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Pannella Marco, Meli Maria Teresa - 31 ottobre 1992
Pannella: sarò contento quando arresteranno tanti politici e tantissimi giudici
IL LEADER RADICALE INTERVIENE PESANTEMENTE NELLA POLEMICA SCOPPIATA CON IL CASO DI NAPOLI

di Maria Teresa Meli

SOMMARIO: Marco Pannella che alla Camera dei deputati aveva sollevato il caso di un intervento non limpido della magistratura messo in atto con un ordine di sequestro nei confronti di documenti del ministro della sanità De Lorenza, precisa che, dopo la "perfetta simbiosi in cui hanno vissuto per tanti anni la magistratura e la partitocrazia" adesso assistiamo "per la legge del contrappasso" a degli "eccessi, che poi costituiscono il corrispettivo dei decenni di complicità e omogeneità".

(IL GIORNO, 31 ottobre 1992)

"Una volta tanto voglio essere allusivo. Lo so che è un malcostume vergognoso che praticano in molti, ma oggi intendo fare un'eccezione. Perciò vorrei chiedere se è mai capitato all'Arma dei Carabinieri di arrestare un corleonese. E, ancora, vorrei sapere chi sta gestendo i pentiti che chiamano in causa uno dei leader di magistratura democratica. E, per finire, vorrei fare una domanda: nessuno è mai stato sfiorato dal dubbio che i corleonesi, che vengono definiti pentiti, confessino solo quello che hanno interesse a dire?"

E' più forte di lui: ha appena aperto un fronte che subito ne cerca un altro: due giorni fa ha fatto scoppiare in parlamento in "caso De Lorenzo", e adesso, in questa intervista al "Giorno", dedica la sua attenzione anche alla Sicilia. Reduce da un incontro con Giuliano Amato, Marco Pannella non si sottrae alle domande sulla "bomba" che ha innescato giovedì alla Camera. Però prima di calarsi nei panni del deputato che ha acceso la miccia, rientra per un attimo in quelli di presidenti della circoscrizione di Ostia. Giusto il tempo necessario per ricordare che nella mattinata, in una conferenza stampa, ha attaccato i giudici romani: "Ho detto che può essere che in Italia non cambi nulla finché non scatteranno numerose manette ai polsi dei politici e numerosissime ai polsi dei magistrati", spiega soddisfatto.

D. - Onorevole Pannella, dopo il "caso De Lorenzo" alcuni parlamentari hanno sostenuto che si sta rompendo l'equilibrio tra il potere giudiziario e quello politico: anche lei la pensa così?

Questo discorso è pienamente sostenibile in sede teorica. Ma secondo me il nocciolo della questione è un altro.

D. - Quale?

Lo stato di perfetta simbiosi in cui hanno vissuto per tanti anni la magistratura e la partitocrazia. Adesso che non è più così, per la legge del contrappasso assistiamo a degli eccessi, che poi costituiscono il corrispettivo dei decenni di complicità e omogeneità.

D. - E allora?

E allora, richiamo di assistere a numerose iniziative della giurisdizione tutt'altro che limpide nelle intenzioni.

D. - Ma per evitare che questo avvenga, secondo lei, che cosa si può fare?

Occorre vigilare, a costo di diventare impopolari.

D. - Onorevole Pannella, giovedì, quando ha fatto scoppiare alla Camera il "caso De Lorenzo", non ha pensato nemmeno per un attimo che correva il rischio di farsi strumento di quella partitocrazia che lei tanto detesta?

Tutto viene sempre strumentalizzato, anche legittimamente. l'importante è non farsi mai strumento di disegni illegittimi.

D. - Alcuni suoi colleghi hanno osservato che i parlamentari indagati avrebbero fatto un bel gesto, consegnando subito e spontaneamente i loro archivi elettorali. Lei è d'accordo?

Queste cose le dice Orlando e sono un pò sospette, visto che le sostiene lui. Io, che sono un radicale storico, ho avuto sempre un certo atteggiamento. E quindi, avrei consegnato tutto di mia sponte. Ma non posso pretendere che anche gli altri si comportino come me. Questo lo può pretendere uno come Orlando, che da il buon esempio da soli tre anni, sempre che l'abbia veramente dato.

D. - Per restare in tema di magistrati: che ne pensa di quello che è successo a Franceschini?

Delle due l'una: o hanno sbagliato a fare i conti i Magistrati di Cagliari o quelli di Venezia. E comunque, i giudici che hanno calcolato male devono pagare. Esiste la responsabilità civile, anche se la legge ha stravolto il significato dei referendum.

D. - Insomma, lei non si vuole sbilanciare...

Se do questa impressione, allora rispondo in un altro modo: ma questi magistrati veneziani non avevano nient'altro di più urgente da fare, con tutti gli arretrati che hanno?

 
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