Signor Presidente, la proposta di risoluzione sull'occupazione, al punto 3 della lettera E, ci pare un tentativo di usare il Parlamento europeo a fini di politica interna, un tentativo che i deputati italiani di sinistra ripetono nel giro di ventiquattr'ore. Il punto 3 ci pare un abuso di potere di indirizzo, una violazione del principio di non interferire negli affari interni di un paese membro. Ma, soprattutto, gli autori della risoluzione mettono in contrasto fra loro due istituzioni dell'Unione europea: il Parlamento e la Commissione. La Commissione chiede, infatti, che l'Italia rientri nei parametri stabiliti dal Trattato sull'Unione per passare alla terza fase dell'Unione economica e monetaria. E la manovra economica del governo italiano punta proprio a raggiungere questo obiettivo.
E', altresì, inesatto sostenere che la manovra italiana è in contrasto con la risoluzione del luglio '92. Evidentemente coloro che hanno preparato la proposta di risoluzione comune non hanno letto quella risoluzione. Basta leggerla: dice l'esatto contrario di ciò che si sostiene nella risoluzione. La manovra del governo è equa e non colpisce le categorie più deboli, anzi, il progetto di riforma delle pensioni si preoccupa di garantire un futuro sereno ai giovani di oggi, che andranno in pensione dopo il 2000.
Per tutti questi motivi, il gruppo di Forza Europa considera improponibile la proposta di risoluzione e, quindi, non parteciperà al voto lasciando l'Aula.