Signor Presidente, il 10 ottobre la Commissione ha approvato il progetto di legge nonché il decreto di applicazione in base ai quali il governo italiano prevedeva di concedere aiuti pubblici a favore della ristrutturazione del settore siderurgico in alcune zone, significative in tal senso, dell'Italia. Il progetto italiano prevedeva, per il periodo '94-'96, l'attribuzione di aiuti pubblici pari a 410 milioni di ECU, circa 790 miliardi di lire. Per sostenere la chiusura di imprese che cessano la loro attività: circa 600 miliardi di lire, per investimenti che consentano ai lavoratori, che si ritrovano disoccupati dopo la chiusura, di ritrovare lavoro: circa 190 miliardi di lire.
Ora, le notizie di oggi, secondo le quali la Commissione ha deciso di non applicare il piano di ristrutturazione dell'industria siderurgica in quanto i gruppi hanno concordato tagli per 16 milioni di tonnellate, anziché i 19 milioni richiesti dal piano, crea una situazione di grosso disagio e di ulteriore aggravamento della crisi siderurgica in Italia. Ciò è ancora più grave se teniamo conto che, contestualmente, la Commissione ha dato via libera al piano di risanamento della EKO-STAHL. Invitiamo, dunque, la Commissione a rivalutare quanto stabilito - in pratica tutto il discorso - perché riteniamo irrinunciabile cercare una mediazione che consenta di riconsiderare, da parte della Commissione, il piano di ristrutturazione.
Non siamo, come Alleanza Nazionale, d'accordo che si chiuda la vicenda come ha detto questa sera il Commissario.