Molto volentieri, signor Presidente, perché mi rendo conto che si tratta di una questione delicata, sensibile e seria. Io non ho affatto detto che mi deresponsabilizzavo, che non ero competente; ho detto soltanto che ero stato tirato dentro per i capelli. E con questo mi riferivo anche al fatto che il presente dibattito è stato deciso all'ultimo minuto, è stato cioè deciso soltanto oggi.
Cercherò comunque di dare qualche elemento che possa chiarire la situazione, prima di tutto sul piano dei rapporti con il Parlamento, dell'informazione del Parlamento, della sua implicazione, ciò che mi sembra la materia più importante.
La decisione di ieri della Commissione è stata presa con la normale e solita ritualità: gli atti della Commissione - quando si decide un orientamento, una linea - prendono la forma di una decisione. Questa decisione è incorporata in una comunicazione al Consiglio e al Parlamento che entrambi riceveranno appena sarà tradotta nelle varie lingue. Voi sapete che siamo schiavi anche di questa procedura: tutti noi vogliamo che tutti i documenti siano nelle nove lingue.
Il fatto che si trasmettano informazioni alla stampa è, credo, una regola, una prassi del tutto normale. Mi devo scusare con gli onorevoli parlamentari, ma ciò anche nel caso della comunicazione sulla concentrazione. Quella volta, sono stato personalmente criticato perché ne ho parlato alla stampa, ma quando la Commissione adotta un documento, si mette in moto un meccanismo - come del resto anche al Parlamento - di comunicazione delle informazioni alla stampa. Comunque, credo che questo punto possa essere così chiarito, a soddisfazione del Parlamento: si tratta di una comunicazione, cioè un documento nel quale è contenuto molto di più di quello che la stampa sa; è una comunicazione dettagliata sulla cui base, poi, il Parlamento dovrà decidere l'8 novembre. Il collegamento privilegiato con il Parlamento è mantenuto, perché il giorno 3 è presente la commissione economica e monetaria; sono state fatte delle richieste, ma io sono già in grado di dirvi, da parte del Commissario Bangemann, che il 3 novembre egli s
arà presente e discuterà con la commissione parlamentare la comunicazione ieri adottata dalla Commissione. Questo collegamento, questo contatto privilegiato c'è dunque ben prima della riunione del Consiglio, che avrà luogo l'8 novembre.
Per quanto riguarda, poi, il fondo della questione, vorrei dire soltanto che siamo in presenza di una strategia e di una misura tattica: il mercato, sul piano della produzione, non ha reagito come ci si aspettava. Noi riteniamo veramente che sia necessario diminuire la capacità perché, come è stato detto anche in questa sede, quello della crisi degli anni '92-'93 non è un caso isolato, bensì si riprodurrà. La congiuntura è leggermente in ascesa ma dopo, fatalmente, i cicli si riprodurranno e quindi bisogna arrivare a quell'obiettivo; lo sforzo e la pressione devono essere mantenuti ed è questo, io credo, che è al fondo della decisione di adesso.
Per quanto riguarda il contenuto della decisione stessa, quello che posso dire è che la parte più socialmente sensibile è mantenuta, l'ho già detto; le misure di sostegno sociale sono mantenute, entro i limiti di quella disponibilità di bilancio che è stata già annunciata.
Per quanto concerne, sul piano esterno, la sorveglianza statistica, viene mantenuta quella a priori; quella a posteriori ha mostrato già in passato delle difficoltà di applicazione. Si può quindi dichiarare che viene cancellata ma, in realtà, non ha funzionato.
Per quanto concerne la Repubblica ceca e slovacca, le importazioni di acciaio, come voi sapete, erano minime. Questo collegamento è stato fatto soprattutto per agganciare questi paesi dai quali è venuto sempre un problema in termini di importazioni e di prezzi alle importazioni.
Per quanto, infine, concerne le misure di stabilizzazione interna e gli orientamenti trimestrali di produzione, effettivamente sarebbe intenzione della Commissione revocarli e constatare che gli accordi quadro, che venivano rinnovati di tre mesi in tre mesi, sono diventati caduchi: in realtà vi è assenza di domande di applicazione da parte dell'industria. Anche questo, quindi, era, per così dire, un contenitore vuoto.
Per concludere e riassumere, signor Presidente, credo che il Parlamento avrà occasione di dibattere lungamente la questione con il Commissario Bangemann e il Commissario Van Miert. La comunicazione perverrà certamente per tempo e quindi sarà possibile al Parlamento riflettere su quelle che sono le sue articolazioni.