Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio anch'io, a nome dell'intero gruppo di Forza Europa, complimentarmi con la relatrice Anna Palacio per l'intelligente ed esaustivo lavoro svolto nella commissione giuridica e di cui, oggi, vediamo i frutti in Aula.
Indubbiamente, l'estensione del diritto di voto a tutti i cittadini dell'Unione europea anche nei paesi di residenza e non quindi di origine è un punto importantissimo ai fini della realizzazione dei principi del Trattato di Maastricht, per realizzare, cioè, concretamente quel concetto di cittadinanza europea che non può prescindere dal diritto di voto, generalmente inteso, anche, quindi, dal voto politico nazionale. In questa sede si fa, comunque, un significativo passo in avanti iniziando ad attribuire questo diritto di voto nell'ambito dell'elezione ai livelli gerarchicamente primi, cioè a livello comunale.
Indubbiamente, non pochi sono gli ostacoli da superare, in quanto questa proposta di direttiva, pur facendo fare grandi passi avanti nel senso del diritto di voto e quindi della cittadinanza europea, non risolve i problemi che tuttora esistono, dovuti, ad esempio, alla differente legislazione che caratterizza le singole realtà nazionali. Pensiamo, ad esempio, al problema dell'elezione dei sindaci: vi sono sistemi elettorali che prevedono l'elezione diretta e altri che prevedono, invece, l'elezione di secondo grado per il sindaco. Questa normativa lascia aperte diverse possibilità. E' chiaro, comunque, che non si è voluto - o per lo meno pare che non s'intenda, in questa prima fase - permettere che un cittadino residente ma non originario di un singolo Stato, possa assurgere alla carica di sindaco in quel singolo Stato. Io credo, però, che bisognerebbe poter arrivare anche a superare questo ostacolo e permettere una piena parità di diritti, in tutti gli Stati, sia ai cittadini di origine che a quelli soltanto
di residenza.
C'è poi una questione indubbiamente spinosa, la cosiddetta questione Lussemburgo: questo piccolo Stato, così importante, comunque, per la vita della Comunità, che ha un'alta percentuale di cittadini residenti non di origine. Io credo, comunque, che anche questo Stato, così importante e così vitale nella sua democrazia, debba uniformarsi agli altri Stati dell'Unione europea, perché non possiamo dimenticare che, se è vero che il Lussemburgo conta una così alta percentuale di cittadini residenti non di origine, è altrettanto vero che è uno degli Stati che maggiormente ha beneficiato dei vantaggi che gli sono derivati dalla Comunità europea, in quanto i cittadini non lussemburghesi che risiedono in Lussemburgo sono quasi tutti provenienti dai paesi dell'Unione europea.
Per concludere, signor Presidente, la direttiva, anche se sicuramente perfettibile, è certamente un importante passo avanti nella direzione della cittadinanza europea e per questo il nostro orientamento è favorevole.