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Pannella Marco - 13 luglio 1993
LETTERA DI MARCO PANNELLA AGLI "AUTOCONVOCATI DELLE 7"

SOMMARIO: Lettera agli "autoconvocati delle 7" [i parlamentari che si sono riuniti in diverse occasioni alle sette del mattino presso la Camera per discutere delle iniziativa in difesa del Parlamento] con la quale, dopo aver preso atto del successo dell'iniziativa che ha portato al riconoscimento generale dell'impossibilità di convocare subito le elezioni, si mette in rilievo la necessità di sollecitare Parlamento e Governo ad un maggiore impegno. Marco Pannella richiama infine l'attenzione dei coleghi sugli errori contenuti nella legge di riforma del sistema elettorale della Camera già approvata dalla stessa Camera e attualmente in discussione al Senato. Seguono alcune osservazioni sulle questioni più rilevanti che riguardano la legge di riforma.

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Caro/Cara collega,

se "gli autoconvocati delle sette" hanno occasionato un vero festival, un revival da parte della stampa di regime e del mondo geneticamente programmato di storia comunista, trasformista, crispino, contro gli "autoconvocati", di me in particolare, è indubbio che la nostra "scandalosa" iniziativa ha riportato un pieno, significativo, primo successo: lo stesso Presidente della Repubblica, i Presidenti della Camera e del Senato, la stessa stampa hanno convenuto che il Parlamento non è "delegittimato", e che non si può continuare a chiedere "elezioni subito" quando le elezioni non sono oggettivamente convocabili, da parte dei demagoghi avvezzi a siffatte rendite di posizione, parassitarie e sfasciste. Il Parlamento, più semplicemente, non è rappresentativo delle attuali passioni e scelte che animano il Paese. Ma questo, di per sè, è fisiologico; è - direi - ragione stessa della democrazia politica parlamentare democratica.

Abbiamo dunque da lavorare almeno per un buon semestre, e da sollecitare Parlamento e Governo ad un maggiore impegno reciproco, anche se vi è chi ha tutto l'interesse di continuare il polverone delle "elezioni" invece che affrontare le scelte che sta compiendo di fatto, sotto il coperto di quello slogan demagogico: ha ragione perfino Ingrao, quando nota che eventi di straordinaria importanza come l'accordo Ciampi sul costo del lavoro e sul patto sociale, di fatto è stato ignorato in Parlamento da parte di chi pur non manca di sollecitare il Governo a comparire di fronte alle Camere per qualsiasi fatto di cronaca nera nazionale o internazionale.

Ho provveduto ad annullare la nostra convocazione di mercoledì scorso e di questo per due motivi: il primo è che il documento preparato per discutere e deliberare da parte nostra è stato ampiamente superato dal successo pieno della nostra iniziativa. Il secondo è dato dal Consiglio Generale di Sofia del Partito Radicale che impegna in questi giorni non pochi di noi sul piano del lavoro concreto, e riguarda quasi duecento parlamentari iscritti al PR.

Ti scrivo oggi non in quanto "autoconvocato", ma come collega del gruppo federalista europeo. In questa veste ho da alcuni mesi assunto iniziative e responsabilità, ho fatto proposte che in genere sono state nella loro concretezza lasciate cadere. Ho difeso e difendo l'importanza delle riforme che il Parlamento ha fatto e sta facendo. Ma mi sembra corretto, anche, sottolineare la gravità del fatto che per lo più ho dovuto votare contro le soluzioni adottate.

In particolare trovo molto difficile e inopportuno continuare a raccogliere da una parte infamia nel Paese, e ovunque, per scelte di metodo e di principio che non tollero di vedere linciate con la menzogna, costosissime sul piano della mia immagine e del mio gruppo politico, e dall'altra mancanza assoluta di ascolto da parte di quelle forze politiche e parlamentari, e di quei colleghi che pure hanno la bontà di riconoscere che la nostra opera forse pesa qualcosa in più del peso numerico dei sei o sette parlamentari del mio gruppo.

Quel che sta accadendo sulla riforma elettorale mi appare gravissimo: ci troviamo dinanzi ad un monumento ad un modo di far politica - e leggi - suicida, oltre che putrido, cieco e accecante.

Poichè dalla stampa nulla passa, di nuovo, se non - come per un trentennio - ostracismo e menzogna, ti invio alcuni appunti perchè ti sia più chiaro il carico e le ragioni specifiche del nostro e mio dissenso.

Spero che non si arrivi al capolinea con questo treno carico di merce avariata; anche se nelle prossime ore è possibile che avvenga proprio questo.

In linea di principio avevamo pensato di fissare la prossima riunione delle "sette del mattino" per mercoledì 21. Ti terrò al corrente di quel che decideremo. Incontrarci di nuovo ha senso solamente se avremo la certezza di una partecipazione di molto maggiore a quelle precedenti, per grandi che siano state o apparse.

E se non sarà confermato che di quel che pensiamo e programmiamo, tranne eccezioni, come per il passato, non si tiene nessun conto: del tutto legittimamente, ma politicamente imponendo, così, anche a noi, scelte diverse da quelle fatte e tentate in questo periodo.

Ti allego, dunque, alcuni appunti sulla riforma elettorale in corso di votazione in queste ore al Senato.

Cordiali saluti, grato se vorrai dare una qualsiasi forma di riscontro a questa lettera.

Marco Pannella

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LEGGE ELETTORALE: LE NOSTRE PREDICHE INUTILI

1) Scorporo. Questo aberrante meccanismo metterà gli uni contro gli altri i candidati dello stesso partito nei collegi maggioritari e nella parte proporzionale. La vittoria dei primi significherà la sottrazione di voti e quindi la probabile non elezione dei secondi. La slealtà verrà imposta per legge inquinando la competizione elettorale. Il tutto per tre-quattro seggi in più al Nord piuttosto che al Sud alla Dc e per due seggi in più a MSI e Rifondazione. Oltretutto lo scorporo è facilmente aggirabile con una lista di comodo. La Lega ha già annunciato che lo aggirerà. Il PDS è pronto a fare altrettanto. L'unico partito che si "scorporerà" sarà la stessa DC.

2) Divieto di candidature indipendenti. Saremo il primo paese ad avere il collegio uninominale vietando a persone non collegate a partiti di candidarsi nei collegi uninominali. Questo con la giustificazione di non consentire l'aggiramento dello scorporo, (cosa peraltro infondata, perchè è molto più facile inventarsi un simbolo per una lista di comodo che tanti simboli diversi per i vari candidati indipendenti). In realtà si vogliono proprio impedire le candidature indipendenti rispetto ai candidati scelti dai partiti, tanto è vero che per la legge del Senato, dove non c'è problema di scorporo, esse sono state ugualmente vietate.

3) "Polipone". E' l'ultima trovata del PDS, passata al Senato. Facendo finta di fare la battaglia contro lo scorporo e a favore delle candidature indipendenti, il PDS ha inserito la possibilità che un candidato si colleghi a più liste o gruppi nella parte proporzionale. Il candidato nel collegio uninominale non avrà per forza il marchio di un partito ma, volendolo, di tre o quattro ! Se eletto, lo scomputo dei voti avverrà "pro quota", a scapito di tutte le liste o gruppi collegati, proporzionalmente ai voti ottenuti.

4) Sbarramento. Per la quota proporzionale (che sempre più si sta rivelando un vero e proprio bubbone maligno) è stato inserita la soglia del 5%. Uno sbarramento ritagliato su misura per Rifondazione e MSI e nell'illusione di far divenire almeno verdi e laici satelliti di PDS e DC; il che in realtà significa tutt' al più del solo PDS. Perchè mai, se proprio bisogna conservare una quota proporzionale in cui ogni soggetto politico possa mantenere la propria identità, devono essere fatti fuori i soggetti politicamente significativi che sono attorno al 2 - 3 % ? Per evitare liste di mero disturbo basterebbe una soglia di 500 mila voti. Altrimenti, perchè non alzare la soglia al 15 o al 10 per cento ? Oppure, perchè non tornare alla fotocopia autentica del sistema referendario con un solo voto e sbarramento di fatto al 10 %, come è per la legge del Senato ?

5) "Collegioni". Anche questa è una novità introdotta al Senato. Per evitare la lista con il voto di preferenza (che con lo scorporo avrebbe effetti devastanti), il Senato non ha voluto riproporre la strada maestra della lista bloccata di pochi nomi (sono bloccati anche i collegi uninominali maggioritari !) dopo la bocciatura della Camera dovuta a Segni e alla mancata assunzione di responsabilità da parte del PDS. E' stato così introdotto per la quota proporzionale il vecchio sistema di elezione del Senato. A parte il fatto che questo sistema è una sorta di terno al lotto, come si spiegherà agli elettori il fatto di avere, per l'elezione della stessa Camera, due schede assolutamente identiche ? Come farà l'elettore a capire qual'è la scheda per l'uninominale vero, con il sistema maggioritario, e quella per l'uninominale finto, in cui si vota in realtà non per una persona ma per un partito ? Che incredibile pasticcio !

6) Esenzione dalla raccolta delle firme. Con un colpo di mano, la Commissione affari costituzionali del Senato ha esentato tutti i partiti presenti in Parlamento dal dover raccogliere le firme per presentare non solo le liste o gruppi nella parte proporzionale, ma anche i candidati nei 475 collegi uninominali veri. Candidati e soggetti politici nuovi dovranno raccogliere centinaia di migliaia di firme, i partiti già presenti in Parlamento nulla. Con una semplice firma un segretario di partito, sia pure in estinzione, potrà presentare candidati e liste in tutta Italia. Un privilegio inaccettabile che produrrà la proliferazione di candidature nei collegi uninominali. Occorrerebbe prevedere invece non solo l'obbligo di sottoscrizioni per tutti, ma anche una cauzione (dieci milioni) rimborsabile solo se il candidato supera il 7 o almeno il 5 %.

 
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