Signor Presidente, abbiamo presentato questa urgenza sia per non consentire che ai bei discorsi fatti ieri nel dibattito sul Libro verde per la politica sociale non seguisse nulla - nessun riferimento concreto agli attacchi in atto alle politiche sociali in vari paesi europei - sia per richiamare il Parlamento europeo e le altre Istituzioni ad un'azione concreta; perché in ogni Stato membro si applichino gli indirizzi di politica sociale dell'Unione; per salvaguardare e rafforzare il modello sociale, come usa dire Jacques Delors, il modello europeo che si distingue da quello degli Stati Uniti e dal Giappone.
Citiamo, oltre al Libro verde, il Trattato sull'Unione, che sancisce un elevato livello di protezione sociale; il protocollo e l'accordo sulla politica sociale allegati al Trattato di Maastricht, che mirano a dare applicazione alla Carta sociale europea e a promuovere il dialogo sociale; le raccomandazioni del Consiglio del luglio '92, relative alla convergenza degli obiettivi e delle politiche di protezione sociale che escludono, esplicitamente, qualsiasi regresso rispetto alle situazioni esistenti in ogni Stato membro; le numerose sentenze della Corte di giustizia europea, che hanno sancito la tutela assoluta, non solo dei diritti acquisiti, ma anche del mantenimento dei diritti in corso di acquisizione; le numerose risoluzioni del Parlamento europeo, in particolare la più recente, concernente, appunto, il Libro verde sulla politica sociale, che precisa, tra l'altro, che un'eventuale revisione del finanziamento della protezione sociale non deve determinare una riduzione del livello di protezione.
In alcuni paesi dell'Unione, al contrario, degrada il dialogo sociale, con azioni unilaterali che moltiplicano decisioni concernenti ristrutturazioni, delocalizzazioni, chiusure d'imprese multinazionali che determinano una riduzione globale dell'occupazione e un clima crescente d'incertezza presso l'intera popolazione: i casi della Telecom, della Eurofonderie, della Caterpillar che citiamo nella risoluzione. In altri paesi, come il mio, impegnati in duri problemi di risanamento, si operano scelte socialmente ingiuste e che intaccano apertamente i diritti acquisiti in materia di pensioni. Non c'è dubbio che ci voglia il risanamento, però questo risanamento può fondarsi solo con un patto coi sindacati, che ha funzionato, da noi, per un anno, e che ora è stato rotto dal governo.