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Pannella Marco, Bechis Franco - 31 marzo 1992
SE IO FOSSI MINISTRO DEL TESORO.
INTERVISTA A MARCO PANNELLA LEADER DELLA LISTA OMONIMA

di Franco Bechis

SOMMARIO: "Se fossi ministro del tesoro mi ispirerei a Friedman. Per risanare l'economia partirei dall'abolizione di tutti gli ordini professionali. E poi chiederei a Bruxelles un piano Marshall per l'Italia per riconvertire il debito pubblico".

(MF - IL QUOTIDIANO DEI MERCATI FINANZIARI. 31.3.92)

E' tanto imprevedibile che in fondo uno se lo aspetta. La sorpresa per le urne '92 di Giacinto Pannella, detto Marco, è quella lista all'americana, con il nome del suo fondatore. L'uomo dei cento referendum, delle battaglie civili, dei digiuni, del Partito radicale, della scheda bianca, del polo laico, dell'antiproibizionismo, del partito trasnazionale, e, perchè no, l'uomo che ha portato in parlamento Enzo Tortora, Toni Negri e Cicciolina, e che poi da quello stesso parlamento è stato espulso fino a diventare quasi un desaparecido della politica, ora arriva alle elezioni più confuse della nostra storia recente vestendo i panni di un Bill Clinton all'italiana.

"Una piccola lista che però fa già paura" spiega a MF Pannella, "temono che in questo modo apriamo la strada al bi o tripartitismo. E sono già tutti impegnati a fare la controriforma istituzionale". Nell'ultimo week end l'ha spiegato a tutta la Ciociaria. Un comizio dietro l'altro, a Frosinone, a Terracina, nei paesini più sperduti. Affiancato da quel Nino Manfredi che ha rifiutato all'ultimo la candidatura per la Camera, ma che non si è tirato indietro, e piano piano si è scoperto grande affabulatore sui palchi un pò improvvisati del suo debutto politico.

Il tour elettorale è fitto di appuntamenti. E domenica sera finisce in un interminabile filo diretto con gli ascoltatori di un'emittente televisiva romana. Un passaggio obbligato per lui che in questi giorni lotta per avere il quorum: "Non è così", ribatte Pannella, "oggi lotto per una politica e sottolineo che sono l'unico ad avere il problema del quorum". Forse ce la farà, e ancora una volta arriverà a Montecitorio a tuonare dai banchi dell'opposizione. Ma non è uno scenario sicuro, perchè la novità di Pannella è che questa volta si candida a essere un uomo di governo. L'altro giorno a un quotidiano ha confessato di aspirare al Ministero degli Esteri. "Ma noi", osserva Pannella, "siamo già una forza di governo da molti anni". Un esempio? "Propongo da anni la smilitarizzazione della guardia di finanza e dei carabinieri, per unificarli alle forze di polizia. Mi sono mosso da qualche anno come si dovrebbe muovere un uomo di governo, un ministro degli interni". E allora, perchè non ha mai trovato compagni di s

trada che lo portassero all'esecutivo? "A dire il vero talvolta li abbiamo trovati, ma su singole iniziative legislative. L'anomalia è piuttosto che non lo sono stato, E non lo sono stati Giovanni Negri, Emma Bonino e tutti gli altri. Perchè? Perchè c'è stata partitocrazia e non democrazia".

Come sarà allora il prossimo Pannella uomo d'esecutivo? Sorpresa: anche lui ha una ricetta per governare. E anche per risanare l'economia: "Se dovessi diventare superministro dell'economia nel prossimo governo, la prima cosa che farei è abolire tutti gli orari obbligati del commercio, di qualsiasi tipo. Creerei problemi forse a 300-400 mila famiglie, ma rilancerei quell'economia un tempo chiamata di consumo e consentirei nello stesso tempo una vivibilità diversa delle nostre città". E ancora: "Abolirei anche la corporazione dei commercianti così come è concepita. Ritengo che quello che è più grave, che ingessa e soffoca il mercato qui da noi è più che altro il dato corporativista". Secondo Pannella bisognerebbe "attivare un piano di grandi opere pubbliche, ricorrendo a un maxiprestito internazionale, a scadenza trentennale, che potremmo chiedere magari in sede CEE. Certo, dovremmo fare lavorare per questo le maggiori imprese internazionali, consorziate come è accaduto in passato con il Canale di Suez. In que

sto modo manderemo all'aria l'attuale lottizzazione degli appalti fra cooperative rosse, bianche o socialiste e nostre grandi imprese". Molto simile al programma economico di Craxi: "Si, ma lui non può fare nessun appalto a 30 o a 50 anni. E mica può uscire da quella logica delle cooperative bianche, rosse e biancorosse".

L'idea del leader radicale è quella di "riconvertire nel maxi prestito internazionale anche parte dello stock del nostro debito pubblico. Alla CEE dovremmo chiedere anche di risanarci nei prossimo venti anni la nostra economia con una specie di piano Marshall europeo per l'Italia". Altra proposta: "Farei saltare la cassa integrazione, o per lo meno la rivedrei profondamente. Certo non seguirei strade come quella percorsa per il caso Olivetti, trasferendo un costo improduttivo da un settore all'altro".

Si. Giacinto Pannella detto Marco ha proprio vestito panni nuovi. E calza a pennello questo abito di Bill Clinton all'italiana fino in fondo: "il mio riferimento economico? Milton Friedman, che ritengo un economista libertario. E in Italia Antonio Martino, che è in grado di dare suggerimenti a qualsiasi uomo di governo".

 
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