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Pannella Marco - 26 giugno 1992
GOVERNO DI NON PARLAMENTARI: DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA

SOMMARIO: Riferisce dei giudizi di Marco Pannella sulla proposta, fatta da Forlani e La Malfa, di un governo di "non-parlamentari"; l'Italia, ricorda Pannella, è una Repubblica parlamentare. Il leader federalista analizza quindi la situazione francese e dà un giudizio circa l'ipotesi che un ministro non sia deputato. E' una cosa possibile, ma questa riforma non potrà essere fatta cambiando le regole del gioco "mentre il gioco è in corso". E intanto, nessuno, né Amato né Craxi o Forlani, si è fatto vivo con i federalisti. Non saprebbero "come cavarsela": ma "la gente è favorevole alla nostra presenza nel Governo".

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 26 giugno 1992)

"Forlani e La Malfa sono dei pasticcioni, sono sempre eguali a se stessi, sia che facciano la riforma sia che facciano la conservazione, non riescono a fare nulla nel rispetto delle regole"; così Marco Pannella, presidente del Gruppo Federalista Europeo, ha commentato l'ipotesi di governo di "non-parlamentari". "L'Italia è una repubblica parlamentare, come ricorda sempre il Presidente della Repubblica, e quindi esprime il suo Governo dal Parlamento e nel Parlamento. Non a caso - ricorda Pannella - i sottosegretari di Stato esistono storicamente, poiché nello Stato piemontese a volte vi era qualche ministro non-parlamentare a cui le Camere, spesso, non davano libero ingresso nelle proprie aule". "Anch'io - continua Marco Pannella - sono d'accordo per un Governo del Presidente eletto, e nell'ambito di questo, si può evidentemente prevedere la norma che il ministro non è più parlamentare. In Francia, ove è così per Costituzione, il deputato, per esempio, ha un supplente, che lo sostituisce se diventa ministro".

"Il problema di fondo è che non si cambiano le regole del gioco, mentre il gioco è in corso e addirittura sta per concludersi. Questa posizione riformistica è ancora una volta una posizione contro la legge. Questa non è una cosa fattibile. Si può sicuramente avere dei ministri che non sono deputati o senatori, ma far passare una riforma del genere, significa togliere ai parlamentari un diritto-dovere, quello di potere diventare ministri. Mi pare che il presidente della Repubblica difficilmente potrà accettare questa riforma. Ma c'è una cosa molto chiara - conclude Marco Pannella - Né Amato, né Vizzini, né Craxi, né Forlani, né Altissimo, hanno trovato il tempo di fare una telefonata a me, a Taradash, a Emma Bonino, poiché non sanno come cavarsela. La gente è favorevole alla nostra presenza nel Governo. A questo punto, vanno bene le proposte strampalate, ma resta un tabù, quello nostro. Noi esigiamo di essere al governo delle istituzioni, perché noi siamo capaci di farlo nell'onestà, cosa che nessuno di loro

è mai stato capace di fare".

 
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