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Vanni d'Archirafi Raniero - 26 ottobre 1994
Vanni d'Archirafi, Membro della Commissione.

Signor Presidente, in questa discussione sono tirato dentro, come si dice, per i capelli in quanto è un campo lontano dalle mie competenze. Sono comunque qui e faccio fronte al mio dovere di rappresentante della Commissione per parlarvi sul tema della siderurgia comunitaria.

Il Consiglio "industria", nelle sue conclusioni del 28 settembre 1994, come voi ben sapete, aveva deciso di procedere in novembre ad un dibattito conclusivo sulla base di un bilancio definitivo richiesto alla Commissione: sopprimere, secondo le linee fissate nella comunicazione al Consiglio del 2 giugno 1994, le misure adottate in sostegno del programma di ristrutturazione qualora il bilancio evidenziasse che l'obiettivo minimo dei 19 milioni di tonnellate non era stato raggiunto. Contestualmente, l'industria siderurgica privata veniva sollecitata a prendere le proprie responsabilità nel consentire lo sforzo necessario per il conseguimento dell'obiettivo di ristrutturazione prefissato. La Commissione ha fatto il seguente bilancio: su richiesta delle industrie, a fine 1992 la Commissione ha definito un piano di ristrutturazione per fronteggiare difficoltà strutturali dell'industria siderurgica a causa della grave crisi. Il piano era basato, da un lato, sull'impegno volontario a procedere all'eliminazione dell

e sovraccapacità - tra 19 e 26 milioni di tonnellate - e, dall'altro, sulla serie di misure di accompagnamento condizionate alla realizzazione dell'obiettivo previsto. Nel corso del 1993 e del 1994 la Commissione e il Consiglio hanno, a più riprese, prorogato la data limite fissata per la presentazione da parte delle industrie di un piano globale e hanno mantenuto in vigore le misure di accompagnamento: misure di sostegno sociale, misure di sostegno e stabilizzazione del mercato interno, una serie di misure esterne, l'autorizzazione di accordi quadro per il finanziamento delle chiusure da parte delle imprese stesse. Un primo bilancio, fatto già nell'aprile 1994, permetteva di constatare che soltanto 11 milioni di tonnellate circa di chiusure erano state identificate, ripartire all'incirca in parti uguali tra le imprese private e quelle beneficiarie di aiuti pubblici.

Nel giugno scorso è stata inoltre colta l'opportunità di avvicinarsi ulteriormente all'obiettivo dei 19 milioni di tonnellate di chiusure attraverso l'approvazione da parte del Consigio di applicare le regole del codice di aiuti alle chiusure di aziende, aiuti previsti in un piano di risanamento messo in atto dal governo italiano, che dovrebbe comportare lo smantellamento di capacità per un totale massimo di 5 milioni di tonnellate. Tuttavia, nonostante tale disponibilità della Commissione e del Consiglio e l'invito rivolto in settembre all'industria a consentire lo sforzo supplementare di chiusure necessarie, nessun risultato in questo senso è stato raggiunto. D'altra parte, nonostante il miglioramento della congiuntura, le analisi condotte dalla Commissione sulle prospettive di evoluzione, data la forte caduta della domanda interna nel corso del 1993, non consentono di prevedere per il 1995 un livello superiore a quello previsto nel 1992. Pertanto, la situazione di sovraccapacità, a suo tempo stimata in 19

e 26 milioni di tonnellate, rimane invariata. Se ne deve concludere che il fabbisogno minimo di ristrutturazione non è stato raggiunto.

In tali condizioni la Commissione propone al Consiglio di trarne le conseguenze già annunciate: revocare le misure di stabilizzazione interna rinunciando alla pubblicazione degli orientamenti trimestrali di produzione e vendite a partire dal 1· trimestre 1994; constatare che gli accordi quadro, autorizzati ai sensi dell'articolo 53 A del Trattato CECA, sono diventati caduchi in assenza di domande di applicazione da parte dell'industria; mantenere le misure di sostegno sociale adottate, entro i limiti delle disponibilità di bilancio fino all'ammontare massimo previsto di 240 milioni di ECU; sul piano esterno, revocare la sorveglianza statistica a posteriori delle importazioni mantenendo soltanto quella a priori; revocare dal 1· gennaio 1995 i contingenti tariffari negoziati con le Repubbliche ceca e slovacca; continuare il negoziato con le Repubbliche di Russia, Ucraina e Kazakistan sulle restrizioni quantitative durante il 1995 per alcune importazioni provenienti da questi paesi. La Commissione continuerà ad

effettuare un rigoroso controllo del rispetto delle condizioni imposte nelle decisioni di autorizzazione degli aiuti di Stato. La Commissione è del parere che l'industria siderurgica comunitaria deve ora assumere le proprie responsabilità per completare l'adeguamento delle proprie strutture produttive ai reali fabbisogni del mercato.

 
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