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Caccavale Ernesto - 27 ottobre 1994
MEP*MPE - Caccavale (FE).

Signor Presidente, la libertà di parola e di espressione rappresenta forse il diritto di libertà principale sul quale si fonda la società moderna. Sull'importanza strategica di questo diritto le istituzioni europee si sono, da sempre, distinte in una costante azione d'attacco. Qualunque fondamentalismo affossatore della libertà d'espressione, da qualsiasi parte perpetrato e da qualsiasi motivazione argomentato, non può passare inosservato. Data la crescente importanza sulle informazioni, della grande espansione dei mass-media, gli attacchi e le persecuzioni indirizzate a scrittori, giornalisti addirittura cantanti rappresentano ormai sempre di più un mezzo di lotta politica e non ci son solo i casi eclatanti di Salman Rushdie e di Taslima Nasreen, situazioni altrettanto gravi quasi passano sotto silenzio di fronte all'opinione pubblica internazionale.

Soprattuto l'Iran, il Sudan, la Nigeria ma anche altri paesi politicamente più vicini all'Occidente si distinguono per reiterate violazioni della libertà di espressione accusando falsamente gli intellettuali trattandoli come apostati, eretici e blasfemi. Nei paesi islamici, e non solo in quelli, gli uomini di opinione si trovano praticamente tra due fuochi: da un lato, a causa dell'espandersi di un fondamentalismo aggressivo e intollerante come in Algeria e in Bangladesh, la loro libertà di parola e di espressione viene sempre più limitata, gli scrittori vengono perseguitati o, peggio, inseguiti dalla FATWA della condanna a morte, dall'altro, i paesi occidentali, da sempre a parole difensori dei diritti dell'uomo, che limitano il visto alla Nasreen per oscuri motivi di sicurezza e che nulla dicono se a Wole Soyinka, unico Premio Nobel per la letteratura dell'Africa nera, viene ritirato il passaporto del suo paese, la Nigeria, proprio per una visita in Europa.

Allora non solo dico che questo Parlamento deve invitare il Consiglio dei ministri ad adottare una politica comune più forte, per la salvaguardia dei diritti fondamentali, ma deve sostenere il parlamento internazionale degli scrittori nella creazione di una struttura internazionale capace di organizzare una solidarietà concreta per gli uomini d'opinione perseguitati.

Chiedo ufficialmente a lei, signor Presidente, che questo Parlamento inviti qui dinanzi alle sue istituzioni, simbolo di libertà e di democrazia, la scrittrice Taslima Nasreen affinchè possa testimoniare dinanzi a noi tutto il coraggio di chi è perseguitato per l'unica colpa: quella di aver espresso liberamente le proprie idee. Porterò questa proposta dinanzi alla sottocommissione diritti dell'uomo, di cui mi onoro di essere vicepresidente, e spero, peraltro, che alla Nasreen venga consegnato da quest'Assemblea il Premio Sacharov come somma espressione di chi si batte per i diritti dell'uomo.

 
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