Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 16 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio interventi PE
Bianco Gerado - 26 ottobre 1994
MEP*MPE - Bianco (PPE).

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho letto con molta attenzione il documento che la Commissione ha inviato al Parlamento e al Consiglio. Sono stato colpito, soprattutto, dalla esattezza delle indicazioni e anche dalle conclusioni che via via appaiono, che potrebbero risultare utili per regolare il problema dei mass media in Europa.

Deludente è la conclusione che rinvia, appunto, ad ulteriori consultazioni. Ci sono tutti gli elementi: affrontati i problemi della trasparenza, affrontati i problemi delle nuove tecnologie, del possesso del controllo dei media, dell'audience, dell'individuazione delle persone o enti che possono, appunto, controllare i media e c'è perfino anche una questione che è stata sollevata in quest'Aula poco fa, quella del problema della concentrazione dei media per una concorrenzialità internazionale e il rischio che, pur essendo più piccoli si possa diventare monopolistici come l'Italia. Non è la questione italiana che ha sollevato il problema. La storia, il Parlamento l'ha cominciata nel 1990: sono passati quattro anni e rischia di diventare una storia infinita.

Soltanto un provincialismo localistico o la coda di paglia può indurre qualcuno a pensare che si guardi soltanto al caso italiano, anche se il caso italiano è emblematico e non può non far riflettere tutti gli europei. Vorrei dire che a rappresentare l'Italia non c'è una maggioranza ma ci sono i parlamentari europei perchè pensare che una maggioranza sia l'Italia è una sindrome di totalitarismo che noi non possiamo accettare.

Vi è poi, signor Commissario, anche il fondamento che, lei stesso, indica nel documento richiamandosi, peraltro, a un precedente studio come quello del gruppo Bangemann che riconosce la necessità, per evitare le difformità che esistono a livello nazionale, di intervenire sul problema. Vi sono quindi tutti gli elementi per risolvere la questione e non si capiscono dunque le esitazioni, le decisioni che dovrebbero essere adottate, la ripresa di consultazioni quando anche nel documento stesso, io mi attengo alla vostra comunicazione, è indicata perfino l'opzione che potrebbe essere quella risolutiva che determina coerenza fra le varie richieste, che determina coerenza con la volontà del Parlamento e anche con l'altro documento che è in discussione sulla succitata informazione che è l'opzione terza.

Quindi, io credo che si potrebbe tranquillamente decidere su di un problema importante, fondamentale, come hanno detto tanti colleghi. La questione dell'informazione è la questione decisiva del nostro secolo, il problema dell'informazione è un dato particolare che non può riguardare soltanto il mercato interno perchè non è una merce qualsiasi è una merce, chiamiamola così fra virgolette, della quale la componente della cultura e l'intreccio che ha con il problema della libertà, dell'obiettività dell'informazione è fondamentale.

Se siamo preoccupati è perchè c'è una minaccia, una minaccia della manipolazione; il fascismo, oggi, non è quello rude e crudo dei manganelli, puo' essere quello dell'informazione manipolata, dell'informazione truccata, dell'addormentamento delle coscienze. Noi sentiamo il dovere di richiamare gli europei, anche per la nostra esperienza, a questa verità. Il libero Parlamento d'Europa non può chiudere gli occhi. Chiediamo alla Commissione di decidere in fretta.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail