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Nunberg Francesca, Pannella Marco - 8 novembre 1993
LA RIVOLUZIONE DEL MARCO
Interviste ai capilista/Sostiene Rutelli, sogna il partito democratico. E giudica Fini, Ripa di Meana, Caruso

Pannella: "La nostra lista è un progetto liberale e anglosassone"

"Il Prefetto? Si immola per la causa. L'avvocato? Desolante. Il missino? Il suo partito fu contro di noi per divorzio e aborto"

di Francesca Nunberg

SOMMARIO: Intervista, in occasione delle elezioni amministrative romane del 21 novembre 1993. Pannella illustra, anche con divertenti battute, le caratteristiche della Lista Pannella e dei vari candidati a sindaco (Rutelli, Nicolini, Caruso, ecc.), e tratteggia problemi e conseguenze politiche della campagna elettorale.

(IL MESSAGGERO, 8 novembre 1993)

Per l'Italia che verrà, progetta il grande "Partito democratico", per ricomporre i pezzi di una Capitale sbriciolata, il suo obiettivo è far salire Francesco Rutelli in cima al Campidoglio. E, come al solito, Marco Pannella non si risparmia: le sue liste sono presenti per la prima volta in tutte le circoscrizioni e lui stesso è capolista in prima, in tredicesima e al consiglio comunale.

D. - Prima radicale, poi verde, ora candidato sindaco: Rutelli è il suo ex pupillo, le piacerebbe essere al suo posto?

R. - "E a lei? Immagino di sì. Mentre per me, se mi consente, è un po' diverso. Francesco non è un voltagabbana. Al contrario: è iscritto al partito radicale da quando aveva 19 anni e continua ad esserlo. Fin quando si è presentato col Pr, come me d'altra parte, è stato candidato ed eletto radicale. Dopo è stato anche radicale. Lui organizzato nei verdi, io nel Movimento dei club per il Partito democratico: entrambi ecologisti e ambientalisti. Ma quel che importa è che Rutelli è il solo candidato a sindaco attrezzato culturalmente, politicamente, civilmente, storicamente a farlo. Il solo altro che si avvicina a queste caratteristiche è Nicolini".

D. - Lei ha detto più volte che le liste Pannella sono nate per fare da battistrada al Partito democratico. Vuol dire che Roma sarà solo un "esperimento" per le politiche?

R. - "No. Ma la nostra lista è la sola a rispondere in modo tassativo, puntuale e pienamente responsabile, per progettualità e per candidature, anche al carattere tremendamente politico che queste amministrative avranno. Per la parte amministrativa diciamo: Rutelli, il suo programma, la sua (e nostra) storia, la competenza dei nostri candidati. Per quella politica c'è la mia candidatura a capolista, seguita da quella di Marco Taradash, il concreto progetto di rivoluzione istituzionale democratica-anglosassone, di rivoluzione liberale, di lotta antiproibizionista sulla droga e contro il narcopotere criminale, di referendum per il '95, di formazione di un grande partito democratico di alternativa".

D. - Chi c'è nella sua lista?

R. - "Il deputato Roberto Cicciomessere, i consiglieri verdi regionali Arturo Osio e Primo Mastrantoni, l'antiproibizionista Paolo Guerra, l'architetto Piercarlo Rampini e molti altri qualificati ambientalisti. Del mondo accademico mi limito a citare il prorettore Gino Roghi e Carla Rossi. Poi, i militanti del Club Pannella, antiproibizionisti, medici...".

D. - Pannella capolista al consiglio comunale e in due circoscrizioni. Lei è già deputato: cosa sceglierebbe in caso di successo?

R. - "Non c'è incompatibilità tra questi incarichi e quello di deputato, se lo serberò. Sono capolista in prima circoscrizione, dove vivo e opero da un terzo di secolo, e in tredicessima. Se avremo voti sufficienti, faremo anche meglio di quello che sono riuscito a fare a Ostia in poco più di tre mesi, prima che i progressisti del luogo mi cacciassero via. Sceglierò in base al numero di voti che prenderò".

D. - Molti dicono che la Dc ha candidato Caruso per spianare la strada a Rutelli. Lei che ne pensa?

R. - "Balle. La Dc non aveva trovato assolutamente nessuno, e allora ha messo "a disposizione" un prefetto. Che è uso a obbedir tacendo, come già fece da prefetto del terremoto ad Avellino, e ad immolarsi per la causa".

D. - E come giudica la candidatura di Vittorio Ripa di Meana, in qualche modo espressione del "vecchio", dal Psi al Pri?

R. - "Una scelta desolata e desolante. Spero che gli elettori socialisti e repubblicani di Roma, riconoscendolo, vogliano anche darmi una mano e votar utile, oltre che democratico".

D. - I sondaggi danno Fini al ballottaggio contro Rutelli. Cosa pensa di questa avanzata della destra? Ed è vero che molti voteranno Fini sindaco e Pannella consigliere comunale?

R. - "Il mio amico Fini rischia in effetti di fare il pieno anche tra coloro che a Roma votarono contro il divorzio e contro l'aborto. Lui, leader di un partito che fu con la destra clericale contro di noi in queste battaglie di civiltà. E' un proibizionista sfegatato... Ma molti vogliono votarlo per la sua immagine giovane, energica e estranea alla partitocrazia. Mi sembra comprensibile quindi che questi ultimi preferiscano, per il Comune, votare per me anziché per la lista del Msi. Dimenticavo: con la Dc di Andreotti arrivarono Sbardella, Ciarrapico e tanti altri loro amici. Naturale che molti di loro, adesso, tendano a tornare da dove sono venuti: il Msi".

D. - Come giudica la candidatura di Nicolini: spezzerà la sinistra?

R. - "Nicolini è anche radicale, come Rutelli, come me, come Athos De Luca, come non pochi altri candidati verdi, di Alleanza per Roma, della lista Pri-Psi-Psdi e di quelle minori. E questo per me non è poco. Nicolini rappresenta poi certamente anche il volto non torvo, non burocratico, non arrogante, non intollerante, non passatista, di un'area che poteva esprimere proprio quello che Nicolini non è. E che ha il merito di non averlo fatto".

D. - Venticinque liste e diciassette candidati sindaci: siamo ben lontani dal bipolarismo da lei auspicato.

R. - "Effetti del doppio turno e del ballottaggio. Perciò proponiamo - e se la gente finalmente ci vota, sarà così - i tre referendum per il voto all'americana. Così potremo adottarlo anche per il Presidente. Comunque i veri candidati sindaci sono solo tre o quattro: Rutelli di sicuro, Nicolini o Fini probabili, Caruso possibile".

D. - Per la prima volta sarà eletto un "sindaco dei cittadini". Ma che ruolo avrà il consiglio comunale?

R. - "Quello di un parlamento anglosassone, di controllo soprattutto".

D. - Dopo aver fatto eleggere Cicciolina, non le dispiace non avere in lista Moana?

R. - "Preferivo una giornalista, magari lei. Ma mi dicono che è troppo seria. Dunque nessun pretesto, questa volta, per l'illibato tandem Scalfari-De Benedetti. E nessun alibi per i perbenisti. Tutto alla luce del sole, tutto a luci rosse".

D. - Tutti esaltano i pregi di Rutelli. Lei che lo conosce bene, ci dica un suo difetto.

R. - "E' brutto. Quindi, per il Comune votate Pannella".

 
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