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Reggio Mario, Pannella Marco - 15 ottobre 1992
Nel "laboratorio" di mago Pannella
La rivoluzione parte dal litorale

di Mario Reggio

SOMMARIO: »Il ciclone Pannella si è abbattuto su Ostia e dintorni. In poco più di due mesi, dopo essersi insediato alla guida della XIII circoscrizione, è riuscito a fare un mezzo miracolo: d'accordo con il Sindaco Carraro ha preparato il nuovo statuto che sancisce l'autonomia amministrativa e di gestione. In questi mesi il problema del rinnovo della classe dirigente si ripropone con urgenza e Pannella torna alla carica con la lista Nathan, proposta alle amministrative dell'89. Sul futuro dell'autonomia di Ostia e le probabili elezioni anticipate nella Capitale gli abbiamo rivolto alcune domande.

(LA REPUBBLICA, 15 ottobre 1992)

D. Quale bilancio può tracciare dei suoi primi 60 giorni alla guida di Ostia?

"Posso fare un bilancio relativo all'obiettivo sostanziale dell'anticipazione della legge 142 sulle aree metropolitane, che sta slittando alle calende greche. Il consiglio comunale deve ancora darsi la sua "costituzione" e il suo regolamento, ma intanto con uno stralcio concordato con il Sindaco Carraro e la giunta, dovrebbe votare al più presto per l'autonomia della XIII circoscrizione. Se ci riusciremo, vorrà dire che sarò stato utile. Se non succedesse, questa circoscrizione non può attendere oltre, si passerà al referendum per il distacco da Roma. E questa volta i si ce la farebbero. Punto sulla prima carta".

D. Nei sondaggi di Repubblica sul futuro sindaco lei ha raccolto molti consensi. Accetterebbe la candidatura?

"Tempestivamente, prima delle precedenti elezioni, proposi la lista Nathan e indicai due nomi emblematici come capolista: Oscar Luigi Scalfaro e Mino Martinazzoli. Ora il primo è Presidente della Repubblica, il secondo è stato chiamato alla guida della DC, quindi i loro nomi non si possono più fare. Ma l'idea resta di tremenda attualità. Coloro che si illusero che altre carte erano giocabili, a cominciare dal Pds, hanno avuto il torto e sono andati al dissesto politico e cittadino. Per quanto mi riguarda, onestamente, non ci ho mai pensato un solo attimo e dubito fortemente di poter aggiungere un servizio del genere a quello, grave e serio, per i quali mi sono già impegnato. In più, questo servizio, per un assetto diverso della XIII circoscrizione, mi costringe a stressanti tour de force.

D. La questione morale tocca ora anche Roma, quale scenario politico si augura per il futuro della Capitale?

"Quello or ora ricordato, che quindi respinge una equiparazione del tipo: sinistra, laici, progressisti, capaci e onesti; la dc conservatrice, clericale e fatta da uomini disonesti. Occorre infatti approfondire i problemi, alzare il tiro degli obiettivi, legandoli emblematicamente e un pò misticamente all'appuntamento che già allora proponevo e che costituisce una gigantesca miniera d'oro, d'intelligenza possibile per Roma e il Lazio. Mi riferisco al bimillenario cristiano che è anche il bimillenario del calendario universale. Ora siamo, rispetto all'89, in ritardo tremendo, ma potremmo colmarlo consorziando al Comune di Roma la maggior parte delle municipalità rinascimentali del Lazio, dall'altra lo Stato del Vaticano e la Chiesa, dall'altra ancora i capitali multinazionali dei maggiori soggetti finanziari. Il tutto per concepire e realizzare una "grande Roma" che potrebbe costituire anche una sorta di regione autonoma o di una specialissima e moderna area metropolitana. Ma onestamente, come dissi tre anni

fa, temo che ci si trovi all'estremo limite della "zona Cesarini" e che manchino le risorse intellettuali, politiche, civili e anche morali per rimediare all'annichilimento della città".

D. Nessuna speranza, dunque?

"Vorrei vedere. Nella situazione italiana ed europea, in questo ultimo scorcio di secolo, e con Roma che sembra sintetizzare aspetti tra i più desolanti, ogni ottimismo sarebbe da scemi. In queste occasioni la forza di pensare e proporre è già un modo di sperare".

D. Per concludere, che bilancio traccia della giunta Carraro?

"Sarebbe molto poco serio da parte mia dare giudizi, visto che me ne mancano gli elementi. Certo che non mi sembra, come cittadino, di aver trovato occasioni di interessamento esaltante a nulla di quel che è accaduto in consiglio comunale. Per quanto mi riguarda, sto cercando di far giungere in porto questa "rivoluzione" che porterebbe la XIII circoscrizione a costituire un esempio politico non solo a livello romano ma nazionale. Ho accettato questa elezione quasi plebiscitaria del consiglio circoscrizionale solo dopo aver riscontrato una ferma volontà di Carraro in particolare e della giunta; e aggiungo, senza alcun dubbio o remora per ora da parte della dc, a darsi questo obiettivo con grande decisione e lealtà".

 
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