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Caccavale Ernesto - 26 ottobre 1994
MEP*MPE - Caccavale (FE).

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la storia ci insegna che i flussi migratori sono da sempre esistiti, sono parte dello sviluppo della specie umana. Non si può credere, quindi, che quello delle migrazioni sia un fenomeno prettamente europeo. Le migrazioni in direzione dell'Unione europea costituiscono solo un aspetto di un problema più generale che vede una grande mobilitazione della forza lavoro su uno scacchiere mondiale.

In molti casi, i flussi migratori hanno coinciso con lo sviluppo di grandi civiltà; altre volte, essi sono stati, invece, frutto di guerre e di sconvolgimenti epocali.

Se i fenomeni migratori possono, talvolta, essere oggetto di valutazioni di merito anche negative nel breve periodo, possiamo senz'altro rilevare che, nel lungo termine, i flussi migratori sono un fenomeno positivo per l'umanità. Lo scambio, il confronto, le influenze reciproche sul piano sociale e culturale non possono che arricchire l'individuo e devono, quindi, essere obiettivo fondamentale delle politiche comunitarie.

Nel lungo termine, per i benefici e le necessità storiche, la società del futuro non potrà che essere multirazziale, telematica e integrata. Ma se rivolgiamo l'attenzione agli "aspetti caldi" del breve periodo, osserviamo un'Europa bloccata nella stretta di un paradosso bifronte: da un lato, l'Unione europea discrimina, sul piano giuridico e politico, i cittadini extracomunitari legalmente presenti sul territorio; dall'altro, la società manifesta, per effetto delle difficoltà socio-culturali nonché economiche, fenomeni di rigetto gravi e inaccettabili.

Ben poco è stato fatto, finora, per favorire la salvaguardia di valori fondamentali quali la tolleranza e la solidarietà a garanzia delle diversità, attraverso la conoscenza reciproca di usi e religioni.

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
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