Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei iniziare questo intervento ringraziando il presidente della commissione per i bilanci, l'onorevole Samland, i relatori, gli onorevoli Wynn e Dankert e la segreteria della commissione, per lo sforzo compiuto in ordine al risultato conseguito che ci consente di discutere, questa mattina, una risposta orgogliosa, puntuale e precisa del Parlamento europeo al Consiglio sul progetto di bilancio che ci ha presentato.
Un esercizio che è stato svolto in una fase di cambio della compagine del Parlamento europeo che ha consentito, credo, ai vecchi e ai nuovi deputati di integrarsi in questo lavoro difficile, prefiggendosi innanzitutto - e di questo in particolare va dato omaggio alla commissione per i bilanci - di difendere l'immagine, il ruolo e i poteri del Parlamento europeo. Da questo punto di vista, caldeggio la strategia che il nostro gruppo ha inteso varare per opporsi alla pretesa del Consiglio o al progetto di bilancio che il Consiglio ci aveva presentato e che non rispettava gli accordi di Edimburgo.
Certo, un paese membro aveva bloccato l'aumento delle risorse proprie ed è sul quel paese che la pressione è stata esercitata, pressione che è risultata poi, alla fine, vincente e che ha contribuito anche a far sì che il risultato sia stato quello del superamento di quella posizione. Però, credo che sia importante sottolineare che il Parlamento ha voluto sanzionare il Consiglio, in quanto tale, per aver voluto presentarci lo stesso un bilancio all'1,20 per cento e non ha voluto transigere su questa linea per la quale, "Pacta sunt servanda", il Parlamento doveva per rispetto di sé stesso e dei cittadini comunitari chiedere ed esigere il bilancio all'1,21 per cento. Abbiamo fatto bene e continueremo a restare vigilanti affinché le ratifiche arrivino in tempo debito e che questa Comunità possa avere il bilancio che essa stessa si è voluta dare con l'aumento delle risorse proprie.
Sui capitoli di spesa, bene farà il Parlamento ad adottare la strategia che abbiamo individuato in materia agricola perché, contrariamente all'oratore che mi ha preceduto, io credo che si iscrive nella logica di una corretta dinamica Parlamento e Consiglio rivendicare un "droit de regard", la possibilità di capire fino a che punto le spese dette obbligatorie sono veramente obbligatorie e quindi chiedere puntualmente, come abbiamo fatto, che su ogni linea di bilancio si spieghi la base giuridica e si convenga mutuamente dell'obbligatorietà o meno delle spese, obbligatorietà che si estende, non di rado, a tante linee quantomeno dubbie.
Bene facciamo ad annettere non poca rilevanza alla questione ambientale quantunque non come noi avremmo voluto fino in fondo; si parlava del plutonio, noi volevamo eliminare la voce che riguardava i finanziamenti al plutonio ma è indubbio che in questo bilancio che trasmettiamo al Consiglio le priorità definite a Rio, le priorità per la chiusura dei reattori nucleari a rischio, la priorità perché le questioni ambientali, all'interno di PHARE, siano sviluppate sono certamente uno dei punti forti di questo progetto che ci prestiamo a inoltrare.
Infine, quanto alle politiche interne, salutiamo l'aumento dei fondi destinati ai programmi LEONARDO e SOCRATES. Per la PESC credo che sia coraggiosa ed importante questa pervicace affermazione che le spese della politica di sicurezza estera comune debbano essere iscritte in bilancio. Su questa materia, il Parlamento deve poter avere voce in capitolo. Concludo, dicendo, che il nostro gruppo voterà e sosterrà la relazione Wynn.