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Pannella Marco - 14 novembre 1992
Pannella: Bossi non fa paura
Provocatorie dichiarazioni del leader federalista dopo l'"abbraccio" coi leghisti.

SOMMARIO: Intervistato sulla recente "conversione" di Umberto Bossi al sistema uninominale ad un turno, Marco Pannella afferma di non credere che l'uninominale secca spaccherebbe l'Italia in due. Gli italiani, se dovessero votare con l'uninominale secca, ci penserebbero due volte prima di scegliere la Lega. E' certo invece che i deputati sarebbero più vicini alla gente - Per cambiare regime devono scomparire tutti gli attuali partiti. I difetti del sistema elettorale a due turni: "in Francia sopravvivono dodici partiti".

(IL GIORNALE, 14 novembre 1992)

Si infiamma il dibattito sul colpo di scena di giovedì, la conversione di Bossi al sistema elettorale inglese finora sostenuto in Italia solo da Pannella.

D. Marco Pannella e Umberto Bossi: Dio li fa e il diavolo li accoppia?

R. "No - risponde Pannella -, nessun accoppiamento. I politici, parlo dei politici di statura, hanno convinzioni e convenienze. Io al momento ho solo convinzioni, prima fra tutte quella che il Paese si salverà solo col sistema uninominale secco, all'inglese. Bossi ha convinzioni e convenienze e si è convertito all'uninominale secca anche lui".

D. Prima convenienze e poi convinzioni? Possiamo dire che la convenienza a prendersi una grossa fetta dei deputati del Nord l'ha convinto a optare per l'uninominale secca?

R. "Se Bossi è convinto che il regime federalista è meglio del regime centralista, si sarà convinto anche che l'uninominale secca gli conviene per avere la forza parlamentare sufficiente a imporre uno Stato federale democratico non giacobino".

D. Ipotesi a parte, sappiamo come funziona l'uninominale inglese: in ogni collegio uninominale viene eletto il candidato che raccoglie più voti e tutti gli altri vanno a casa. Con una media del 25-30 per cento, la Lega può prendersi 150-200 collegi uninominali al Nord, un quarto o un terzo dell'intera Camera dei deputati.

R. "Bisognerebbe vedere chi sono i 150 o 200 deputati di Bossi: io credo che, eletti in collegi uninominali, a diretto contatto coi problemi della gente, essi sarebbero meno propensi all'ideologia leghista e più vincolati ai problemi concreti della gente. Ma, soprattutto, se gli italiani sapessero che si va a votare con l'uninominale secca, ci penserebbero due volte prima di mettere il segno di croce sulla scheda".

D. Se invece non ci pensassero due volte, avremmo l'Italia spaccata in due: maggioranza leghista al Nord e frantumazione del Centro-Sud fra candidati di più partiti, in parte anche inquinati. Non ci sarebbero le premesse della "guerra civile"?

R. "No, ritengo che Bossi sia un democratico. Inoltre, non penso affatto che tutto il Nord si ritroverebbe sulle posizioni della Lega Lombarda. Veneti, piemontesi, liguri, emiliani avrebbero le loro forze autonomistiche. Bossi dovrebbe dunque trattare con gli autonomisti delle altre regioni, italiane ed europee".

D. A noi risulta che lo stesso La Malfa, che si appresta a ospitare Bossi al congresso di Carrara, sia convinto che il leader della Lega abbia una sola idea ferma: la secessione del Nord. Non crede che mettendo insieme la strategia di Miglio della "macroregione" padana e quella di Bossi dell'uninominale secca, si arrivi alla secessione senza colpo ferire?

R. "No, credo che l'idea della secessione sia soprattutto di Miglio. Comunque, saranno le circostanze a pesare sull'avvenire del Paese. In ogni caso, tutte le unità nazionali sono in pericolo se non facciamo gli Stati Uniti d'Europa. E non sono in pericolo per motivi etnici, ma perché gli apparati statuali, compreso quello francese sempre lodato, non hanno più sufficiente forza coesiva".

D. Ma per arrivare agli Stati Uniti d'Europa e a una nuova democrazia in Italia non è necessario il salto nel buio dell'uninominale secca: basta, come da sempre propone "Il Giornale", l'uninominale in doppio turno alla francese, che è la soluzione razionale intermedia per arrivare, alla fine, al modello anglosassone.

R. "Io credo, a differenza del "Giornale", che non si possa passare per la fase intermedia. Se vogliamo saltare da un regime a un altro, dobbiamo favorire la scomparsa di tutti gli attuali partiti, e lo si può fare solo con l'uninominale secca. Col sistema francese, invece, una parte sia pur ridotta degli attuali partiti sopravviverebbe. In Francia sopravvivono dodici partiti, sia pure parzialmente diversi da quelli della Quarta Repubblica grazie all'uninominale".

D. E con l'uninominale secca all'inglese?

R. "Avremmo solo due o tre partiti all'americana, cioè grossi raggruppamenti in funzione elettorale, e basta".

D. L'America, l'America confederale, ci fa pensare alla guerra di secessione, di 130 anni fa.

R. "E' vero, ma dopo di allora i mostri (fascisti, nazisti, comunisti) sono nati solo negli Stati proporzionalisti".

D. Tra un mese si vota a Monza e a Varese. Se la Lega arriva al 35-40 per cento dei voti, come si dice, resterete sempre favorevoli all'uninominale secca?

R. "Perché no. E siamo anche del parere che la Lega debba poi governare dove vince. Quindi, niente unioni sacre a Varese o Monza o altrove contro la Lega. Quanto a noi del gruppo federalista europeo, saremo presenti con la "Lista Pannella" sia a Monza che a Varese. La convergenza con Bossi sull'uninominale non escluderà il confronto con lui su altri problemi".

g.n.

 
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