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Pannella Marco - 26 novembre 1992
Varese e Monza sognano di votare in America
di Marco Pannella

SOMMARIO: La presentazione degli impegni e degli obiettivi della "lista Pannella" che si presenterà a Varese, a Monza e a Fiumicino nelle elezioni del 23 e 14 dicembre per il rinnovo di alcuni Consigli comunali. Le "liste Pannella" rappresentano l'unico movimento che sostiene la riforma uninominale "all'americana", la regolamentazione della droga e la esclusione da qualsiasi responsabilità di governo da parte di chi abbia governato da oltre dieci anni. Pannella afferma inoltre che se la Lega risulterà dalle elezioni la prima forza, dovrà esserle consentito di governare; annuncia contestualmente l'opposizione contro "qualsiasi tentativo, purtroppo già preannunciato esplicitamente, di usare in modo irresponsabile ed eversivo, contro l'attuale Stato, finché ci sarà, a fine eventualmente separatisti o di sabotaggio, il potere comunale". Seguono alcuni commenti critici di Francesco Rutelli e Nando Dalla Chiesa sulla presentazione delle "liste Pannella".

(IL GIORNO, 26 novembre 1992)

Se va bene, i Consigli comunali che si eleggeranno il 13 e il 14 dicembre dureranno fino a primavera o, al massimo, al prossimo autunno. Sembra accertato, infatti, che per via parlamentare (o anche referendaria) avremmo presto la nuova legge elettorale, con elezione diretta del sindaco, e conseguenti nuove elezioni. In questo contesto , che viene chissà perché ignorato e fatto ignorare dagli elettori, si stanno quindi sviluppando confronti politico-elettorali truccati, menzogneri e poco responsabili.

I partiti guardano a questa scadenza unicamente perché il 13 e il 14 dicembre i risultati amministrativi serviranno come indicazioni politiche generali. Le loro sezioni locali - di certo sono impegnate anche per tentare di fare passi avanti, o per farne fare indietro ai loro concorrenti, in termini di organizzazione dei diversi interessi territoriali, politici e locali che rappresentano. Ma questo aspetto è purtroppo marginale e provvisorio.

Ciò premesso ci è sembrato doveroso, opportuno, e anche giusto di consentire agli elettori che saranno chiamati a votare in alcune città particolarmente significative di dare un voto pro e contro la politica (e la storia civile, che conta) che per il momento ho l'onore e l'onere di rappresentare. E di rappresentare anche sul piano dei nostri e miei interventi e responsabilità straordinari negli enti locali, nei Comuni e nelle Regioni nei quali mi sono impegnato da Trieste a Bolzano, da Trento a Catania, da Roma a Teramo e Napoli oltre che, di recente, nella XIII circoscrizione di Roma.

Nelle elezioni del 5 aprile, con le "Liste Pannella" questa "simulazione" di elezioni all'anglosassone (imperniate, cioè, sulla persona e sul territorio, e non su fazioni o partiti che dir si voglia) ottenemmo di inviare in Parlamento, miracolosamente, un pugno di deputati grazie al voto di poco più dell'1% degli elettori; meno di quattrocentomila persone, coraggiose, limpide e determinate. Da allora ciascuno ha potuto meglio riflettere sul proprio voto, e sulla sua positività o meno.

Dalle elezioni del presidente della Camera e di quello della Repubblica alla svolta in tema di immunità e di lavoro parlamentari, all'opposizione alla formazione di un governo troppo debole di fronte ai compiti drammatici che lo attendevano nella situazione di bancarotta fraudolenta in cui i partiti e i sindacati, di centro, di sinistra e di destra hanno gettato il Paese; al sostegno solitario e scandaloso" a favore di questo stesso governo, il più debole numericamente, consentendogli di operare nella direzione più giusta, pur tra obbligate, ereditate iniquità, mentre rabbia e dolore rischiavano di produrre rivolte ancora più disastrose per le fasce deboli del nostro Paese, e per il Paese stesso; da tutto questo alla riproposizione efficace del dibattito sul flagello sociale, economico, morale, istituzionale, umano nutrito dalle attuali leggi sulla droga; all'esercizio responsabile della tolleranza rispetto ai nostri nemici storici della partitocrazia, per governare la necessaria transizione a un nuovo regim

e, democratico e riformatore, fra la padella del disfacimento e la brace della rivolta cieca e suicida, contro i potenti e contro i "nuovi" demagoghi, mi sembra che vi siano ragioni possibili di nuova fiducia nei nostri e miei confronti.

Molte donne e molti uomini del nostro Paese, mi sembra, hanno compreso che l'unico "scandalo" che ci si possa oggi rimproverare è quello, ultradecennale, della ragionevolezza, dell'intelligenza storica e politica, della coerenza nell'onestà e nella tolleranza. Sarà molto importante, per noi, per poter imporre a una politica impazzita e nefasta riforme e saggezza, intransigenza e tolleranza civile, un alto numero di voti nei pochissimi luoghi in cui ci presentiamo.

Se ne farebbe letteralmente tesoro, i lettori lo comprendono, a Roma; o in loco sarebbe un voto di grande influenza generale e di grande qualità di chiarezza, di limpidità. A Varese (in alleanza con gli ambientalisti), a Monza, a Fiumicino le "liste Pannella" rappresentano l'unico movimento organizzato in Italia che abbia esplicitamente e fermissimamente le seguenti caratteristiche: esser per la riforma all'americana, all'anglosassone, del sistema politico ed elettorale uno contro l'altro, due o tre partiti al massimo in alternativa; esser attivamente per la regolamentazione - come per il divorzio e per l'aborto - dell'immane flagello della droga e della mafia, per tanti versi ad essa connessa; e, intanto per l'abolizione del carcere per i malati tossicodipendenti; esser da sempre federalisti e federalisti europei, in concorrenza leale, e per molti versi fiduciosa e amichevole, rispetto alla Lega e al popolo dei suoi elettori o simpatizzanti; per l'immediata esclusione da qualsiasi responsabilità di governo

regionale e/o nazionale o delle grandi città da parte di chi abbia governato, ai vari livelli, oltre i dieci anni; a essere ecologisti, ambientalisti sicuri e affidabili, ma contrari all'attuale processo di partitizzazione di regime.

Infine, ricordiamolo, le "Liste Pannella" costituiscono un esperimento di prefigurazione della riforma elettorale fondata, come in America, sulla leader-schip di una persona, sulla valorizzazione, al proprio interno e nel metodo, di ogni persona, di ogni candidato, di ogni militante. A Varese e a Monza, sia chiaro a tutti, impediremo il formarsi di "unioni sacre" contro la Lega. Se sarà, come sembra, la prima forza, dovrà esserle consentito immediatamente di governare, e di compiere le sue scelte di alleanza e di programmi a questo fine. La differenza con il voto dato alla Lega, quindi, oltre quel che ho ricordato, sarà soprattutto una: faremo barriera contro qualsiasi tentativo, purtroppo già preannunciato esplicitamente, di usare in modo irresponsabile ed eversivo, contro l'attuale Stato, finché ci sarà, a fine eventualmente separatisti o di sabotaggio, il potere comunale. In questo penso, d'altra parte, che siano d'accordo praticamente tutti i suoi elettori, o quasi.

Con fiducia, quindi attendo che gli elettori di Monza e Varese, di fiumicino, di Viareggio (Lista verde, ambientalista, antiproibizionista e federalista) provino a farci fiducia, per la prima volta in modo serio e consistente, in coerenza con il riconoscimento che in tanti ormai compiono sul valore del nostro passato e del nostro presente.

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Per dalla Chiesa è solo un anticonformista di regime

"Useremo le ruspe contro le nuove ondate di abusivismo edilizio e politico". E' quanto ha premesso Marco Pannella in risposta alle polemiche sulla sua candidatura come capolista alle elezioni comunali di Monza.

Ora il capo storico dei radicali approda nella "capitale" della Brianza , dove domenica mattina terrà un comizio per spiegare le ragioni della sua scelta. Agli elettori dirà per quanti giorni, se la sua lista uscirà bene dalle urne, intende restare come consigliere.

La scelta di Marco Pannella di presentare la sua lista per le comunali del 13 dicembre ha suscitato un vespaio. Il verde Francesco Rutelli ha parlato di "schizzofrenia", giudicando assurda la partecipazione con una sua lista alle amministrative da parte di chi si batte per un sistema elettorale uninominale maggioritario secco.

Polemico soprattutto il leader della Rete Nando Dalla Chiesa, che ha bollato il suo antagonista come "anticonformista di regime". Non si va nei comuni ad approfittare della crisi per mietere un pò di voti da portare in Tv per poi sparire", ha detto in un comizio. Pannella ha replicato: "Non c'è nulla di più vecchio del nuovo alla Dalla Chiesa".

 
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