Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 16 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio interventi PE
Cellai Marco - 26 ottobre 1994
MEP*MPE - Cellai (NI).

Signor Presidente, il 15 marzo 1989 quest'Aula approvava la relazione VETTER concernente la direttiva sul diritto di voto dei cittadini degli Stati membri alle elezioni comunali nello Stato membro di residenza. Si trattava di qualcosa di più di un orientamento e si inseriva nel filone teso a creare per davvero l'unità europea.

In sede di dichiarazione di voto, a nome dell'allora Movimento sociale italiano, demmo della proposta un parametro interpretativo politico e morale - mai più straniero in patria - che vedeva nell'applicazione della direttiva il potenziale passaggio dalla fase della società europea a quella della comunità europea, ed esprimemmo il nostro voto favorevole, pur consci dei problemi giuridico-costituzionali che si sarebbero posti per i singoli diritti nazionali. Avremmo voluto, dunque, in una logica di continuità e di correlazione, poter oggi confermare detta linea sulla nuova proposta del Consiglio collegata all'articolo 8B, paragrafo 1, del Trattato di Maastricht. Ma gli emendamenti proposti al testo ci pongono, invece, pesanti riserve di merito. La non risoluzione del problema posto dalla possibilità per i cittadini interessati di votare due volte - il cosiddetto voto parallelo - violando il principio dell'one man one vote; l'aver voluto stravolgere il principio che il diritto di voto avesse da essere correlato

minimalmente con un ambito temporale che stabilisse un collegamento diretto e reale dell'eligendo con la realtà territoriale e amministrativa di riferimento; l'aver voluto abolire la scelta della Commissione in ordine alla facoltà, per i singoli Stati membri, di prevedere o meno l'eleggibilità alle funzioni di capo o membro dell'organo esecutivo comunale; il non aver inteso possibile recepire la possibilità, per un paese membro, di non accogliere liste composte unicamente da cittadini provenienti da un unico altro Stato membro ci portano ad esprimere, signor Presidente, diffidenze e profonde riserve sul testo proposto.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail