In un'intervista al "Giornale" il leader dei radicali chiede anche nuove norme su partiti e appalti e accertamenti sulle responsabilità di tutti.di F.O.
SOMMARIO: [Intervista]. La fissazione della data dei referendum è un successo di quanti si sono battuti per questo obiettivo. Il "no" vedrà schierati i comunisti, la rete, alcuni verdi, e una parte del PDS (Rodotà, Ingrao...). Il PR è naturalmente per il "sì". Poi occorrerà evitare una "legge-truffa" sul sistema elettorale: niente proporzionali, anche mascherate...Dichiara di essere in doverosa attesa per la proposta del Ministro Conso sulla "soluzione politica" a Tangentopoli. Ribadisce la sua perplessità sul fatto che i magistrati non contestino mai "reati associativi", in una situazione come quella venutasi a determinare nel paese. "Occorre evitare - ammonisce - che nel crollo di un regime, a prendere il potere sia una parte di quello stesso regime...
(IL GIORNALE, 27 febbraio 1993)
Marco Pannella lei viene domani a Milano per chiudere il partito radicale o per aprire la campagna elettorale del sì nei referendum del 18 aprile?
La fissazione dei referendum al 18 aprile da parte del governo è un successo di quanti - noi, Segni, voi del "Giornale" e tanti altri - abbiamo premuto perchè non si andasse troppo oltre nel tempo e perchè tutti e due i referendum fondamentali, quello per l'abolizione del finanziamento publlico dei partiti e quello per l'abolizione delle leggi elettorali proporzionali, si tenessero in una sola volta. Ci sarà un attacco contro il sì da parte di comunisti, missini, alcuni verdi, retisti e anche dall'interno dei partiti di maggioranza e del Pds. Non per altro, si parla di un "Comitato del no" ai referendum elettorali presieduto addirittura da Stefano Rodotà e appoggiato da Pietro Ingrao".
La vostra posizione di fronte a questo attacco previsto, quale sarà?
"Diremo agli elettori di votare sì a tutti i referendum, un sì complessivo. La campagna elettorale comincerà fra due settimane. Ed è importante che l'informazione ed ogni altra sia, a riguardo, completa e leale".
Se vincono i sì, cosa succede dopo?
"Dopo dovremo badare che non si facciano leggi truffa come accadde dopo il referendum sulla giustizia giusta, quando decidemmo a stragrande maggioranza di estendere la responsabilità civile ai magistrati, ma poi la legge Vassalli in pratica la negò. Sicuramente, sarebbe una legge truffa quella che pretendesse, come si è tentato nella Bicamerale con la proposta Mattarella, di creare un sistema maggioritario al sessanta per cento e proporzionale al quaranta per cento poiché questo sistema risulterebbe complessivamente proporzionale e quindi di piena protrazione dell'attuale regime ".
Ma anche la vittoria del sì nel referendum del Senato ci darebbe una legge elettorale maggioritaria per tre quarti e proporzionale per un quarto.
"E' vero, ma è soltanto per ragioni tecniche, dovute alla configurazione dell'attuale legge elettorale del Senato che il referendum impugna. Ma il nostro indirizzo politico è tutto maggioritario. E quindi ci batteremo perchè la nuova legge della Camera sia una legge interamente maggioritaria. Solo in questo modo potremo realizzare quel sistema bi o tripartitico che riteniamo debba essere l'assetto del nuovo regime politico".
Lei, viene dunque ad aprire , di fatto, la campagna elettorale del sì a Milano, la città di Tangentopoli. Come influisce la crisi morale sulla competizione referendaria?
"Attendo con doverosa fiducia la proposta del Ministro Conso che dovrebbe dare la "soluzione politica" evocata anche dal giudice Di Pietro. Sono certo che non si tratterà nè di una sanatoria palese od occulta, nè di una forma qualsiasi di condono, né di una legge retroattiva. Io, che sono contro ogni demagogia e contro ogni vendetta, anche in opposizione a quei "radicalismi giacobini" evocati da Mino Martinazzoli, devo però continuare a esprimere una mia domanda fissa: come è possibile, sul piano tecnico-giuridico, che i giudici non contestino reati associativi (associazione per delinquere, associazione di stampo mafioso) in una situazione nella quale ogni studente di giurisprudenza constaterebbe queste fattispecie?"
Lei, però non si è limitato a fare ai giudici questa contestazione. E' stato anche severo verso di loro per una loro presunta passività negli anni passati.
"Certo, ritengo che nella classe dirigente del regime partitocratico, la vera centralità sia da addebitarsi, con le dovute eccezioni, alla componente giurisdizionale e giudiziaria, prima ancora che al ceto politico. Ed è per questo che chiedo insistentemente che i sepolcri imbiancati delle procure generali e degli uffici istruttori e talora anche dalla magistratura giudicante del passato trentennio,non vengano risparmiati da indagini e avvisi".
Come mai tanta severità, proprio mentre i giudici non stanno facendo altro che il loro dovere?
"Perchè non vogliamo rischiare che nel crollo che stiamo vivendo, una parte del regime da abbattere pretenda di diventarne l'erede, scaricando su un capro espiatorio - politico e imprenditoriale - anche gravissime responsabilità di altri poteri, compreso quello giudiziario".
Conclusione?
"Conclusione: vittoria dei sì ai referendum, nuova legge elettorale maggioritaria, nuova legge sui partiti, nuova legge sugli appalti, nuovi accertamenti sulle responsabilità di tutti - politici, imprenditori, magistrati - prima di procedere alla "soluzione politica" dell'inchiesta Mani pulite".