Signor Presidente, onorevoli colleghi, io credo che siamo sulla buona strada, il processo avviato con questi progetti è nella direzione giusta, si raccolgono le eredità del passato e si innova il quadro. Pregi e difetti sono stati indicati in modo mirabile dai relatori, io convengo con loro rilevando che anche le questioni in sospeso sono state ben prospettate.
Io, per la verità, dissento anche dai colleghi che lamentano la scarsa presenza qui in quest'Aula e il fatto che si discuta di notte, ricordando loro che l'uccello preferito da Atena, dea gradita a Socrate, era la civetta, un uccello notturno, pertanto andiamo nella direzione giusta.
Quindi buon auspicio per questo processo di integrazione europa che si gioca, appunto, sull'istruzione, sulla cultura che sono anche il campo nel quale il futuro dell'Europa sarà determinato. Io credo che i problemi che sono stati qui sottolineati relativi alla mobilità e allo scambio interculturale non possono però prescindere da un quesito: che cosa porta ciascuno nello scambio?
E quindi è necessario anche concepire il problema della formazione, della cultura, della creazione di un contenuto formativo in cui non si guardi alla costruzione della futura cultura europea senza tener conto che occorre superare la cosiddetta dicotomia fra la cultura tecnica e la cultura umanistica, fra la formazione di base e la formazione pratica.
Bisogna anche eliminare un errore che circola negli ambienti culturali europei secondo cui la domocratizzazione può significare soltanto dequalificazione. Dobbiamo batterci per ottenere l'una e l'altra.