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Pannella Marco - 1 novembre 1992
Ma io odio i giusti
intervista con Marco Pannella

SOMMARIO: "In politica coloro che scagliano sempre la prima pietra appartengono alla razza dei giustizieri che divorano la giustizia invece di amarla". "Di fronte a quelli che non hanno mai peccato perchè non hanno mai avuto l'occasione, preferisco quelli che per una scelta ideologica sbagliata hanno sacrificato per i loro partiti persino l'onestà."

(PANORAMA, 1 novembre 1992)

"In politica come nella vita occorre essere innocenti. Non vergini, che è un'altra cosa. No, non mi piacciono i vergini spesso isterici. Ecco perchè preferisco gente come Gianni Cervetti e Antonio Del Pennino a Nando Dalla Chiesa...". Marco Pannella, leader radicale e inossidabile gladiatore della politica, ha deciso di dare scandalo un'altra volta. E a Panorama spiega tutta la sua avversione per la nuova intolleranza dei moralisti che sente nell'aria.

Domanda. Pannella, sembra che lei voglia riabilitare Tangentopoli...

Risposta. No. Ma non dimentico che i santi peccano sette volte al giorno, e che la democrazia ha un bisogno insopprimibile di umiltà. Credo che ogni politico serio dovrebbe ammettere almeno sette errori al giorno. E non scagliare esclusivamente pietre contro gli altri.

D. Con chi ce l'ha?

R. Adesso sono di moda i giusti. Loro sono sempre in buona fede. Hanno sempre bisogno di indicare alla plebe chi bisogna impiccare. Non conoscono una delle più belle massime di Pascal: "Chi vuol essere angelo è bestia...".

D. E i nomi?

R. Leoluca Orlando. Nando Dalla Chiesa. I sindacalisti che dopo aver concorso colpevolmente alla bancarotta fraudolenta dello Stato ora strillano contro questo governo. E penso a tutti quelli che dopo essere stati demitiani o togliattiani ora vogliono insegnare il modo nuovo di fare politica.

D. Ce l'ha pure con Giorgio La Malfa?

R. Lui semmai è una "demi-vierge".

D. E con Segni?

R. No, lui ha veramente una sua innocenza.

D. E Occhetto?

R. Il Pds fa la vergine per demagogia. Nell'illusione di non lasciare spazio a Rifondazione e ai Cobas.

D. E allora viva Cervetti e Del Pennino. E' un bel paradosso.

R. Di fronte a quelli che non hanno mai peccato perchè non hanno mai avuto l'occasione, preferisco quelli che per una scelta ideologica sbagliata hanno sacrificato per i loro partiti persino l'onestà. Ma serbando l'onestà "privata".

D. Sta proponendo la redenzione di una nomenklatura bruciata?

R. Chi è stato privatamente onesto praticando le aberrazioni della partitocrazia può ancora essere utile mettendo la sua privata onestà al servizio della democrazia.

D. Così il ricambio della vecchia nomenklatura non arriverebbe mai...

R. I "club Pannella" stanno preparando una legge di iniziativa popolare che suona pressappoco così: "Chiunque abbia governato per un totale di dieci anni tra assessorati comunali, regionali e ministeri, non può più avere nessuna responsabilità di governo".

D. Come risponde a chi obietta che è stato proprio Pannella a inventare la figura del puro e duro della politica?

R. Le mie sono sempre state una purezza e una durezza per imporre la causa della tolleranza. A favore di qualcosa, non contro qualcuno. I vergini che vedo in giro oggi servono la causa dell'intolleranza.

D. Perchè le fanno tanta paura?

R. In politica coloro che scagliano sempre la prima pietra appartengono alla razza dei giustizieri che divorano la giustizia invece di amarla. Questo è un Paese lassista che poi pensa di salvarsi con le forche. Non bisogna giocare con gli umori plebei delle piazze.

 
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