Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia possibile affermare, oggi, che esiste un percorso parallelo tra lo sviluppo dell'integrazione europea e la crescita delle piccole e medie imprese. Infatti, uno dei più importanti elementi di accelerazione dell'integrazione europea è la capacità della comunità di risolvere problemi di natura sociale ed economica. La piccola e media impresa è, oggi, una delle immediate realtà in grado sia di rispondere con la stessa velocità alla necessità di produrre più economia sia di risolvere l'istanza più assillante che, oggi, è quella della disoccupazione.
La settimana scorsa, durante un intervento alla commissione economica della quale faccio parte, esprimevo una valutazione apparentemente banale, ma di grande effetto statistico: in Europa esistono quindici milioni di piccole e medie imprese, delle quali quattro milioni e mezzo nel solo settore commerciale. Molte di queste sono microimprese, hanno cioè meno di cinque dipendenti. Ebbene, quindici milioni è esattamente il numero di nuovi posti di lavoro che la Comunità Europea vorrebbe realizzare di qui a qualche anno. Se ciascuna di queste quindici milioni di imprese potesse, dunque, assumere anche un solo collaboratore, avremmo eliminato quello che, oggi, in ogni singolo paese della Comunità, è il principale dei problemi: la disoccupazione e la rivitalizzazione del mercato del lavoro.
Il completamento del mercato interno sta cambiando profondamente il contesto economico nel quale si muovono le piccole e medie imprese che, oggi, sono chiamate a confrontarsi con processi via via crescenti di concentrazioni, con una nuova legislazione comunitaria, con la difficoltà di disporre di buone informazioni sul nuovo mercato interno; il tutto in un contesto di mercato in fase di recessione.
Le opportunità offerte dal grande mercato unificato, in una logica di medio periodo, potranno condurre al rilancio dell'attività economica; lo sviluppo demografico e i cambiamenti tecnologici offriranno nuove e più ampie possibilità alle imprese che avranno saputo interpretare, adeguatamente, il cambiamento in atto confrontandosi in un mercato che richiederà livelli vie più crescenti di competitività. Tutto ciò impone, come indifferibili, misure di sostegno e di accompagnamento che consentano alle imprese di affrontare, in modo adeguato, la nuova realtà del mercato unico. Occorre migliorare la capacità di investimento delle piccole e medie imprese, occorre deregolamentare amministrativamente e burocraticamente l'attività delle piccole e medie imprese per consentire agli imprenditori di fare il loro mestiere: non burocrati, ma imprenditori.
Occorre, altresì, promuovere l'inserimento sempre più marcato di nuove tecnologie dell'informazione, l'integrazione delle stesse nell'organizzazione dell'attività commerciale, oltreché metodi di gestione innovativi e occorre, infine creare un ambiente economico concorrenziale, tale da consentire alle piccole e medie imprese di agire in condizioni di pari opportunità rispetto alle grandi imprese. Io credo che questo Parlamento, almeno per quanto riguarda i deputati con cui ho sinora lavorato, vuole consegnare, all'alba di un nuovo millennio, quando scadrà il nostro mandato, una nuova Europa più vicina al mercato, alle imprese, ai cittadini.