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Pullara Giuseppe, Pannella Marco - 4 novembre 1992
I SOGNI DI MARCO RE DI PANNELLOPOLI.
BRONX ITALIANI/LA CROCIATA DEL LEADER RADICALE CONTRO GLI ABUSIVI DI OSTIA.

DI GIUSEPPE PULLARA.

SOMMARIO: I cento giorni della presidenza di Marco Pannella alla XIII circoscrizione di Roma che hanno portato al riconoscimento del decentramento amministrativo di Ostia, all'apertura del fronte contro l'abusivismo edilizio e alla applicazione delle leggi sugli enti locali. »L'esempio della XIII potrebbe diffondersi in tutta la città, e un forte segnale decisionistico proveniente da Roma sarebbe forse in grado di motivare adeguatamente l'impegno di amministratori piccoli e grandi di tutt'Italia ... se la "voglia di fare presto e bene" dovesse diventare una malattia contagiosa, il virus di Ostia potrebbe infettare benignamente altri enti locali .

(CORRIERE DELLA SERA - supplemento economia - 4 novembre 1992)

Femminamorta, Tor Tre Teste, Affogalasino, Malagrotta, Coccia di Morto. E' la maledetta toponomastica della periferia romana, che conduce tra l'alienante cemento dei casermoni popolari costruiti dai re del mattone e tra ciò che resta dell'Agro, dove il verde superstite viene sempre più devastato dall'urbanistica contrattata: tu privato costruisci partecipando ai costi per le infrastrutture, io municipio ti lascio fare. Ecco Malafede, dove il cielo si apre verso il mare. Poco più avanti, l'Infernetto, prima del Litorale dove da decenni la speculazione immobiliare ha fatto scuola.

La scorsa settimana ruspe fin troppo casarecce hanno buttato giù tre case. Abusive, come un'altra ventina destinate a cadere sotto il maglio di Marco Pannella. Ai primi di agosto il leader radicale è stato eletto presidente della XIII circoscrizione cittadina, quella, appunto, che riunisce Ostia e l'immediato entroterra. Un appoggio generale, anche se mancano all'appello Msi, Rifondazione e i socialisti. Era stato appena rieletto il consiglio dopo lo scioglimento prefettizio causato da vicende di tangenti. E Pannella si era candidato a guidare la riscossa di Ostia, da avviare entro cento giorni.

L'Infernetto come un inferno: ai primi colpi della legge (è stato applicato l'art. 4 della 47/85 sul condono edilizio), si sono accese durissime le reazioni degli abusivi con tafferugli, caroselli della polizia, decine di denunce per resistenza. La magistratura ha sospeso le operazioni di abbattimento "per motivi di ordine pubblico". Pannella ha rilanciato, chiedendo addirittura l'intervento dell'esercito.

Mega-quartiere di 250 mila abitanti a una ventina di chilometri da Roma, "Pannellopoli" (così chiamano Ostia da quando vi regna il deputato) sorge su quello che fino alla fine del secolo scorso fu un enorme stagno sottratto da coloni romagnoli alla malaria. Nel primo Novecento già era un centro balneare sempre più apprezzato dai romani. Da tempo è una città ai limiti e con le caratteristiche della città-madre: sviluppo urbanistico senza troppe regole, malavita, servizi inefficienti, corruzione. Lo scorso anno i commercianti effettuarono una serrata anti-pizzo: non ne potevano più.

Demiurgo o tiranno, Marco Pannella ha messo in campo tutto il suo carisma per dare l'esempio di ciò che è possibile fare semplicemente applicando la legge. "Il territorio circoscrizionale - afferma - è in parte controllato da organizzazioni di tipo mafioso che hanno promosso un micro-abusivismo nuovo, di massa e di mafia, cercando di legare a questo fenomeno, con la violenza, l'intero popolo degli abusivi". E allora, superando le sterili mediazioni politiche, ordina di iniziare all'Infernetto l'abbattimento di case non abitate che sorgono su aree con vincolo archeologico e paesistico. Accusa la magistratura: "I nostri vigili hanno messo i sigilli ai cantieri fino a sette volte, senza che sia mai intervenuto un giudice". Arriva a dire che "alla base della devastazione del territorio c'è un sistema omissivo della magistratura che non interviene con le sanzioni previste dalla legge". E di conseguenza invoca "manette anche per i magistrati responsabili delle orripilanti illegalità avvenute a Ostia".

I consigli circoscrizionali sono convocati alle ore 17 e Pannella li fa cominciare alle 17. Solo uno, ricorda un po' gigione, ha avuto inizio con un ritardo di quattro minuti. Il monarca ostiense si vanta di aver fatto eleggere i presidenti delle commissioni in meno di due ore, "quando di solito ci si mettevano tre mesi". L'altro giorno, l'apoteosi in Campidoglio dove il sindaco Franco Carraro, psi, ha celebrato i fasti di Pannellopoli nella Sala delle Bandiere.

Si festeggia l'approvazione da parte del consiglio comunale del nuovo regolamento circoscrizionale, una sorta di Statuto che riconosce a Ostia la semiautonomia. Forse il primo caso del genere in Italia. Il sindaco manager, che ha già annunciato di voler lasciare la politica appena possibile, viene sopraffatto dalla parlantina del leader radicale, elegante e raggiante. Pannella esalta i meriti del Campidoglio e dei consiglieri circoscrizionali. Per sé riserva un'annotazione che ingigantisce il proprio ruolo: "Ho solo diretto un paio di riunioni e fatto qualche telefonata".

"Ora me ne posso andare" annuncia tra lo sconforto degli amministratori comunale e ostiensi. Non è Napoleone che va a Sant'Elia, semmai è Cincinnato anche se la sobrietà dei campi non è certo sulla strada di Pannella. Un'ultima richiesta a Carraro: i piani particolareggiati, per sostenere la lotta anti-abusivismo all'Infernetto e sul resto del territorio circoscrizionale dove quest'anno sono stati costruiti 55 mila metri cubi abusivi, il doppio del '91. Dall'assessore al Decentramento, il dc Mauro Cutrufo, ottiene seduta stante una corsia preferenziale per l'attuazione concreta della semi-autonomia di Pannellopoli dove ormai sembrano cadute le aspirazioni a fare di Ostia un municipio a sé.

Raggiunti in meno di cento giorni gli obbiettivi principali (Statuto e apertura del fronte anti-abusivismo), re Marco I abdicherà a giorni. "Ora rischiamo - teme Pierfausto Buccellato, che guida i pidiessini della XIII - di ripiombare nel solito tran-tran fatto di estenuanti discussioni che non portano a nulla. Il nostro problema è il dopo Pannella".

La garanzia di una corretta amministrazione, secondo l'esponente radicale, sta nella puntuale applicazione della legge. La 142, che da due anni rinnova la gestione degli enti locali, rappresenta il faro cui riferirsi per andare avanti. Ma basta la legge o è necessario l'intervento di un leader per aprire una prospettiva palingenetica nei comuni? Il caso di Ostia, con l'episodio dell'Infernetto, fa credere che senza un eroe in campo è difficile trasformare la negligente e sonnacchiosa vita degli enti locali in una realtà diversa. La capitale è suddivisa in venti circoscrizioni dove da tempo immemorabile si dovrebbe agire contro abusivismi di ogni specie, da quello urbanistico a quello commerciale. Ma in nessuna di esse è finora scattata un'operazione ruspa. Solo nel Centro storico si è tentato l'abbattimento di qualche insegna illegittima.

L'esempio della XIII potrebbe diffondersi in tutta la città, e un forte segnale decisionistico proveniente da Roma sarebbe forse in grado di motivare adeguatamente l'impegno di amministratori piccoli e grandi di tutt'Italia. Può sembrare al limite del paradosso: efficienza amministrativa, autonomismo, capacità di decidere che hanno nella Capitale un modello? Oggi non se ne può proprio parlare, ma se la "voglia di fare presto e bene" dovesse diventare una malattia contagiosa, il virus di Ostia potrebbe infettare benignamente altri enti locali.

Resta da compilare la lista dei leader forse indispensabili per dare gambe al rinnovamento. Capipopolo e imbonitori non sono scarsi sulla piazza. Ogni città, ogni paese, ogni circoscrizione ne dispone in abbondanza. Il rischio è che gli amministrati li scambino per qualcos'altro e che vengano fondate Tiziopoli o Caiopoli, con il ritorno all'esaltazione del campanile. Se quelli pronti a cavalcare una protesta di qualsiasi genere sono tanti, di Pannella ce n'è uno solo.

 
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