Signor Presidente, onorevoli colleghi, da quando è nato il programma Gioventù per l'Europa, il Parlamento europeo ne ha sempre sostenuto la struttura di base e le linee di azione e ha sempre avuto un ottimo rapporto con il Consiglio e la Commissione. Oggi, in vista dell'adozione di una decisione che istituirà la terza fase del programma, desidero evidenziare, in primo luogo, come la nuova procedura legislativa di codecisione, da un lato, abbia reso più facile e costruttivo il dialogo interistituzionale e, dall'altro, deve e dovrà responsabilizzare di più il Parlamento europeo nel suo ruolo di colegislatore.
Il Consiglio ha assunto un atteggiamento positivo, recependo la maggior parte degli emendamenti proposti dal Parlamento europeo, anche se probabilmente si aprirà la procedura di conciliazione sui punti controversi relativi all'importo globale del bilancio, che è insoddisfacente, e la natura del comitato che preclude la facoltà di controllo del Parlamento europeo.
Il fatto che Gioventù per l'Europa, come unico programma comunitario diretto ai giovani non studenti, giunga così alla sua terza fase di attuazione, dopo i risultati soddisfacenti delle precedenti edizioni, rappresenta una sfida importante per consolidare la cooperazione comunitaria fra gli Stati nel settore della gioventù. Gioventù per l'Europa ha bisogno, dunque, di tutto il nostro appoggio per poter contribuire al processo di crescita dei giovani, promuovendo le varie attività di scambio nell'ambito della Comunità e con i paesi terzi.
E' positivo, infatti, che sia prevista l'apertura del programma ai paesi candidati all'adesione, ai paesi dell'Europa centro-orientale. Ritengo, inoltre, opportuno che si debba garantire sempre la qualità dei progetti e delle iniziative previste da Gioventù per l'Europa, affinché riescano a stimolare la creatività e lo spirito d'intraprendenza dei giovani, consentendo loro di partecipare in modo attivo e costruttivo alla società.
Gioventù per l'Europa deve riuscire ad essere un incentivo ed una fonte di arricchimento per i giovani che prenderanno, così, coscienza della loro appartenenza all'Unione europea, nel rispetto della diversità delle culture. Per dare, quindi, credibilità al programma, in modo che risponda alle esigenze dei milioni di giovani da coinvolgere, è determinante garantirne una realizzazione adeguata, affinché torni direttamente a favore dei giovani che sono gli unici fruitori del programma.
Sul piano dell'azione comunitaria, vorrei richiamare l'attenzione su un altro punto fondamentale di Gioventù per l'Europa che riguarda la partecipazione dei giovani svantaggiati, per varie ragioni, perché si tenga conto delle loro esigenze e vengano così agevolati nell'accedere al programma mediante una loro maggiore integrazione.
In questo senso, sottolineo l'importanza del ruolo che sono chiamati a svolgere i responsabili delle attività socio-educative, i cosiddetti animatori giovanili, per i quali è necessario sostenere lo sviluppo di una dimensione europea nella formazione. Risulta evidente, infine, rafforzare il collegamento fra i progetti e le iniziative promosse nell'ambito di Gioventù per l'Europa e le azioni condotte sul piano della politica sociale attraverso misure di carattere socio-educativo, per sensibilizzare i giovani alle problematiche del razzismo, della xenofobia e dell'esclusione sociale.
(Applausi dai banchi del gruppo FE)