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Berlusconi Silvio - 10 aprile 1994
Intervento di Silvio Berlusconi alla Convenzione del Club Pannella, Hotel Ergife

SOMMARIO. Rivolge ai partecipanti alla Convenzione un saluto "con l'animo di chi viene a trovare degli amici antichi"; farà un intervento non rituale, perché si riconosce in gran parte dell'intervento precedente, quello di M.Pera. Innanzitutto occorre oggi gioire per la vittoria, che ha consentito di toccare uno degli obiettivi fissati: impedire la vittoria dei "progressisti". Ma molto resta da fare, sia per il "raggiungimento" effettivo delle libertà, sia per dare al paese un governo efficiente. Annuncia poi di essersi convinto per un sistema elettorale maggioritario a un solo turno, e di voler respingere per l'alleanza elettorale la definizione di "destra": la stessa Alleanza Nazionale ha accettato un progetto liberaldemocratico, e neanche Bossi è di destra. Ci sono poi Forza Italia, i cattolici, ecc. Si assume la responsabilità di mantenere la "centralità" dell'alleanza stessa. In questo quadro, il "movimento radicale" dovrà avere funzioni importanti, in particolare quello di essere un movimento di "front

iera" aperto verso le forze sane della sinistra. Conferma la necessità di distinguere tra interessi privati e interessi pubblici: ma, personalmente, si sente da ora impegnato interamente a servire il paese...

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Buongiorno a tutti. Avete visto che scompiglio mi sono portato dietro: speriamo di poter in futuro lavorare un po' più tranquillamente, speriamo che ci diano l'occasione di lavorare in futuro... (interruzione) Bene. Io intanto devo dire - mi piace molto dirlo - che vengo qui con l'animo di chi viene a trovare degli amici antichi, degli amici a cui sono stato affettuosamente vicino, che mi hanno ricambiato in un'amicizia che dura da molti anni. Vengo qui anche con qualche merito: non soltanto voi avete cambiato il paese con le vostre iniziative coraggiose..., io ricordavo prima...c'è qui vicino - che occhieggia verso di me e mi sorride - Sergio Stanzani: io assumo il merito di avergli fatto cambiare un intercalare, che lui aveva sempre: "Va bene, va bene...". Centoquarantasei volte l'ha detto con me! Io credo che il merito sia un po' anche mio, adesso non lo dice più, adesso dice "va male". Ma come, abbiamo vinto, e dici "va male?"...

Comunque, sono qui non per un intervento rituale, ma veramente per portare il calore di una vicinanza, il calore di un'amicizia, il calore di una stima che ho sempre avuto non soltanto nei confronti dell'amico Marco Pannella ma anche nei confronti di tutti coloro che con lui si sono battuti con grande coraggio per cercare di migliorare, di ammodernare questo nostro paese.

Ho un intervento preparato, su cui ho ponderato, su cui ho riflettuto... Lo metto assolutamente da parte perché l'intervento di chi mi ha preceduto non ha fatto che dare una fotografia che corrisponde larghissimamente alla percezione che io ho di questo momento e delle cose che si devono fare; quindi vi dico soltanto due parole andando all'essenziale. Intanto gioiamo di questa vittoria. E' una vittoria di tutti noi, è una vittoria che ha già raggiunto un obiettivo preciso: quello di non dare la possibilità a una certa parte politica, che anche in questa recente campagna elettorale si è comportata come voi sapete, di instaurare in Italia un regime senza libertà e senza democrazia; abbiamo quindi raggiunto uno dei due obiettivi che ci eravamo proposti, anche definendo la nostra alleanza il "Polo delle libertà, il Polo del buon governo". Molto c'è ancora da fare per quanto riguarda, naturalmente, il raggiungimento delle libertà, che sono tante, e sono tante le espressioni in cui si articola questo concetto; mol

to c'è da fare per dare a questo paese un governo efficiente, un governo che realizzi quei punti di programma che tutte le forze dell'alleanza hanno chiaramente indicato. Credo che molto ci sia ancora da fare per dare al paese una maggioranza netta, decisa, e una opposizione che faccia il suo mestiere, quello di controllare l'operato della maggioranza. Credo che, giustamente, si debba andare verso un miglioramento di questa legge elettorale, togliendo il momento proporzionale della legge stessa, anch'io penso che la scelta non possa essere che nella direzione del turno unico secco... (applausi), ho cambiato idea al riguardo. Credo che questo possa avvenire ora, dopo che l'elettorato ha preso le misure di questo modo di votare, dell'introduzione del sistema maggioritario, e credo che quello che può garantire il turno unico secco sia una alleanza tra forze più omogenee e il non proliferare di troppi partiti che darebbero alla maggioranza una difficile attività di governo. Credo che ci siano moltissime cose - n

aturalmente - da fare per dare risposte concrete ai concreti, urgenti, gravi problemi del paese. Credo, tuttavia, che c'è una cosa ancora da precisare con grande forza, con grande decisione - anche a questo si è ampiamente riferito il professor Pera - e cioè che questa alleanza non deve accettare una definizione che troppo facilmente, maliziosamente e direi anche in malafede, gli oppositori nostri, gli avversari della sinistra stanno cercando di buttarci addosso: questa non è un'alleanza di destra!.. (applausi) Non è un'alleanza di destra perché le forze che la compongono son quelle che conosciamo, sono forze che vengono... una di esse viene dalla destra, ma ha fatto convinta affermazione di liberalismo e di liberismo; e noi dobbiamo essere lieti che nell'area della liberal-democrazia entrino nuovi soggetti e giudicheremo dal loro operato se il loro convincimento è un convincimento che riflette la loro realtà; ma tutte le altre sono forze che hanno nel tempo dato dimostrazione inequivocabile di essere forze

liberal- democratiche. Ci sono qui degli amici dell'Unione di Centro, ricordiamo anche i cattolici che si sono staccati dalla vecchia Democrazia Cristiana e che sono cattolici liberali... Anche la Lega di Bossi, pur con tutte le difficoltà che oggi abbiamo ad individuarne il pensiero reale, non può certamente definirsi un movimento di destra... e poi c'è anche Forza Italia; c'è, direi, soprattutto Forza Italia, che ha un programma estremamente chiaro, che rivendica anzi il merito di avere forse per la prima volta portato una campagna elettorale a discutere di cose concrete, a discutere di programmi, una Forza Italia che è nata in un tempo brevissimo, che ha risposto a una richiesta generale di cambiamento: cambiamento delle vecchie facce, dei vecchi partiti, cambiamento però anche di un vecchio modo di fare politica... Una Forza Italia che credo si possa unire nell'elogio dell'avere dato una risposta fresca, immediata, a questa voglia di innovazione, di rinnovamento e che io avvicino in questo - e se permett

ete anche nel coraggio - a ciò che il movimento radicale ha fatto negli anni, nella sua storia e anche in quest'occasione.

E siamo al punto: un'alleanza così fatta deve garantire, a tutti coloro che le hanno dato il voto, questa sua centralità, una centralità assoluta, senza esitazioni, senza defezioni. Io personalmente come presidente e animatore di Forza Italia posso ben dare la mia parola: la parola di chi intende essere sempre portatore di buon senso, di moderazione, di prudenza, di concretezza, di chi intende cioè tenere fortemente e costantemente la barra al centro; ma soprattutto io credo che un'altra garanzia importante sia quella di una partecipazione nella maggioranza, in questa maggioranza - io mi auguro anche nel governo che questa maggioranza sarà chiamata ad esprimere - anche del vostro movimento...(applausi), di chi cioè ha dimostrato con una militanza continua di essere capace di trasformare una debole minoranza politica in una grande maggioranza di opinione, una grande maggioranza culturale e civile; un movimento che si è segnalato in tante battaglie di libertà e che credo oggi sia chiamato a questo compito: di

continuare queste battaglie dentro questa nuova alleanza, di dare il suo contributo, anche di professionalità - anche nella dialettica, anche nella polemica politica - affinché le conquiste, il rinnovamento, l'innovazione che da questa maggioranza il paese si attende possano essere raggiunte sicuramente anche nell'ambito di battaglie che non saranno battaglie facili. E io vedo nella presenza del movimento radicale, oltre a questa, anche un'altra funzione importante: quella di essere - come dire - un movimento di frontiera, un movimento aperto che guardi anche a tutti i protagonisti che oggi non sono entrati in quest'alleanza. Innanzitutto ai protagonisti del centro, quel centro che dopo avere contribuito al formarsi del sistema maggioritario non l'ha capito ed ha voluto estraniarsene, isolandosi in una posizione improduttiva; ma - soprattutto anche - a molti protagonisti della sinistra, di quella sinistra aperta, liberale, che si è appiattita sulle posizioni del PDS e anche, in certi casi, di Rifondazione Co

munista e che credo già oggi stia meditando, stia guardando con interesse a ciò che l'alleanza, il Polo delle libertà e del Buon Governo saprà fare nella concreta attività di governo; quindi una funzione importante, una funzione in cui ci saranno temi, anche, che la sensibilità di Marco Pannella - e di coloro che gli sono stati vicini nella sua grande avventura - potrà dare come contributo determinante, ricordiamoci, alle tante cose che dovremmo fare, al di là dei problemi concreti. Penso ai problemi dell'ambiente - la sconfitta dei Verdi sembra avere tolto di mezzo coloro che erano i paladini più avanzati dei problemi dell'ambiente - ai problemi dei diritti civili: la necessità, in questo momento, in questo modo di gestire la giustizia, di affermare le garanzie degli imputati; e soprattutto la grande attenzione che è sempre stata posta ai problemi di coloro che hanno di meno, ai problemi dei più bisognosi, ai problemi di chi soffre.

Ciò che dovrà fare questo governo è qualcosa di difficilissimo, ereditiamo dal passato una condizione disastrosa, sto cominciando a guardare a fondo i conti dello Stato, ci guardo dentro come se si trattasse di un bilancio di un'impresa e vi dico: c'è da sentirsi male. Non ho ancora chiaro come si riuscirà a cambiarli, ho certamente chiaro che così non si può continuare, che bisognerà invertire la tendenza, che bisognerà riorganizzare lo Stato, che bisognerà mettere un freno ad una spesa pubblica che è uscita di controllo, per arrivare ad una maggiore giustizia fiscale, per arrivare a trovare i mezzi che consentano al paese di riprendere la via dello sviluppo, i mezzi per finanziare lo sviluppo, per arrivare a cambiare la situazione dei servizi pubblici, oggi costosissimi ma anche di scarsissima qualità... E qui io credo sovverrà la vostra sensibilità, la vostra attenzione, poiché oggi la situazione che conosciamo è una situazione che penalizza soprattutto chi non può scegliere: chi non può scegliere dove an

dare a farsi curare, chi non può scegliere tra i servizi offerti dalla mano pubblica e quelli offerti dalla mano privata; credo che alla povera gente non interessi tanto che questi servizi siano offerti dal pubblico o dal privato, interessa soprattutto che questi servizi vadano incontro alle sue esigenze, ai suoi bisogni, e che siano gestiti con umanità e senza arroganza. Questo - io credo - è qualcosa a cui dovremmo tendere, a cui dovremmo arrivare, e credo che anche qui ci sia un grande campo per dispiegare la vostra sensibilità, la vostra professionalità, la vostra passione civile.

Ecco, io credo di avere detto, in poche parole, quello che io mi attendo da una collaborazione, da una collaborazione non formale, da una collaborazione non di somma aritmetica dei voti, ma da una collaborazione sincera, da una collaborazione che si fondi sull'amicizia, sulla stima, sul rispetto - quello che esiste tra noi, quello che io credo debba esistere in questo nuovo modo di pensare ai bisogni, ai problemi del paese. Io non so ancora se portando in un'attività di governo tutta la sofferta esperienza che io ho accumulato in questi anni, in tanti differenti settori, questo potrà risolvere tutti i grandi problemi a cui ho accennato e che tutti conosciamo. Io credo tuttavia che sarà difficile fare peggio di chi ci ha preceduto.

Credo anche, e rispondo a un'osservazione del professor Pera, che si debba operare un distinguo preciso fra interesse privato e interesse pubblico. Mi rendo conto che non bastano le affermazioni di onestà intellettuale, e non solo intellettuale: è un problema difficile a cui sto lavorando, non è assolutamente facile dismettere in poco tempo un gruppo così importante che occupa quarantamila persone, un gruppo alla cui costruzione ho lavorato per dei decenni, tuttavia mi rendo conto che una soluzione deve essere trovata; sto guardando a ciò che si fa negli altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, al blind-trust, credo che in quella direzione si possa trovare il modo di una garanzia che allontani qualunque possibilità - soprattutto - di speculazione dagli avversari. E voglio darvi anche direttamente, personalmente, un'assicurazione: vedete, nella vita ci sono tante fasi - potete misurare su voi stessi - io ho avuto una grande fortuna, di fare tante cose! Ebbene. vi posso garantire che oggi nella mia vita si

è aperta una fase nuova, sono stato orgoglioso e sono orgoglioso di avere fatto l'imprenditore, di essere riuscito - in ogni campo nel quale mi sono trovato ad operare - a raggiungere delle posizioni da protagonista; ma già adesso, essendomi tuffato nella realtà della cosa pubblica, avendo guardato ai problemi che sono di tutti noi, avendo soprattutto avuto innumerevoli contatti con la gente, direi con la povera gente, quella che si aspetta veramente un cambiamento, un miglioramento della propria vita..., ecco, io vi dico che oggi io mi sento coperto da una responsabilità grandissima e tutto il mio io, tutto ciò che io potrò ancora dare in termini di forza vitale,in termini di lavoro, in termini di applicazione e - perché no - anche in termini di invenzione, di capacità creativa, io tutto questo mi sento oggi di doverlo dare a questa gente, di doverlo dare al mio paese ...(applausi); ed é con questo spirito che io propongo un cammino insieme, a chi già da questo spirito é dominato e che ne ha dato prove innu

merevoli; é con questo spirito che io dico: cerchiamo di guardare a ciò che si deve fare, di guardare ad un sogno, al sogno di trasformare il nostro paese, di farlo diventare più giusto, più sollecito e generoso verso chi veramente soffre, lontano dai vecchi modi, dalle vecchie chiacchiere, dai vecchi rancori, dalla vecchia politica; cerchiamo di fare tutto ciò che sarà in noi per far sì che il nostro paese diventi un paese più moderno, più civile, in cui si possa vivere senza paura, in cui sia più bello, più piacevole vivere, soprattutto per chi oggi é meno fortunato di noi e ha su di sé tutto il peggio di un sistema che io spero sia ormai alle nostre spalle.

Questo é l'augurio che io vi faccio, questo é l'augurio che io faccio ai miei amici del movimento radicale, a Marco Pannella...(interruzione) ...Del partito radicale...Non mi piace la parola partito perché ha un etimo che significa parte ed é esattamente il contrario di ciò che noi dovremmo fare per migliorare il nostro paese: dobbiamo lavorare tutti insieme, tutti uniti nella direzione del miglioramento. Questa é la mia speranza, questo é il mio augurio! Grazie.

 
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