Signora Presidente, nel condannare fermamente la manovra di intimidazione compiuta dalle forze irachene ai confini con il Kuwait, che sembrava presagire una nuova invasione, vogliamo sottolineare il fatto che le conseguenze principali delle sanzioni non ricadono sui responsabili della politica irachena ma sulla popolazione oppressa dal regime di Bagdad, responsabile del mantenimento delle sanzioni economiche decretato dalla Nazioni Unite e conseguentemente della miseria in cui versa il popolo iracheno. Queste considerazioni ci hanno spinto a presentare una risoluzione articolata e concordata con colleghi di varie tendenze politiche e, successivamente, a confluire nella risoluzione comune della quale approviamo le richieste ma soprattutto lo spirito complessivo che le anima.