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Pannella Marco - 5 gennaio 1994
Azeglio dopo Azeglio
di Marco Pannella

SOMMARIO: E' sciocco chi, per "evitare la condanna a morte" non si pone "scelte politiche alte, ambiziose". Il momento è "drammatico", con il rischio di un "ulteriore degrado istituzionale e politico". L'assetto costituzionale "è in procinto di subire un vulnus", rappresentato dal "protrarsi dell'attuale governo Ciampi". Sarebbe grave se in campagna elettorale si avessero ministri, che dovrebbero governare assieme, "ferocemente contrapposti nel Paese"; l'opera del governo cadrebbe nel "limbo" della non-politica, e le stesse elezioni ne sarebbero falsate. Occorre insomma, subito, un "vero governo", un "Ciampi-due" caratterizzato e allargato alle forze liberaldemocratiche. La battaglia ormai in corso sarà durissima.

(LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 5 gennaio 1994)

Mi sembra piuttosto melanconico quel porre, al centro delle proprie attenzioni e dei propri desideri, esigenze da condannati a morte: qualche boccata di sigaretta in più, qualche settimana di rinvio delle elezioni... E' davvero ben poco.

Non si vuole, o non se ne è capaci, comprendere che se si compiono finalmente scelte politiche alte, ambiziose, lungimiranti, se si ha una politica da proporre al paese è la stessa condanna a morte che viene annullata e - semmai - trasferita ai veri colpevoli.

Il momento è ancora più drammatico e importante di quel che si avverte. C'è il rischio di un ulteriore grave degrado istituzionale e politico della vita del paese, che occorre impedire. L'assetto costituzionale è in procinto di subire un ulteriore attacco, un "vulnus" pari a quelli nei quali la partitocrazia si era specializzata.

La tesi di un protrarsi dell'attuale Governo Ciampi, autoproclamatosi esaurito e svuotato di contenuti, deve infatti far fronte a evenienze non componibili con l'attuale Costituzione e con lo stesso gioco democratico occidentale.

Lasciamo da parte sottili anche se essenziali questioni di dottrina. Andiamo al sodo delle conseguenze pratiche di un automatico proseguirsi, in "disbrigo degli affari correnti", dell'attuale Governo. Il Presidente Ciampi ha già dichiarato che non si presenterà in alcun caso alle elezioni. Ma i suoi Ministri? Non è certo possibile toglier loro i diritti civili e politici, l'esercizio del diritto di candidarsi, o di manifestare comunque le loro scelte elettorali. Avremmo allora Ministri ferocemente contrapposti nel paese e nelle TV, mentre continuerebbero a "governare" insieme. L'opera del Governo, che intanto continuerà, calerebbe nel Limbo della non-politica, della non-responsabilità politica ed istituzionale, e il formarsi delle scelte politiche del paese prescinderebbero dal giudizio sulla sua opera, sulle responsabilità e sui meriti di chi lo ha appoggiato e gli ha consentito di realizzare i suoi programmi, pagando l'alto costo dell'impopolarità per il bene comune prescelto contro interessi di parte

; a fronte di chi quell'opera ha ostacolato con ispirazioni del tutto contrarie, con demagogiche pratiche del "doppio binario", populismi, giustizialismi, e rendite di posizione acquisite per benemerenze di regime. Significherebbe sottrarre al giudizio del paese proprio quel che fa l'essenziale di elezioni democratiche: lo scegliere, sulla base delle prove del passato e del presente, i governi, i programmi, i leader del futuro.

Si favorirebbe proprio coloro che vogliono tornare a scontri partitocratici, di etnie ideologiche o politiche, di accorpamenti sociologici e corporativisti, strappandosi voti di appartenenza invece che di convinzione e di opinione.

E ancora: se qualche ministro non ci stesse a questa operazione di ibernazione del Governo e delle loro opere, cosa farebbe il Presidente della Repubblica, o il Presidente del Consiglio: un "rimpasto", magari a Camere sciolte, o con le ore contate?

Chi ciò vuole, vuole anche un degrado delle fisionomie istituzionali e del confronto democratico. Occorre - invece - un vero Governo, politico, espressione di una politica, da far votare, o bocciare, dall'elettorato.

Per questo proponiamo invece, un Governo Ciampi due, allargato e caratterizzato dell'ingresso delle forze liberal-democratiche, riformatrici, referendarie, con Mario Segni e il sottoscritto, e quanti altri di Alleanza Democratica (un Ayala, ad esempio) o dei Verdi (un Carlo Ripa di Meana) hanno identica ispirazione. Che renda merito, come è giusto e opportuno, a quanti, democristiani, liberali, repubblicani, socialdemocratici e socialisti, o di forza autonomiste e federaliste, bossiani, berlusconiani, con le loro ultime scelte referendarie e ideali, hanno consentito o appoggiano l'inversione di rotta antipartitocratica, democratica e riformatrice del Governo o nel paese.

E' battaglia durissima, necessaria e tutta, o quasi, giocata nelle prossime ore. Spero, voltandomi domani per vedere chi ci segue e aiuta, di non trovare tra i cittadini e i "politici", il solito vuoto; o quasi.

 
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