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Di Prima Pietro Antonio - 25 ottobre 1994
MEP*MPE - Di Prima (FE).

Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto esprimere il mio compiacimento per la decisione del Consiglio di portare il tetto delle risorse proprie all'1,21 del PNL nonché la speranza che i parlamenti di tutti gli Stati membri ratifichino al più presto questa decisione.

Per prima cosa, devo denunciare in questa sede un aspetto formale del lavoro della commissione per i bilanci. Ho potuto notare, infatti, in questa mia prima esperienza da deputato, che il consociativismo imperante e la logica del compromesso hanno spesso come conseguenza lo scambio di favori fra alcuni gruppi politici. Ciò permette alle lobby di vario bordo di trovare una nicchia all'interno di questo bilancio anche quando non avrebbero nessun diritto. E' questo un tema sul quale io e il mio gruppo intendiamo batterci nel corso di questa legislatura.

Riguardo al merito della relazione, vorrei complimentarmi con l'onorevole Wynn per il lavoro da lui fatto, ma tuttavia vorrei ridiscuterne alcuni punti. Devo esprimere il mio rammarico per il fatto che il bilancio, seppur solo congelato in attesa delle ratifiche nazionali, di fatto blocca il pagamento di 486 MECU per il FEAOG ed il FESR, che, non essendo egualmente distribuiti fra gli Stati membri, non rappresentano un mezzo di pressione valido nei confronti dei governi nazionali affinché questi si adoperino a far ratificare rapidamente l'aumento delle risorse proprie, anche se questo serve ad affermare le prerogative di questo Parlamento. Sono lieto, invece, che programmi quali Leonardo e Socrates siano stati rafforzati, e ciò a riprova dell'importanza che in questo Parlamento si dà alla politica a favore dei giovani europei.

Quanto alle politiche esterne, mi rallegro della decisione di avviare un nuovo programma mediterraneo, il progamma MEDA. E', infatti, venuto il momento di ristabilire un equilibrio nelle relazioni con i nostri vicini dell'Europa dell'est e quelli della frontiera a sud dell'Unione. Si tratta di una necessità assoluta, non solo per i paesi dell'Unione che si affacciano sul Mediterraneo, ma anche per i paesi del nord. Il bacino del sud del Mediterraneo rappresenta, infatti, da un lato, un enorme mercato e una regione dalla quale siamo dipendenti dal punto di vista energetico; dall'altro lato, una polveriera in termini politici ed economici. Era, quindi, urgente che l'Unione predisponesse un programma importante: sono convinto che questo sia uno degli aspetti più apprezzabili del bilancio per il '95 e per i prossimi anni. Diamo in tal modo un segnale chiaro nei confronti dei governi e delle popolazioni del bacino del Mediterraneo: è nostra intenzione che non vengano considerati come l'ultima ruota del carro e, a

nzi, intendiamo approfondire le nostre relazioni con loro per accompagnarli nel cammino verso la prosperità e la difesa dei diritti dell'uomo. E' in tal senso che bisogna incrementare, per renderla operativa, la voce di bilancio relativa alla cooperazione transfrontaliera.

A proposito delle quote del latte, vorrei ricordare agli onorevoli colleghi che l'attuale governo italiano, che ha ereditato lo spinoso problema, ha dimostrato, nei fatti, la volontà di arrivare ad un compromesso che, sebbene formalmente, rappresenti una riduzione della multa, è stato molto più oneroso dei compromessi proposti a suo tempo dalla Commissione e, fondamentalmente, rappresenta un onere dovuto ad errori statistici. Ripeto: errori statistici.

Infine, colgo l'occasione per augurare insieme a voi e attraverso questo bilancio il benvenuto all'Austria, alla Finlandia, alla Norvegia e alla Svezia che spero vengano presto a far parte dell'Unione e per le quali il presente bilancio prevede degli stanziamenti legati, appunto, alla loro entrata nella Comunità.

Nel complesso, quindi, onorevoli colleghi, posso esprimere, a nome del mio gruppo, un giudizio relativamente positivo a questo progetto di bilancio '95, ferme restando le riserve da me espresse.

 
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