto, in un contesto ancora sostanzialmente monopolistico, nel giro di qualche anno il progresso tecnologico e l'evoluzione del mercato ci porteranno verso scenari operativi del tutto nuovi. La diffusione della radiomobile e del concetto di rete di comunicazione privata, Private Comunication Network, la prospettiva della liberalizzazione della telefonia di base, prevista per il 1998 in Europa, la disponibilità di tecnologie di integrazione di segnali vocali e video sia sulla rete telefonica che sulle reti televisive via cavo, la disponibilità futura di fibre ottiche, vere autostrade dell'informazione, ci fanno intravvedere un nuovo e pervasivo sistema di comunicazioni multimediale, dove la telefonia tradizionale coesiste con il telelavoro, la pay-tv, il video on demand, in un contesto aperto agli operato

ri privati, fornitori di apparecchiature di servizi, di prodotti culturali, di informazione e di divertimento.

Un mondo, quindi, particolarmente bisognoso di una legislazione semplice ed evolutiva per facilitare la libera crescita del mercato ed evitare il caos del vuoto legislativo.

Sono quindi in gioco grandi temi economici ed istituzionali. E' in gioco la libertà e la protezione dei consumatori. Il Parlamento europeo, che è chiamato a rappresentare gli interessi dei cittadini, ha il dovere di preoccuparsi dell'efficacia delle autorità regolatorie nazionali che, nel perfetto rispetto del principio di sussidiarietà, hanno un ruolo chiave nell'implementazione della direttiva.

Non dimentichiamo, infine, che la Comunità si è impegnata nel Trattato di Maastricht ad assicurare un elevato livello di protezione dei consumatori. Anche il Parlamento europeo ha agito, in questo senso, richiedendo procedure di indennizzo e di giustificazione per i casi eventuali di inadempienza rispetto alla qualità del servizio concordato per contratto.

Non possiamo, infine, dimenticare i problemi istituzionali posti dalla Comitatologia. Il Parlamento europeo non può accettare il ricorso al Comitato di regolamentazione per una procedura di codecisione, in quanto il Consiglio non può assumersi il ruolo esclusivo del processo decisionale sull'applicazione di una direttiva che deve essere adottata congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Per sormontare questa difficoltà, il Parlamento ha suggerito una soluzione ad hoc che gli permetterebbe di essere informato di tutti i progressi realizzati verso gli obiettivi della direttiva stessa. Altrimenti sarebbe infatti molto frustrante doversi arenare, dopo aver compiuto molto buon lavoro, su una questione di competenze istituzionali - certo molto importante, anzi, centrale al Trattato dell'Unione - ma al tempo stesso lontana dalla percezione dei cittadini.

Per questo motivo approviamo la richiesta della commissione parlamentare economica e monetaria, presentata dall'onorevole von Wogau, e chiediamo anche noi che la Commissione europea riproponga un progetto legislativo aggiornato che tenga conto dell'evoluzione dello scenario operativo e tecnologico e che utilizzi anche il molto lavoro già svolto.

 
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