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Perna Giancarlo, Pannella Marco - 27 giugno 1993
SFASCISTI, VOLETE SOLO LE POLTRONE
Uomini Contro/Pannella spiega la sua svolta a leader degli inquisiti. "Ormai siamo al terzo regime; dopo fascismo e Dc, i giacobini"

di Giancarlo Perna

SOMMARIO. Marco Pannella spiega i motivi delle riunioni, alle sette del mattino, dei parlamentari "autoconvocati": affermare la continuità della legislatura contro chi vorrebbe lo scioglimento immediato delle camere. Alle accuse di riunire parlamentari inquisiti, replica ricordando che un avviso di garanzia non è una sentenza e che questo Parlamento è per la prima volta sovrano, sganciato dai partiti, capace di legiferare seriamente. Esprime infine allarme per il regime "giacobino-trasformista-edificante-propagandistico, tendenzialmente autoritario che viene dal codice genetico del comunismo" che si sta affermando in Italia.

(L'EUROPEO, 27 giugno 1993)

Se non è per le sette, Marco Pannella non dà appuntamenti. Gli ho chiesto questa intervista per parlare delle sue riunioni alle sette di mattina con i deputati e senatori, molti dei quali inquisiti. "vediamoci alle sette a Montecitorio", mi ha proposto.

L'ho maledetto con intensità e stavo per far valere piagnucolando 15 anni di rapporti corretti e senza incrinature, quando Marco ha precisato: "Alle sette di sera". Uf!

A quell'ora in Transatlantico non c'è nessuno, salvo io e lui. Io col bloc notes e lui coi capelli bianchi, i gesti smisurati, una voce che basterebbe per tre, sempre più padre nobile della Repubblica che fu. Siamo sprofondati nel divano e immersi nel dialogo seguente.

- Perché queste riunioni all'alba con mezzo Parlamento?

"Per riaffermare che la legislatura continua".

- Ma chi dice il contrario?

"Adesso più nessuno. Ma prima che ci autoconvocassimo, lo dicevano in molti. Da Garafini...".

- Gara chi?

"Svegliati. E' un gioco di parole fatto di Garavini, capo di Rifondazione comunista, e Fini, segretario del Msi. E non solo loro. Hanno chiesto lo scioglimento immediato delle Camere anche Leoluca Orlando, Pietro Ingrao e, a giorni alterni, ci si mette pure Achille Occhetto. Insomma, c'è un partito del "tutti a casa" che bisogna sconfiggere".

- Quanto deve ancora durare la legislatura?

"Almeno nove mesi. C'è tanto da fare. C'è la legge elettorale da portare a termine. E nel frattempo, c'è l'attività di governo da seguire".

- Che ne pensi del governo?

"Male ma non per colpa sua. Il Parlamento è assente. Molta responsabilità è del Pds che ha un piede dentro e uno fuori. Ha i suoi ministri, ma non vuole assumersi la responsabilità di quello che fanno.

Ed è proprio per scantonare che Occhetto parla spesso di andare subito alle urne".

- Torniamo alle tue riunioni antelucane: molti partecipanti sono infarciti di avvisi di garanzia.

"Il mio invito è esteso a tutti, non solo agli avvisati. E comunque, ti ricordo che un avviso non è una sentenza di condanna".

- Cioè sono pienamente legittimati a fare i parlamentari?

"Mai come oggi. Per la prima volta da mezzo secolo, questo Parlamento è finalmente sovrano. Ora che i partiti sono finiti, non ha più padroni esterni. La crisi della partitocrazia, ha rimesso al centro la politica. In pochi mesi, abbiamo fatto più lavoro che in passato nei cinque anni di legislatura: legge sull'elezione del sindaco; riforma elettorale; riforma immunità parlamentare; riforma degli appalti".

- Dicono che tu stendi la tua ala protettiva e gli inquisisti cercano di riciclarsi.

"E' il contrario. Si attirano altri fulmini. Non credo che i giudici che ho sempre criticato saranno più teneri con loro perché si sono avvicinati a me. In più, devono sopportare le calunnie e il linciaggio sistematico di giornali tipo Repubblica. L'unico vantaggio che hanno venendo alle mie riunioni è di riaffermare il diritto e il gusto di fare politica".

- Ma a te chi te lo fa fare?

"Non voglio che l'Italia corra rischi. Non voglio plebi che si rivoltano e distruggono tutto. E alla fine, si sta peggio di prima. Per le riforme ci vuole serenità e ordine. Le promesse ci sono: Scalfaro è un elemento di certezza; Ciampi è il governo più autonomo dai partiti che ci sia mai stato; il Parlamento lavora. Se si ritrova il senso del diritto, possiamo uscirne bene. Quelli che vogliono sfasciare, lo fanno per occupare posti. Il solito arraffa, arraffa".

- Tutte belle cose. Ma perché pretendi di parlarne alle sette di mattina?

"Perché è la sola ora libera che abbiamo, il resto del tempo è occupato tra aula, commissioni, gruppi parlamentari".

- Però, c'è anche dell'originalità...

"Le cose ragionevoli, in Italia, sono originali. Io rappresento spesso lo scandalo della ragionevolezza".

- Piuttosto seriosetto. Invecchi. Ma non ci sono state lamentele per gli orari?

"Qualcuno ha protestato. E io gli ho detto: "Vaffan. Ti alzi alle cinque per prendere l'aereo o andare a caccia e non vuoi farlo per fare politica? Vaffan". ma poi sono venuti".

- Adori ancora il presidente Scalfaro?

"Io non adoro nessuno. Ho enorme stima e fiducia in lui. Ha anche dimostrato di non essere infallibile, di non pretendere di esserlo e di non scoraggiarsi se ha sbagliato. Lo considero una diga.

- Di che?

"Contro il terzo regime di questo secolo, dopo il fascismo e la partitocrazia, di cui potremmo essere alla vigilia".

- Che regime?

"Un regime giacobino-trasformista-edificante-propagandistico, tendenzialmente autoritario che viene dal codice genetico del comunismo".

- Cioè?

"La Rai-Tv è un esempio già in atto. Il terzo telegiornale è comunista. Il secondo, di ex servi craxiani, si è rifugiato sotto le ali pidiessine. Il primo, quello diretto da tale Albino Longhi, si è trasformato in tele Violante, tele Pecchioli eccetera. Se si parla di mafia e giustizia, non c'è che Luciano Violante; se si parla di servizi segreti, solo Pecchioli. Uno strazio".

- Dall'attuale macello nazionale chi esce peggio: politici, imprenditori, giudici o giornalisti?

"Hai citato tutta la classe dirigente che ha concorso nello stesso modo a creare il regime che sta crollando. Con questa conclusione: che stiamo per avere una nuova Dc...".

- Ma và...!?

"Cioè, il Pds. Se tu mi lasciassi finire, ogni tanto".

- Che ne dici dell'uso che i giudici fanno della carcerazione preventiva?

"Spesso è eccessiva e va assolutamente criticata. Ma non possono imbracciare il cannone proprio coloro che hanno costretto questo regime a essere corrotto e criminale. Non si deve scordare che anche adesso, la maggior parte della magistratura dorme. Finora si sono mosse 35 procure. Ma 70, no".

- Ti credevo più critico verso i giudici...

"I magistrati hanno omesso per decenni di fare il loro dovere. Ora che si muovono, bisogna osservare. E criticare solo a ragion veduta. Ogni garantismo, comunque, ben venga".

- Il sequestro della casa di Pomicino che impressione ti ha fatto?

"Per l'Italia, è un atto quasi senza precedenti. Ma non necessariamente persecutorio. Mi hanno impressionato di più per la loro futilità alcuni avvisi di garanzia sia contro Pomicino, sia contro altri".

- Insomma anche tu, bastian contrario per natura, stai dalla parte dei nuovi idoli, Borrelli e compagnia?

"Be'. Giusto per darti una buona chiusa, visto che l'intervista è finita. Il ceto che ha maggiormente approfittato di questo regime, per carriere, stipendi eccetera, è quello dei giudici. E vicini a loro, ci siete voi giornalisti".

E su questo Pannella si allontana. Si gira e mi ridice: "Giornalista". Impunito. Dovete sapere che anche lui è giornalista. "Politico", gli grido dietro. Pari. Quantomeno.

 
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