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Pannella Marco - 3 agosto 1993
"Il vero male è lo Stato partitocratico"
di Marco Pannella

SOMMARIO: Contesta le affermazioni di Giuliano Amato secondo cui la Chiesa, diversamente dai "laici", avrebbe »funzionato, in nome e per conto di Dio, per difendere, animare, far funzionare la religiosità, ed incarnare "valori etici", facendoli divenire valori civili, sociali, storici . Laici e cattolici italiani avrebbero invece, secondo Pannella, abusato in termini di potere degli ideali che pretendevano di rappresentare. Sono stati invece i radicali ad »incalzare proprio la Chiesa nell'essere accanto alla sofferenza, ai malati, ai carcerati, alle vittime di immensi e tremendi fatti sociali dilaganti, come aborto, sesso e demografia, costringendola a non più rassegnarsi, a reagire, a affrontare il secolo.

(CORRIERE DELLA SERA, 3 agosto 1993)

Buon per Giuliano Amato che Dio non abbia bisogno di difendere la propria immagine e la propria identità, la propria storia adendo a via legali, o gli Amato (in altro paese e con altro Ordine Giudiziario) avrebbero da risarcire danni per una decina di generazioni almeno.

Dunque in Italia il cattolicesimo, la Chiesa - secondo Amato - hanno "funzionato, in nome e per conto di Dio, per difendere, animare, far funzionare la religiosità, ed incarnare "valori etici", facendoli divenire valori civili, sociali, storici. Ed i "laici", "kantiani", no.

Se per "laici" Giuliano Amato intende i "laici" ufficiali ha, certo, ragione. La caratteristica di laici e di cattolici italiani, quali hanno prevalso e "funzionato" in questo mezzo secolo, è stata comune: gli uni e gli altri hanno usato e abusato in termini di potere, sottopotere, simonia, degli ideali che pretendevano di rappresentare, far "funzionare". L'"arco costituzionale" è stato questo, nella stampa come nell'ordine giudiziario, nel ceto politico come in quello ecclesiastico, ed in quello degli affari o della "assistenza". Senza soluzione di continuità il mondo dei Don Sturzo e dei don Romolo Murri, di Ferrari e di Rosselli, di Salvemini e degli Ernesto Rossi, dei Buonaiuti o dei don Milani, del modernismo e del cattolicesimo liberale, del liberal-socialismo e dell'apostolato giovanneo, dei radicali e di qualsiasi cultura della religiosità, e della religione della libertà e della democrazia, da un settennio è stato colpito ed offeso dalla politica reale dello Stato partitocratico e dei vertici e dell

e strutture ecclesiastiche, non meno che di quelli politici e civili.

Le parole, la profezia - quali che esse fossero - se mostravano di incarnarsi, prender corpo, e voce e vita, sono state (e sono) offese e soffocate sul nascere ( e ancora riesce), proprio perché tali. Accade, per esempio, anche a Mino Martinazzoli ed alla sua azione, che "politica" e "mass media" non sono atte, sono strutturalmente incapaci a comprendere e far conoscere (tranne Radio Radicale!).

Sui grandi temi sociali, morali, una decina di anni fa don Giovanni Baget Bozzo individuava nel partito radicale di allora una caratteristica, non un paradosso: i radicali sembravano incalzare proprio la Chiesa nell'essere accanto alla sofferenza, ai malati, ai carcerati, alle vittime di immensi e tremendi fatti sociali dilaganti, come aborto, sesso e demografia, costringendola a non più rassegnarsi, a reagire, a affrontare il secolo. Dando risposte opposte, spesso. Vincendo battaglie impensate, sulla base di ... "Kant"? O, Giuliano Amato, di "Dio"?

Fummo semmai uniti, lo ripeto come allora, "Chiesa" e radicali da una parte, e insofferenti e indifferenti (laici?) dall'altra.

Il cardinale Silvestrini potrà testimoniare, se ed Amato interessa, anche gli aspetti di "congiura" che la lotta contro lo sterminio per fame nel mondo, nei confronti di Cesare (socialista, in quell'epoca), assunse in momenti determinanti, e la sincronia con cui da una parte e dall'altra del Tevere ci si mosse, e - di là - al livello più alto.

No, credo che l'amico Amato non sappia ancora far tesoro dei luoghi della sua esperienza: l'Università, la CGIL, il PSI, il Governo. Provi a farne almeno dell'America, dove si trova.

Dove la persona e l'ambiente sono - profezia ottima per il prossimo millennio - fondamento chiaro delle istituzioni, della vita civile. Con puritana, ma non contro-riformistica, "funzione" e di "Dio" e di "Kant".

E mediti su Martinazzoli che indica in Rosmini e Manzoni, nel liberalismo cattolico, in quello che ha potuto essere e compiersi, non soltanto l'oggetto di una "pietas erga lares", ma di speranza civile per il secolo.

 
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