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Ruberti Antonio - 26 ottobre 1994
Ruberti, Membro della Commissione.

Signor Presidente, onorevoli deputati, anzitutto vorrei sottolineare un punto preciso: quella che approviamo oggi è una revisione del nuovo trattato sulla ricerca; per la prima volta dunque viene approvato un documento specifico sulle regole di partecipazione e sulle regole di diffusione. Mi pare che si debba sottolineare con piacere e con soddisfazione che su questo esiste un accordo completo e che c'è stata una collaborazione interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Tutto sommato, dunque, un risultato positivo. Naturalmente, nel momento in cui si firmano le regole di partecipazione ai programmi e le regole per la diffusione, viene naturale parlare anche del tema in sé, chiedersi se si procede o meno nella giusta direzione, se questa procedura di partecipazione è efficace o burocratica, se la diffusione è fatta o meno secondo buone regole.

Orbene, vorrei cogliere l'occasione per rispondere a qualche quesito. Un'osservazione ricorrente in molti interventi in quest'Aula - cosa che mi sembra, peraltro, importante - riguarda la necessità di diffondere i risultati della ricerca. Su questo punto si potrebbe fare un lungo dibattito. Comunque, credo che si dovrebbe fare anche uno sforzo per diffondere, forse, i risultati dei cambiamenti di procedura che opera la Commissione. Qualche cambiamento di procedura, infatti, c'è stato: per esempio, abbiamo cambiato completamente i formulari di partecipazione. Mentre finora si riempiva un formulario che prevedeva tutti i dati necessari per firmare il contratto, adesso il formulario è estremamente semplificato. Devo dire onestamente all'onorevole Linkohr che non comprendo come sia difficile riempire questo formulario: non credo che i casi nazionali siano più semplici, oggi, di quelli comunitari. Non comprendo inoltre perchè non si tiene conto che per la trasparenza sono state fissate date assolutamente regolari

di pubblicazione dei bandi, così come una documentazione molto ampia sulle proposte e sul modo di gestirle.

Ordunque, qualche miglioramento nelle procedure concrete è già stato realizzato ed io penso che bisogna tenerne conto. Viceversa, ci sono dei problemi più importanti: partecipazione delle piccole e medie imprese, per esempio. Al riguardo esiste un meccanismo di sostegno dalla ricerca cooperativa, che ha molto ben funzionato nelle tecnologie industriali e che con il quarto programma quadro viene esteso anche al settore energie e biotecnologie; nei programmi specifici approvati esistono quote molto significative riservate alle piccole e medie imprese. Questo mi pare pure un passo avanti.

Integrazione tra i vari programmi: proprio questa settimana - lo ricordava poc'anzi il relatore Linkohr - abbiamo approvato un documento della Commissione perchè un problema molto importante è cercare di non considerare i programmi specifici come programmi tra loro separati ma cercare di avere un coordinamento tra di essi anche all'interno del programma quadro.

Altro eterno problema: gli esperti. Come si scelgono gli esperti? Perchè non si fanno sedute pubbliche? A questo punto mi viene in mente un libro famosissimo in cui l'autore si domanda che cosa succederebbe, oggi, se Galileo presentasse una domanda per una ricerca astronomica sulla posizione della terra e del sole. Probabilmente dovrebbe riempire un formulario, andare in un comitato, non si sa chi gliela approverebbe. Questo non è un problema che esiste solo nell'Unione europea, è un problema che esiste in tutti i paesi, in tutte le strutture moderne in cui il problema della scelta degli esperti è un problema centrale. E' un problema che non trova facile soluzione soprattutto se poi il Consiglio impone comitati in cui gli esperti vengono scelti da ciascuno Stato membro, non sono spesso di levatura eccelsa e non è detto che siano sempre operatori del mondo scientifico. Io ho previsto che l'assemblea scientifica studi il problema degli esperti. Oggettivamente, quello degli esperti è un problema molto difficile

. Finchè esiste il vincolo di costituire comitati di esperti designati dai paesi membri, la possibilità di ottenere una qualità ulteriore è piuttosto limitata.

Per quanto riguarda la partecipazione, molto interessante è come in sede nazionale si cerchi di aiutare questa cooperazione, dato che è un problema che riguarda anche la collaborazione con gli Stati nazionali, riguarda gli schemi scientifici nazionali, rigurda i ricercatori. In sostanza io credo che in questo settore si possano ottenere grandi miglioramenti. Certamente, la questione degli esperti e della valutazione è un punto centrale, lo riconosco, tuttavia non è facile risolvere questi problemi uscendo dalla logica della comitatologia attuale: è un problema su cui, forse, è necessario un dibattito più approfondito.

Infine, signor Presidente, in vista della messa in opera del programma quadro dal 1· gennaio, vorrei cogliere l'occasione per rinnovare l'invito al Parlamento a rendere al più presto il parere sugli altri otto programmi specifici. Effettivamente abbiamo avuto una collaborazione eccezionale con il Parlamento: in un anno, infatti, siamo riusciti ad approvare il programma quadro e dodici programmi specifici. Ora, se potessimo concludere entro l'anno anche gli altri otto programmi, i ricercatori avrebbero dal 1· gennaio la possibilità di accedere a tutte le opportunità che il quarto programma quadro offre, in un momento in cui i bilanci nazionali sono obiettivamente diventati più difficili.

 
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