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Malerba Franco - 26 ottobre 1994
MEP*MPE - Malerba (FE).

Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, mancano meno di duemila giorni al duemila e potremmo porci la domanda quale sia stato il fenomeno più marcante del nostro millennio. Anche se sarei tentato, come austronauta, di rispondere lo sbarco sulla luna, la mia risposta è, in effetti, l'invenzione della stampa e poi l'elettronica e le telecomunicazioni che hanno creato e moltiplicato i processi dell'informazione, lo stoccaggio, l'ordinamento, la trasmissione e la presentazione dell'informazione e, nel settore delle telecomunicazioni, dei media e dell'informatica, settore vicino e sinergico, la spinta della tecnologia è vivacissima ma soprattutto la domanda del mercato sembra ancora ben lontana dalla saturazione.

L'evoluzione riguarda però soprattutto i condotti, i mezzi di trasporto, i sistemi di trasporto e di diffuzione e d'interazione dell'informazione, la loro capacità e la loro sofisticazione, non l'informazione, il contenuto, dal testo, alla voce, all'immagine, dalla trasmissione, via via alle autostrade dell'informazione, al video interattivo, ai sistemi multimediali, perchè no, anche alla realtà virtuale.

Sulla bontà di quest'opportunità che trasforma i condotti dell'informazione, credo che nessuno possa dubitare, né dal punto di vista economico né da quello della difesa dei valori della democrazia. Dunque la crescita dei sistemi d'informazione non deve spaventarci. Purtuttavia la crescita di sistemi complessi comporta sempre investimenti notevoli, economie di scala, gestioni centralizzate. Questa realtà economica è necessaria e non perversa, di per sè, perchè, come dicevo, riguarda i sistemi di trasporto e non l'informazione che vi passa dentro. E' necessario tuttavia rimanere attenti a tutte le distorsioni della libera concorrenza oltreché al pluralismo e alla qualità dell'informazione.

Allo stato attuale esistono delle regole per il pluralismo in ciascuno Stato dell'Unione ma anche, con riferimento al principio di sussidiarietà, mi sembra appropriato un contributo a livello europeo alla comprensione di questo futuro multimediale globale, che sta diventando presente, anche utilizzando esperti di varie discipline e cominciare ad ipotizzare un'armonizzazione delle regole che aiuti questa società informatizzata a crescere correttamente eventualmente anche in senso normativo.

Mi sembra soprattutto che le istituzioni dell'Unione europea dovrebbero incoraggiare e sostenere iniziative di servizi di informazione e di opinione transnazionale, promuovere un federalismo dell'informazione, magari via satellite che, nel rispetto delle autonomie, consenta agli europei di meglio conoscersi, di correggere l'immagine o l'opinione errata che, talvolta, il vicino ha di ciascuno di noi, di crescere nella conoscenza reciproca e nel rispetto delle diversità.

 
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