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Martini Fabio, Pannella Marco - 15 agosto 1993
»Una Santa Alleanza per Roma
Marco Pannella apre la campagna elettorale con una proposta provocatoria

Stato e Vaticano insieme, ecco la capitale del Duemila

Solo così la città diventerà veramente internazionale

di Fabio Martini

SOMMARIO: Pannella ribadisce le ragioni che lo hanno indotto a rilanciare la proposta, già avanzata nel 1989, per una "cogestione" Stato-Vaticano dell'area metropolitana romana. Ricordate le vecchie battaglie laico-anticlericali e i problemi che saranno posti dal bimillenario della nascita di Cristo ("è lecito attendersi l'arrivo di un oceano umano..."), conferma il suo appoggio alla candidatura a sindaco di Rutelli, "il candidato migliore fino a prova contraria", e nega di volersi proporre personalmente alla carica. Dà giudizi severi sugli altri candidati.

(LA STAMPA, 15 agosto 1993)

D.

Marco Pannella, mentre parte la campagna elettorale per il Campidoglio lei, a sorpresa, lancia la proposta di una cogestione Stato-Vaticano sull'area metropolitana di Roma. Per fare che cosa? E perché?

R.

"Mi limito a constatare che il vecchio Trattato del 1929, nella parte che fissa allo Stato della Città del Vaticano le sue frontiere, recepì soluzioni proposte cento anni fa. I problemi di sovranità lascino oggi campo a quelli di cittadinanza. Il progetto di una Roma del Duemila richiede energie di ogni tipo, anche finanziarie, che non sono oggi adeguate, se non vi associamo cultura e denaro. Da Roma a Viterbo c'è un patrimonio ambientale e architettonico che deve tornare integrato".

D.

I romani non hanno mai mostrato una grande nostalgia per il potere temporale della Chiesa. Perché dovrebbero ripensarci ora?

R.

"Lo chiedo a lei. Il potere temporale della Chiesa è ormai ridotto a zero. Religiosità confessionale e civile hanno trionfato ormai in modo irreversibile. Ben altri sono oggi i problemi dei romani e del mondo!".

D.

D'accordo Pannella, ma qualche anno fa non fu proprio lei a proporre di festeggiare, il 20 settembre, la presa di Porta Pia? Ha forse cambiato idea?

R.

"Non mi sono limitato a proporlo, ma a farlo per decenni. Nel 1980 mi dedicai però alla denuncia del grande tradimento massonico degli ideali che il 20 settembre aveva finito (non del tutto giustificatamente) per simboleggiare".

D.

Perché la suggestione del Duemila, il "bimillenario della nascita di Cristo" dovrebbe avere più forza di un serio lavoro quotidiano da parte di un sindaco e della sua giunta?

R.

"Non si tratta di una suggestione. E' che il Duemila - anche per cinesi, tibetani, australiani e indiani - è il bimillenario della nascita di Cristo. E' lecito attendersi l'arrivo di un oceano umano di dimensioni mai sperimentate. Se non vogliamo che sia un maremoto, occorre preparare Roma a questo evento. L'internazionalità di Roma si riconquisterà qui o mai più. Ignorarlo, anche dall'altra parte del Tevere, è incomprensibile e scandaloso".

D.

E intanto Roma si prepara a scegliere il sindaco del Duemila. Perché Rutelli è per lei il migliore candidato possibile?

R.

Perché per cultura e tradizione familiare, personale e politica è il più attrezzato a farlo, perché gli importa di farlo, perché militante del partito radicale (di cui è sempre restato iscritto) dai suoi 20 anni ai 35 - ora ne ha 39 -, responsabile dell'eredità delle grandi campagne de Il Mondo e dell'Espresso. Perché è laicamente ambientalista. Perché è cresciuto nel solo ambiente politico che ha saputo non pagare gli scotti partitocratici, di sinistra e destra, della politica, al di fuori delle congreghe - di destra e di sinistra - che hanno sgovernato. Perché è condannato in qualche modo all'onestà".

D.

Un elogio con i fiocchi, ma nella sua dichiarazione di ieri c'era scritto che Rutelli è il candidato migliore "fino a prova contraria". E quale potrebbe essere questa prova?

R.

"Perché Rutelli, eventualmente potrebbe non dover fare il sindaco? Come tutti, ha i suoi difetti e compie i suoi errori. Ma ora non mi caverà una parola sull'argomento".

D.

E perché no Pannella sindaco di Roma?

R.

"Perché se lo si fa, lo si fa a pienissimo tempo ed in modo esclusivo e a lungo. E la mia vita è già assolutamente inadeguata per quel che il partito radicale esige e consente".

D.

Dunque una candidatura Pannella è un'ipotesi da escludere definitivamente?

R.

"Assolutamente sì. Ma guiderò personalmente la lista Pannella che, a meno di novità, presenteremo con ambizioni molto alte".

D.

Per il generale Angioni vale una pregiudiziale "anti-militarista" o lo considera un candidato in qualche modo all'altezza di Rutelli?

R.

"Così come gli spiriti religiosi sono i più convinti anticlericali, così i militari di buona stoffa non sono militaristi. Ma non comprendo come il generale Angioni possa ritenere di essere adeguato a governare anche una città. C'è una professionalità necessaria per i generali. Per un moderno sindaco, anche".

D.

Perché la dc è paralizzata, non riesce a scovare un candidato?

R.

"Perché ha temuto e teme che Rutelli sia subalterno al pds, come un indipendente di sinistra di buona memoria. Se un ottimo candidato occorre cercarlo, vuol dire che non c'è, che non lo si ha. Un ottimo candidato si candida lui, a tempo non, all'ultimo minuto utile, come sta per accadere".

D.

E Moana? Cerca pubblicità?

R.

"Certo e fa benissimo. Moana ha una sua seria professionalità. E usa le occasioni che il sistema le offre".

D.

Funari si prepara a fare il candidato o il grande elettore di un candidato leghista: tra lui e Bossi un compromesso alla romana?

R.

"Gianfranco Funari non è ancora candidato né grande elettore, che io sappia. Vedete che finirà per scegliere di fare Funari. Comunque glielo auguro. E me lo auguro".

 
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